Roselle era un tempo un importante centro della civiltà etrusca, noto per la sua ricchezza, i suoi commerci e le sue realizzazioni artistiche. Il sito archeologico di Roselle (Rusellae in latino), che conserva importanti testimonianze storiche di epoca etrusca e romana, si trovava a circa 10 chilometri a nord di Grosseto. Roselle si trovava sulle rive dell'antico lago Prile ed è oggi uno dei siti archeologici più interessanti d'Italia.
Oggi i visitatori possono esplorare l'area archeologica di Roselle e il museo archeologico di Grosseto e scoprire la ricca storia di questa “città perduta”.
Le necropoli di Roselle
Le necropoli di Roselle sono collocate in un'ampia area circostante la città antica, all'esterno del perimetro murario e furono in uso per un lungo periodo di tempo: dall'VIII secolo fino alla fine dell'età antica. Per quanto riguarda il periodo etrusco, sono attestati tre tipi di tombe: a pozzetto, a fossa, a camera. Le tombe più antiche sono quelle del tipo a pozzetto e a fossa: le prime, collegate al rito funebre dell’incinerazione, sono costituite da pozzetti scavati nel terreno, entro cui sono deposti l'urna cineraria e gli oggetti di corredo; quelle a fossa sono invece destinate all’inumazione, hanno forma rettangolare e sono scavate nella nuda terra.
Nel VI secolo a.C. compaiono strutture più complesse, le cosiddette tombe a camera, mentre le semplici sepolture del tipo "alla cappuccina", fosse con copertura formata da tegole, sono riferibili ad età romana. Delle numerose sepolture rinvenute nel territorio di Roselle, conosciute più dai documenti d’archivio che dalle strutture superstiti, oggi le uniche fruibili nell’ambito del percorso di visita sono quelle della necropoli del Serpaio, che si trova lungo la strada carrozzabile che conduce alla città antica, fuori della cinta muraria. Sulla strada, che approssimativamente ricalca un antico tracciato, si affacciano infatti i resti di tombe a camera di piccole dimensioni: si tratta di piccoli ipogei con un'unica camera a pianta quadrangolare e corridoio di accesso, con copertura a lastre in aggetto e tumulo sovrastante. Pur essendo datate al VI secolo a.C., sono state ampiamente utilizzate anche nei secoli successivi. I materiali dei corredi, non sempre conservati nella loro integrità, sono raccolti a Grosseto nel Museo Archeologico e d'Arte della Maremma.
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