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Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco con l'incredulo Girolamo che cerca le stigmate, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

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Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco con l'incredulo Girolamo che cerca le stigmate, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze [1]

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Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco con l'incredulo Girolamo che cerca le stigmate, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

   
   

La cappella Bardi è la prima a destra della Cappella Maggiore della basilica di Santa Croce a Firenze. Contiene un ciclo di pitture a secco su parete di Giotto, databile al 1325 circa e dedicato a San Francesco d'Assisi.
Realizzata una decina d'anni dopo la vicina cappella Peruzzi, fu commissionata dai ricchi mercanti e banchieri fiorentini dei Bardi ed è considerata il testamento artistico del grande pittore, nel quale si trova una summa della sua opera pittorica, sebbene le pitture siano rovinate in più punti per diversi fattori succedutisi nel tempo, a partire proprio dalla tecnica di pittura, in larga parte a secco, dovuta alla necessità di contenere i tempi d'esecuzione in un momento in cui il pittore, celebre in tutta Italia e oltre, non riusciva a far fronte a tutte le richieste, delegando molto alla bottega°.

La cappella Bardi e la cappella Peruzzi subirono, nel XVIII secolo, un identico destino quando, nel 1730 per la cappella Bardi e nel 1758 per la Per uzzi, le pitture furono coperte con un 'imbiancatura a calce, probabilmente in sintonia col gusto predominante dell'epoca. Inoltre, durante i primi anni del XIX secolo, nelle pareti della cappella Bardi furono inseriti dei monumenti funebri che provocarono la perdita di ampie parti di pitture, in corrispondenza del primo ordine delle scene [2].

Vi sono rappresentati in sei scene Episodi della vita di San Francesco e figure di santi francescani, che riprendono aggiornandoli in senso più espressivo gli stessi temi delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi.

 

La Cappella Bardi, Santa Croce, Firenze. Gli affreschi di Giotto di Bondone narrano fatti della vita di san Francesco secondo la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio

La Cappella Bardi (a sinistra) e Peruzzi, Santa Croce, Firenze. Nella Cappella Bardi, gli affreschi di Giotto di Bondone narrano fatti della vita di san Francesco secondo la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio [1]

 

Esequie di san Francesco

Nelle Esequie di san Francesco sono fuse tre scene: il compianto funebre del santo, attorniato dai compagni fraticelli, la verifica delle stigmate da parte del medico Girolamo e l'ascensione di Francesco, la cui anima viene portata in cielo in estasi da un gruppo d'angeli entro un nimbo.

L'ambientazione è semplice: davanti a una parete dritta, decorata da specchiature marmoree, si trova il cataletto del santo, accerchiato dai frati che hanno gesti ed espressioni che scandagliano vari sentimenti, dalla disperazione di quello che leva le mani, alla sorpresa, dallo smarrimento al muto dolore, fino all'affettuoso omaggio di quelli che gli baciano mani e piedi. Ai lati si trovano poi due gruppi che rendono omaggio alla salma, di chierici e gente comune, silenziosi e composti. Il gonfalone che tiene i tre giovani chierici sulla destra genera una linea di forza che conduce l'occhio dello spettatore dritto alla rappresentazione dell'ascensione, in alto al centro.

Scena più famosa del ciclo, nonostante le lacune dovute all'inserimento di un monumento sepolcrale nella parete (che però fortunatamente non ha cancellato nessuna testa), fu studiatissimo ancora nel Rinascimento per la viva espressività, misurata al tempo stesso e solenne, rappresentando un riferimento fondamentale, ad esempio, per l'arte di Domenico Ghirlandaio.

 
Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco (dettaglio), 1317-1325, Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze Giotto di Bondone, la Morte di san Francesco (particolare), 1317-1325, Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco (particolare), 1317-1325, Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco, 1317-1325, Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze

Immagini suggerite dell affresco Esequie di san Francesco con l'incredulo Girolamo che cerca le stigmate,
nella Cappella Bardi, Santa Croce, Firenze(1)


   
   

La cappella Bardi è decorata con il primo ciclo di Storie di San Francesco fuori di Assisi. Sul transetto, la parete di ingresso reca la rappresentazione delle Stigmate di San Francesco e due busti in clipeo, nei pennacchi dell'arco di acceso, probabilmente raffigurano Adamo ed Eva.
ll piccolo vano rettangolare, di accentuato slancio verticale, è coperto da una volta a crociera in cui sono i clipei con le allegorie delle virtù francescane, Povertà, Castità e Obbedienza, completate probabilmente da San Francesco in gloria, oggi perduto; perduti sono anche gli otto santi in polilobi dell'intradosso dell'arco di ingresso (oggi sostituiti da sagome ottocentesche). Sulla parete di fondo, ai lati della finestra, quattro nicchie su due livelli ospitavano ognuna una figura stante: a sinistra San Lodovico di Tolosa, in alto, e Santa Chiara, in basso; a destra Santa Elisabetta d'Ungheria, in basso, e un altro santo (forse San Giorgio) ora perduto, in alto. Sulle pareti laterali sono rappresentate sei storie di San Francesco: a sinistra. dall'alto in basso, la Rinuncia agli averi, l'Apparizione al capitolo di Arles e le Esequie di San Francesco; a destra, la Conferma della regola, la Prova del fuoco di fronte al sultano e l'Apparizione a frate Agostino e al vescovo di Assisi. La disposizione generale delle scene presuppone un punto di vista centralizzato ed uno scorcio da sotto in su.[2]
Pur nella estreme riduzione di numero e sintesi narrativa delle storie (un quarto rispetto al ciclo di Assisi), la scelta operata nella cappella Bardi doveva essere vista come coerente e rappresentativa per l'ordine francescano. Le Esequie di San Francesco sintetizzano due storie di Assisi: la Mortedel Santo e la Verifica delle Stigmate, i cui elementi principali vengono combinati in una scena sola. La spazialità breve della scena accende l'attenzione sulle figure, che si affollano compostamente intorno al corpo di San Francesco in senso spaziale, costruendo la profondità con la loro stessa robustezza plastica e il loro disporsi progressivamente dal profìlo, allo scorcio, alla frontalità. Nonostante la grande lacuna, si tratta della scena forse più famosa del ciclo, solo in parte per via della sua posizione ad un livello più basso e quindi più visibile. In realtà è certo, narrativamente ed esteticamente, la scena di maggior impatto dell'intero ciclo. La rappresentazione delle espressioni degli astanti, i sentimenti e le reazioni diversi davanti alla morte del Santo colpiscono ancora oggi e, verosimilmente, all’epoca spingevano ad una scelta di identificazione dei riguardanti. Indimenticabili le figure del frate che alza le braccia con un gesto in cui dolore e contemplazione si fondono insieme mirabilmente; l'accoratezza e il pianto di quello che si porta le mani al volto; quelli che baciano i piedi e le mani del Santo in segno di venerazione; il gesto, descritto con dettaglio quasi macabro, con cui il cavaliere Girolamo si accinge alla verifica della stigmata del costato, novello San Tommaso (in una reiterazione dell' idea di Francesco come Alter Christus). [2]

 

       
 
   
Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco (particolare), Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze

Giotto di Bondone, Esequie di san Francesco (particolare), Cappella Bardi, Basilica di Santa Croce, Firenze [2]

 

All'esterno, sopra l'arcone, si trova inoltre l'episodio cardine delle Stimmate di san Francesco.

Nella cappella, il ciclo di affreschi può essere letto dall'alto verso il basso. La lettura salta da una parete all'altra, venendo letta dall'alto in basso e da sinistra a destra. Alla Rinuncia ai beni paterni segue sulla parete opposta l'Approvazione della Regola, poi al secondo livello l'Apparizione al Capitolo di Arle con la Prova del fuoco, e infine nel registro più basso le Esequie di san Francesco con l'Apparizione a frate Agostino e al vescovo Guido d'Assisi.

Inizia sulla parete sinistra (parete nord):

1 - San Francesco rinuncia alle vesti davanti al vescovo Guido e al padre Bernardone, 280 x 450 cm

3 - Apparizione di san Francesco a sant'Antonio nel Capitolo di Arles , 280 x 450 cm

5 - Esequie di san Francesco con l'incredulo Girolamo che cerca le stigmate, 280 x 450 cm

Sulla parete opposta (parete sud) sono raffigurati:

2 - Approvazione della Regola (sulla lunetta),

4 - Prova del fuoco davanti al Sultano, 280 x 450 cm

6 - Visioni di frate Agostino e del vescovo Guido di Assisi, 280 x 450 cm

 




Giotto in Santa Croce | Il restauro della Cappella Bardi in Santa Croce, ottobre 2024 - luglio 2025

 

Citata sia dal Ghiberti che dal Vasari, nel Settecento doveva essere ormai in uno stato di conservazione molto precario, anche a causa delle infiltrazioni e delle ripetute alluvioni che più volte avevano allagato la basilica. Fu quindi imbiancata nel 1714 e riscoperta dal 1852, quando venne restaurata con pesanti integrazioni di Gaetano Bianchi, oggi rimosse e conservate in ambienti attigui alla sagrestia della stessa chiesa. Gaetano Bianchi lavorò con entusiasmo per recuperare un Giotto ancora “parlante” tra gli scialbi. Tuttavia, per rimuovere l'imbiancatura e i due cenotafi, le pareti furono interessate da numerosi graffi e abrasioni. Oggi le sagome di questi due monumenti funerari formano una dolorosa cicatrice.

Solo nel 1937 poté essere liberato anche l'affresco sopra l'arcone di ingresso. Le pitture, già danneggiate dall'inserimento di monumenti sepolcrali e nascoste dalle ridipinture, vennero saggiate scoprendo un buono stato della superficie pittorica originale. Furono restaurate nel 1958-1959 e si trovavano in condizioni migliori di quelle della vicina Cappella Peruzzi[5]. Inoltre, in linea con la filosofia dell'epoca, il restauro prevedeva aggiunte “di stile”. Solo tra il 1957 e il 1958 i restauri successivi mirarono a restituire un Giotto più autentico, eliminando le aggiunte pittoriche. Tuttavia, nel processo furono utilizzati fissativi sintetici e vinilici, ed è con quest'ultimo intervento, oltre che con i danni causati dall'alluvione del 1966, che si è confrontato il recente restauro.
L'approccio scientifico moderno cerca di porre rimedio nel miglior modo possibile ai disastri del passato. Preceduto da un approfondimento diagnostico multidisciplinare e non invasivo, ovvero con tecniche che non incidono sui dipinti murali, l'ultimo restauro è iniziato nel giugno 2022.

 

Giotto di Bondone, Transito di Francesco, restauro, volto post pulitura in attesa del ritocco pittorico, cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

Giotto di Bondone, Transito di Francesco, restauro, volto post pulitura in attesa del ritocco pittorico,
cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

 

Preceduto da un esame diagnostico multidisciplinare e non invasivo, cioè con tecniche che non prevedono il contatto con le pitture murali, l'ultimo restauro è iniziato nel giugno 2022. L'Opera di Santa Croce ha affidato il restauro del ciclo a Cristina Acidini, Presidente dell'Opera di Santa Croce, e a Emanuela Daffra, Soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure.
La rinnovata freschezza e la raffinatezza di alcuni dettagli ci mostrano gli effetti di realismo e complessità spaziale dei dipinti di Giotto.


Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce:

«Nella Cappella Bardi si incrociano le linee più profonde dell’identità della Basilica francescana di Santa Croce, la linea iconografica che ha per protagonista san Franceso a cui è intitolata la chiesa, il convento e l’intera comunità dei frati e la linea artistica di cui è protagonista Giotto, il padre della pittura italiana. È quindi veramente la quintessenza dello straordinario livello di rappresentatività che Santa Croce riviste sia in materia di fede sia in materia d’arte»

« Il restauro in corso ci consente non solo di avvicinarsi a questo testo così compromesso e alterato da interventi successivi, ma anche  e soprattutto grazie alla pulitura già effettuata, di cogliere l’altissimo tenore qualitativo delle parti rimanenti della pittura giottesca: la fisicità straordinaria, il classicismo l’espressività che negli episodi della vita di san Francesco e delle sue apparizioni post mortem si manifestano giustificando davvero la carismatica presenza di Giotto come capostipite dell’arte di Occidente».[3]


Giotto di Bondone, Transito di Francesco, restauro, volto post pulitura in attesa del ritocco pittorico, cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

Giotto di Bondone, Transito di Francesco, restauro, volto post pulitura in attesa del ritocco pittorico, cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

 

Molte delle diffuse scalfitture, graffi e danni che si notano sulle pareti dipinte dopo la pulitura sono il risultato di procedure meccaniche di rimozione dell'imbiancatura.
Oggi queste aperture bianche, che coprono drammaticamente l'intero ciclo, non vengono ridipinte come faceva Gaetano Bianchi nell'Ottocento. Al contrario, quegli spazi sono riempiti da interventi facilmente rimovibili e da colori che da lontano danno un senso di unità o coerenza cromatica, mentre da vicino appaiono chiaramente interventi successivi. Nel 1958-1959 Leonetto Tintori eseguì un nuovo restauro, mantenendo solo le parti originali. Non è un caso che Tintori abbia lasciato delle piccole finestre nei colori applicati da Bianchi, invisibili dal pavimento ma facilmente leggibili dall'impalcatura.[4]



Giotto di Bondone, Morte e verifica delle stimmate di san Francesco d'Assisi, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze [Alinari, Fratelli — Firenze - Chiesa di S. Croce. S. Francesco circondato dai suoi fratelli. (Giotto), prima del restauro del 1959][Fondazione Federico Zeri, Archivio fotografico]

Giotto di Bondone, Morte e verifica delle stimmate di san Francesco d'Assisi, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze [Alinari, Fratelli — Firenze - Chiesa di S. Croce. S. Francesco circondato dai suoi fratelli. (Giotto), prima del restauro del 1959][Fondazione Federico Zeri, Archivio fotografico] [6]

 

Giotto di Bondone, Approvazione della Regola, affresco, 1317-1325, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze   Giotto di Bondone - Scenes from the Life of Saint Francis - 3. Apparition at Arles - WGA09305

Rinuncia dei beni

 

 

 

Giotto di Bondone, Approvazione della Regola

 

 

 

Giotto di Bondone, Apparizione di san Francesco a sant'Antonio nel Capitolo di Arles

 

Giotto di Bondone, Prova del fuoco davanti al Sultano, delle Storie di san Francesco,
parete destra della cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

  La Cappella Bardi, Santa Croce, Firenze. Gli affreschi di Giotto di Bondone narrano fatti della vita di san Francesco secondo la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio   Giotto di Bondone - Scenes from the Life of Saint Francis - 7. Vision of the Ascension of St Francis - WGA09315

Giotto di Bondone, Prova del fuoco davanti al Sultano, Cappella Bardi, basilica di Santa Croce, Firenze

 

 

La Cappella Bardi, Santa Croce, Firenze

 

 

Giotto di Bondone, Visioni dell'ascensione di san Francesco

 

   

[1] Foto di jean louis mazieres, publicato ato sotto la licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic- Creative Commons.
[2] Cecilia Frosinini, Le esequie di San Francesco - Giotto, Cappella Bardi, 2013, in "Maestri e capolavori", Edizioni l'Orbicolare | www.academia.edu [Cecilia Frosinini (Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro, Direttore Settore Restauro Pttlure Murali. Firenze]
[3] Nella Cappella Bardi Giotto dava vivezza con l'uovo - - Il Giornale dell'Arte | www.ilgiornaledellarte.com
[4] Un frate scosta la tenda, l’altro è stupefatto: cosa svela Giotto visto da vicino nella Cappella Bardi in restauro | www.ultura.tiscali.it
[5] Maurizia Tazartes, Giotto, Rizzoli, Milano 2004, p. 116.
[6] [Alinari, Fratelli — Firenze - Chiesa di S. Croce. S. Francesco circondato dai suoi fratelli. (Giotto), prima del restauro del 1959[Fondazione Federico Zeri, Archivio fotografico | catalogo.fondazionezeri.unibo.it, publicato sotto la Licenza Creative Commons 4.0]

 

Bibliografia

Maurizia Tazartes, Giotto, Rizzoli, Milano 2004. ISBN non esistente

Edi Baccheschi, L'opera completa di Giotto, Rizzoli, Milano 1977.

Art in Tuscany | Giotto di Bondone | The Bardi Chapel in Santa Croce





 

Consolidamento e pulitura degli affreschi di Giotto di Bondone. La restauratrice Maria Rosa Lanfranchi al lavoro sul «Transito di Francesco» nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce di Firenze

La restauratrice Maria Rosa Lanfranchi al lavoro sul «Transito di Francesco» nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce di Firenze

° Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Cappella Bardi (Santa Croce) dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.