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La Pinacoteca nazionale di Siena è il più importante museo statale della città, in cui è presente una fondamentale raccolta di opere di scuola senese[2].
La collezione è stata inaugurata nel 1932 ed espone anche i dipinti prima conservati presso l'Accademia di belle arti di Siena.
Storia
Il nucleo originale della pinacoteca si formò nel Settecento, con la raccolta dei dipinti dell'abate Giuseppe Ciaccheri, arricchendosi durante la stagione delle soppressioni, oltre che tramite, acquisti, lasciti o depositi. Nel 1930 passò allo Stato e fu trasferita nella sede attuale. L'anno di apertura del museo, il 1932, fu anche quello dell'ordinamento cronologico della collezione, pressoché inalterato fino ai giorni nostri. Nelle sale invece la distribuzione dei singoli dipinti è variata anche consistentemente in seguito a studi sempre più approfonditi sulla pittura senese.
Alla metà dell'Ottocento si è aggiunta la cospicua collezione Spannocchi, sistemata all'ultimo piano della galleria sul finire degli anni settanta del Novecento, che ha dato alla struttura museale un più ampio respiro, con alcuni importanti esempi di pittura non senese dal Medioevo alle soglie dell'età moderna.
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Pinacoteca Nazionale di Siena, una sala sul quattrocento (2)
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La sede
La pinacoteca è ubicata nei palazzi Brigidi e Buonsignori presso via San Pietro.
Il palazzo Buonsignori, nonostante la sua edificazione risalga al XV secolo, presenta una facciata direttamente ispirata al medievale palazzo pubblico della città, anche grazie ai restauri puristi della seconda metà del XIX secolo.
Il palazzo Brigidi è invece di più antica costruzione (XIV secolo) ed è solitamente identificato come l'antica residenza della famiglia Pannocchieschi.
Percorso espositivo
Nutritissima di dipinti di raffinata qualità, la pinacoteca documenta essenzialmente l'evoluzione della pittura senese dal XIII al XVIII secolo. La visita al museo ha inizio dal secondo piano (Secoli XII-XV) e procede cronologicamente verso i piani inferiori; la collezione Spannocchi si trova all'ultimo piano[3].
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Siena, Pinacoteca nazionale, Sala 2, opere del Duecento, a sinistra, Maestro di Tressa, Paliotto del Salvatore, Paliotto di San Pietro, attribuito a Guido di Graziano e adestra Guido da Siena[4]
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Secondo piano
Le sale 1-2 mostrano esempi di pittura prima dell'affermarsi del gotico, dalla fine del XII alla fine del XIII secolo. Nella prima sala spicca il Crocifisso della fine del XII secolo dalla chiesa di San Pietro in Villore e il Crocifisso n. 597 (Croce di Santa Chiara) dell'inizio del Duecento. Dadato 1215 (e quindi opera più antica documentata di scuola senese) è il Paliotto del Salvatore del Maestro di Tressa. Il dossale di Guido da Siena con la Trasfigurazione, entrata di Cristo a Gerusalemme e resurrezione di Lazzaro è un'opera rara per tecnica (tempera su tela), qualità e stato di conservazione. Un paliotto duecentesco mostra la Madonna col Bambino tra due angeli. La sala due ha alcune opere di Guido da Siena e seguaci (dossale con la Madonna col Bambino e santi, Madonna col Bambino e due angeli). Gli sportelli dell'armadio col Beato Andrea Gallerani ed episodi miracolosi della sua vita nonché il Dittico di Santa Chiara sono opere di Dietisalvi di Speme. Al cimabuesco Guido di Graziano è attribuito il San Francesco con storie della sua vita e il paliotto con San Pietro in trono e sei storie della sua vita. Il Paliotto di San Giovanni Battista (1270-1280) è di scuola senese ma mostra ujna più stretta aderenza ai canoni bizantini[4].
Maestro di Tressa, Paliotto del Salvatore
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Maestro di Tressa, Paliotto del Salvatore, tempera, oro e legno, 98 cm x 198 cm, Pinacoteca nazionale di Siena |
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Guido da Siena, Trasfigurazione, entrata di Cristo a Gerusalemme e resurrezione di Lazzaro
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Guido da Siena, Madonna col bambino e santi, 1270 circa
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Duccio di Buoninsegna, Polittico n. 47, 1315-1319, dalla perduta chiesa dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, Siena, Pinacoteca Nazionale
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Dietisalvi di Speme, Madonna Galli-Dunn, 1265 circa, tempera e oro su tavola, 120×70 cm, Pinacoteca nazionale, Siena
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Dietisalvi di Speme, Madonna di San Bernardino, 142 × 100 cm, tempera e oro su tavola, Pinacoteca nazionale, Siena
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Guido da Siena, Il beato Andrea Gallerani e suoi miracoli, facce interne di armadio, circa 1270, Pinacoteca nazionale, Siena
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Nelle sale 3-4 vi è raggruppato un corpus di opere di mano di Duccio di Buoninsegna e dei suoi seguaci, a testimonianza della definitiva affermazione di una scuola pittorica senese di altissimo livello. Spiccano la Madonna dei Francescani e il Polittico n. 28 di Duccio, la Madonna col Bambino del Maestro di Badia a Isola, e la Crocifissione con san Francesco di Ugolino di Nerio. Sono di allievi di Duccio il Crocifisso di Segna di Bonaventura, i Santi Benedetto, Michele, Bartolomeo e Nicola di Niccolò di Segna, suo figlio, e la Madonna col Bambino in trono del Maestro di Città di Castello[4].
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Duccio di Buoninsegna, Madonna col Bambino e tre francescani in adorazione of Madonna dei francescani (ca. 1285), Siena, Pinacoteca nazionale (Sala 4)
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Duccio di Buoninsegna, Polittico n. 28 (dettaglio), 1300-1305 circa, tempera e oro su tavola, 138,6 × 241,5 cm,
Pinacoteca Nazionale, Siena
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Ugolino di Nerio, Crocifissione con san Francesco
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Maestro di Badia a Isola, Madonna col Bambino 1280 circa, Siena, Pinacoteca Nazionale |
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Niccolò di Segna (–1348), Santa Caterina d'Alessandria |
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Niccolo di Segna, San Benedetto e Michele arcangelo , ca. 1336, Pinacoteca Nazionale, Siena |
Le sale 5-6 sono invece dedicate a Simone Martini e ai suoi seguaci: si segnalano la splendida Pala del Beato Agostino Novello (1330 circa), la giovanile Madonna di Vertine e la Madonna di Lucignano d'Arbia. Al cognato Lippo Memmi spettano invece la Madonna col Bambino e i santi Francesco e Ludovico di Tolosa, nonjché la Madonna col Bambino dalla basilica dei Servi e i resti degli affreschi dall chiostro di chiesa di San Domenico. È del Maestro di Palazzo Venezia lo Sposalizio mistico di santa Caterina d'Alessandria e, di Naddo Ceccarelli, il Polittico della Madonna col Bambino e santi. La sala 6 è dedicata ai seguaci di Simone dopo la peste del 1348: Luca di Tommè (Polittico della Madonna in trono col Bambino e santi), Niccolò di ser Sozzo (coautore del polittico precedente) e Bartolo di Fredi (Adorazione dei Magi con una fiabesca veduta di Siena)[5].
Bartolo di Fredi, Adorazione dei Magi
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Bartolo di Fredi, Adorazione dei Magi, 1385-88, 195 ? 163 cm, tempera su pannello
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La grande sala 7 chiude la rassegna dei capiscuola senesi del Trecento con i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e i loro seguaci. Al primo spetta la Pala del Carmine (1327-1329) di Pietro Lorenzetti, uno dei capolavori assoluti del Trecento senese, il Trittico dei santi Bartolomeo, Cecilia e Giovanni Battista, il Polittico di San Giusto e la tavoletta della Crocifissione; più rovinato il Crocifisso e di attribuzione incerta l'Allegoria della Redenzione. Ad Ambrogio il giovanile Trittico della Madonna col Bambino tra le sante Maria Maddalena e Dorotea, la Madonna col Bambino, la Piccola Maestà e l'Annunciazione dal palazzo Pubblico (1348), sua ultima opera conosciuta, dipinta probabilmente poco prima della morte durante la pestilenza[6]. La sala è completata da esempi di pittori che fecero rinascere la tradizione pittorica locale dopo la scomparsa della generazione del primo Trecento: Paolo di Giovanni Fei (Natività della Vergine) e Bartolomeo Bulgarini (Assunta, Madonna in trono col Bambino e angeli, Trittico della Crocifissione)[6].
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Paolo di Giovanni Fei, Nascita della Vergine (1381), Pinacoteca, Siena
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Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione, tempera su legno, 127 cm x 120 cm
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Ambrogio Lorenzetti, Piccola Maestà, circa 1340, tempera e oro su tavola, dallo Spedale di Santa Maria della Scala, Pinacoteca Nazionale, Siena
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Pietro Lorenzetti, Polittico del Carmine
Questo pannello con la predella era la parte centrale della pala d'altare della chiesa carmelitana di San Niccolò al Carmine a Siena. La pala fu smembrata nel XVI secolo. Le ridipinture successive furono rimosse durante il restauro del 1936. La tavola è firmata e datata sul gradino del trono: PETRUS LAURENTII ME PINXIT ANNO DOMINI MCCCXXVIII.
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Pietro Lorenzetti, Polittico del Carmine (1327-1329), Il pannello centrale, Madonna col Figlio tra quattro Angeli, San Nicola e il Profeta Elia, Pinacoteca Nazionale di Siena
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La predella comprendeva una serie di cinque dipinti narrativi. Invece di prendere il soggetto dalla Bibbia, questi cinque dipinti mostrano eventi della storia dell'Ordine Carmelitano. Una caratteristica che colpisce nell'insieme di questa pala d'altare è il pannello centrale molto ampio della predella, che ha permesso al pittore di rappresentare in modo particolarmente dettagliato la consegna della regola carmelitana all'inizio del XIII secolo.
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Le sale 8 e 9 mostrano gli ultimi trecentisti alle soglie anche del XV secolo, tra cui spicca Andrea Vanni (Crocifissione, Stendardo della Madonna col Bambino e in trono e fedeli). La sala 11 è dedicata a Taddeo di Bartolo (Crocifisso del 1420, Annunciazione forse da legare ai tre scomparti di predella con Adorazione dei Magi, Adorazione dei pastori, Martirio dei santi Cosma e Damiano) e ad Andrea di Bartolo (Madonna in trono tra i santi Filippo e Jacopo, Trittichetto della Natività di Gesù e santi)[6].
Il resto del piano è dedicato all'arte senese del Quattrocento. Nelle sale 12-13 si incontrano i capiscuola Giovanni di Paolo (Crocifissione, Pala di Staggia, Polittico di San Nicola, Piccola Maestà, San Girolamo nello studio, Madonna dell'Umiltà, due Presentazioni al Tempio, Polittico di San Galgano, Giudizio Universale) e Sassetta (scomparti della Pala dell'Arte della Lana, Madonna col Bambino e due angeli reggicorona), testimoni di un periodo, il Rinascimento senese, oggetto di una riscoperta relativamente recente.
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Duccio di Boninsegna Madonna col Bambino e tre francescani in adorazione o "Madonna dei francescani" (ca. 1285) Siena, Pinacoteca nazionale
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Giovanni di Paolo, Madonna dell'Umiltà, 1435 circa, tempera su tavola, 62× 48 cm, Pinacoteca nazionale, Siena
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Ambrogio Lorenzetti, Crocifisso della Chiesa del Carmine, data imprecisata (probabile 1324-1331), tempera e oro su tavola, dalla chiesa del Carmine di Siena, Pinacoteca Nazionale, Siena
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Le due tavolette raffiguranti Una città sul mare ed Un castello in riva al lago: già attribuite ad Ambrogio Lorenzetti sono state accostate dalla critica più recente al Sassetta (1400 ca. - 1450).
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Sassetta, Città sul mare (veduta di Talamone), (1340 circa), Siena, Pinacoteca, precedentemente attribuita ad Ambrogio Lorenzetti |
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Stefano di Giovanni di Consolo da Cortona (Sassetta), Paesaggio con castello in riva al lago, Siena, Pinacoteca, precedentemente attribuita ad Ambrogio Lorenzetti |
Considerati a lungo come uno dei primi esempi di pittura di paesaggio in Europa, questi due piccoli pannelli della Pinacoteca nazionale di Siena sono stati a lungo attribuiti ad Ambrogio Lorenzetti. Oggi gli storici dell'arte ipotizzano che facciano parte anche del trittico dell'Arte della Lana dipinto dal Sassetta.
Federico Zeri [5] è stato il primo a identificare i pannelli che appartenevano al polittico dell'Arte della Lana come opere di Sassetta, e ha suggerito che anche i due piccoli paesaggi oggi attribuiti a Sassetta dovrebbero avere un posto nel polittico di den, anche se la loro integrazione nell'opera solleva ancora molti interrogativi circa la loro posizione, le dimensioni e il significato in questo contesto.
Allo stesso modo, nella ricostruzione di Machtelt Israels del Trittico dell'Arte della lana, entrambi i pannelli trovano posto sotto il pannello centrale andato perduto.
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Ipotesi di ricostituzione del polittico dell'Arte della Lana, secondo Machtelt Israels
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Sassetta, Sant'Antonio bastonato dai diavoli, Siena, Pinacoteca Nazionale
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Stefano di Giovanni detto il Sassetta, Ultima cena, frammento del trittico dell’Arte della Lana
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Di questo polittico del Sassetta, la Pinacoteca Nazionale conserva inoltre
8 pannelli di colonne con santi, 2 pinnacoli con i profeti Elia ed Eliseo, e 2 pannelli di predella, Sant'Antonio battuto dai diavoli, e l'Ultima cena, Istituzione dell'Eucaristia.
Opere del Quattrocento
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Nelle sale successive sono esposte le opere del Quattrocento di Francesco di Giorgio (Maria annunciata, Annunciazione, Natività coi santi Bernardo e Tommaso d'Aquino - 1475), Matteo di Giovanni (Madonna col Bambino e angeli) e Neroccio di Bartolomeo (Trittico della Madonna col Bambino tra i santi Michele e Bernardino).
Nella sala 15 Adorazione dei pastori di Andrea di Niccolò e un fronte di cassone con Trionfo di David di Girolamo di Benvenuto[6]. Un corridoio stretto ospita due predelle del Maestro dell'Osservanza e porta alle sale 16 e 17, quasi interamente dedicate al prolifico Sano di Pietro. Tra le opere di vaste dimensioni il Polittico dei Gesuati e il Polittico dei santi Cosma e Damiano, tra quelle piccole l'Annuncio ai pastori e l'Apparizione della Madonna a Callisto[7].
La sala 19 offre un compendio di artisti senesi del pieno Quattrocento, come il Vecchietta (Madonna con Bambino il modello in tela per il tabernacolo bronzeo del Duomo di Siena e il modello in tela per il tabernacolo bronzeo del Duomo di Siena), Francesco di Giorgio (Incoronazione della Vergine), Benvenuto di Giovanni (Ascensione di Cristo) e Girolamo di Benvenuto (Pala della Madonna della Neve)[7].
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Girolamo Di Benvenuto Detto Girolamo Del Guastan (1470-1524), Madonna della Neve. Madonna con Bambino in trono con angeli e Santi, 1508 - 1508, Siena, Pinacoteca Nazionale
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Girolamo di Benvenuto (Siena, attivo tra il 1495 e il 1525) fu formato dal padre, il pittore Benvenuto di Giovanni.
L'opera è la parte centrale della pala d'altare nota come Pala Sozzini o Madonna della Neve della Cappella Sozzini nella Basilica di San Domenico a Siena.
Il pannello centrale della pala raffigura una Sacra Conversazione intorno alla Madonna della Neve, così chiamata perché la sua presenza vuole ricordare un miracolo di cui è l'origine. Secondo questa tarda leggenda, il miracolo, avvenuto il 5 agosto 356 a Roma, sarebbe alla base della Basilica di Santa Maria Maggiore.
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Opere principali
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Le opere da non perdere
Guido da Siena, Madonna col Bambino, San Francesco, San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena
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Guido da Siena, Madonna col Bambino, San Francesco, San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e anta. Maria Maddalena (dalla chiesa di S. Francesco a Colle Val d'Elsa), Pinacoteca Nazionale di Siena [foto Fabrizio Garrisi]
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Guido di Graziano, Dossale di san Pietro, 1280-1290 ca, tempera e oro su tavola, 100×141 cm,
Pinacoteca nazionale di Siena [1]
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Duccio di Buoninsegna, Polittico n. 47 (Madonna col Bambino e i Santi Agnese, Giovanni Evangelista, Giovanni Battista, Maria Maddalena), 1315-1319
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Duccio di Buoninsegna, Polittico n. 47, 1315-1319, tempera e oro su tavola, a, Siena, Pinacoteca Nazionale [4]
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Panorama del Terzo di Città dalla Torre del Mangia
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Piazza del Campo, visto dalla cima di Torre del Mangia
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Capitoline Wolf in front of the Compleso Santa Maria della Scala
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Traveling in Tuscany | Holiday homes in southern Tuscany | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Early morning light at the private swimming pool at Podere Santa Pia
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A bigger splash in swimming pool at Podere Santa Pia, southern Tuscany
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Reflections on the pool: Tuscan designs for a swimming pool
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Siena | Pinacoteca Nazionale di Siena Official Website
Wiki Commons | Paintings in the Pinacoteca Nazionale (Siena) by room
GUIDE ARTISTIQUE DE LA PROVINCE DE SIENNE
Bibliografia
- Toscana. Guida d'Italia (Guida rossa), Touring Club Italiano, Milano 2003
[1] Foto di Combusken, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported
[2] Foto di LigaDue, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale
[3] Logge del Papa, in Comune di Siena. URL consultato il 16-02-2011.
[4] Fabrizio Garrisi - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento
[5] Federico ZERI, “Verso una ricostruzione del trittico Arte Della Lana di Sassetta (1423-6)”, The Burlington Magazine , vol. 98, n. 635, 1956, pag. 36–41.
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