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Franco Gizdulich, modello della facciata medievale del duomo diFfirenze, 1999-2000
Ricostruzione dell'antica facciata della chiesa, secondo un ipotetico progetto di Arnolfo di Cambio [0]
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Facciata Santa Maria della Fiore, Firenze | La facciata di Arnolfo
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La facciata di Santa Maria del Fiore fu uno degli elementi più tormentati nella storia della costruzione della cattedrale fiorentina. Avviata al tempo di Arnolfo di Cambio e decorata, fino al Quattrocento, da importanti lavori scultorei, venne demolita nel 1587 e, nonostante i numerosi progetti, mai rifatta fino all'Ottocento, quando fu messo in opera il progetto di Emilio De Fabris, che si vede ancora oggi. Oggetto di polemiche mai sopite, l'opera è un importante esempio di stile neogotico in Italia°.
Storia
Non esistono documenti esatti che facciano risalire ad Arnolfo il disegno della prima facciata, sebbene gli scavi abbiano confermato che le fondazioni nella zona centrale della facciata possano risalire alla fase più antica dell'edificazione, quella duecentesca. L'inconsueto avvio della nuova costruzione dal fronte fu dovuto alla particolare necessità di avere disponibile, fin dall'inizio, un ambiente che, con la vetusta chiesa di Santa Reparata, potesse continuare ad essere usato per gli svolgimenti liturgici.
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Le facciate di Santa Reparata [13]
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La facciata "di Arnolfo"
A tutt'oggi non vi è unanimità sull'esistenza di un progetto arnolfiano esteso all'intera larghezza della facciata, seppure portato avanti dai suoi successori fino a un'altezza di circa dieci metri, poco oltre i portali. La decisione del Governo del Comune di Firenze di esentare Arnolfo dal pagamento di tributi per sé e per i suoi rimane un forte indizio dell'apprezzamento per i primi lavori per la nuova cattedrale: Magnifico et visibili principio. Poiché onori del genere erano tutt'altro che consueti nell'oculata amministrazione cittadina, è logico pensare che si trattasse di costruzioni davvero impressionanti, per quanto solo abbozzate. Le recenti indagini condotte sulle fondazioni della facciata tuttavia suggeriscono l'esistenza di una consistente fase trecentesca attribuibile alla direzione di Giotto.
Facciata di Arnolfo 1300
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Facciata del Duomo di Firenze diArnolfo di Cambio, noto anche come Arnolfo di Lapo [13]]
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«Arnolfo aveva disegnata ed eseguita fino ad un certo punto, e a misura che cresceva la fabbrica delle navate, una facciata. Questa facciata la prima di S. Maria del Fiore doveva essere incrostata di marmi della stessa forma, e degli stessi colori di quelli che adornano da tutti i lati il Duomo. Eranvi finestre somigliantissime alle laterali di forma lunga e stretta. Fra mezzo alle porte erano poste quattro grandi nicchie; in tutto il resto la facciata era poi incrostata di variati marmi.»[13]
Facciata di Giotto 1334-1588
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Faciata del Duomo di Firenze fatta da Giotto[13]
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«Ad Arnolfo succedè Giotto, questi pensò di rinnuovare la facciata, decorandola in modo, che per le statue, colonne, rilievi accompagnasse piuttosto il campanile che il resto dell’Edifizio. Questa facciata arrivò appena a metà; la parte già fatta era piena di nicchie destinate per le statue che via via si andavano collocando. Alcune di queste statue erano di Donatello di cui in questi giorni si festeggia il V° Centenario della sua nascita. Sopra la parte di mezzo della Facciata disegnata da Giotto, vi era una cappelletta con una statua in marmo, rappresentante Nostra Signora seduta con il Gesù Bambino sulle ginocchia, ai lati vi erano due statue rappresentanti S. Zanobi e S. Reparata, due angioli aprivano un padiglione. Sulla porta laterale dalla parte di via dei Martelli in un altra cappella era scolpita, la natività di Gesù Cristo contornato da molte figure di pastori e di animali. Sull’altra parte laterale era rappresentato il Transito di Maria. Negli spazi compresi tra le porte vi erano in quattro nicchie i Sacri Evangelisti scolpiti da Donatello e che furono poi trasferiti nella Tribuna maggiore e sopra di essi in nicchie simili, vi erano i quattro dottori della Chiesa. Giotto nella sua facciata aveva pure destinati i simulacri dei cittadini famosi o in lettere o in armi, e sembra che in questa facciata figurassero anche i poeti Fiorentini trasferiti appiè del Poggio Imperiale l’anno in cui si demolì la facciata.
Il progetto di Giotto fu approvato nell’anno 1334; ma la costruzione fu poi sospesa, senza saper bene la causa quantunque si dicesse che fu interrotta pel timore che il carico dei marmi e delle statue che ci dovevano andare traboccasse innanzi, stante la debolezza del muro. Questa facciata incompiuta durò a stare in piedi fino al 1588, quando ai 22 di Gennaio si cominciò a disfare per opera, di Benedetto Uguccioni, allora provveditore dell’opera del Duomo.
Fra le molte statue che ornavano questa facciata vi era quella di Farinata degli Uberti.»[13]
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Dell'aspetto di questa facciata restano alcune memorie iconografiche, tra cui una Madonna della Misericordia del 1342 alla Loggia del Bigallo, un affresco quattrocentesco e staccato nel Museo di Santa Croce, una miniatura con Storie di san Zanobi del 1335, e infine un disegno dettagliato di Bernardino Poccetti, eseguito prima della demolizione, da cui lo stesso autore trasse lo sfondo di una lunetta ad affresco per il chiostro di Sant'Antonino nel convento di San Marco e dal quale trasse una copia anche Alessandro Nani nel XVII secolo[1].
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Bernardino Poccetti, Disegno della facciata originaria di Santa Maria del Fiore di Arnolfo di Cambio, 1587. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo
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Bernardo daddi, Madonna della Misericordia (particolare) , con più antica veduta di Firenze e vecchio Duomo, 1342 [0]
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Pietro Nelli, arrivo dei francescani a firenze, 1390 ca., dal loggiato superiore del primo chiostro [0]
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Pietro Nelli, arrivo dei francescani a Firenze (particolare), 1390 ca., dal loggiato superiore del primo chiostro, Museo dell'Opera di Santa Croce (Firenze) [0]
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Bernardino Poccetti, Sant’Antonino nel 1446 diviene arcivescovo di Firenze entrando scalzo in duomo. Chiostro di S. Antonino, Museo di San Marco
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La decorazione scultorea
Da queste tracce si ricostruisce come il colore fosse una nota dominante della facciata, adorna di marmi colorati, mosaici cosmateschi, tabernacoli e nicchioni in cui la luce produceva effetti chiaroscurali, e una grande profusione di statue. L'andamento verticale, tipicamente gotico, era stato attutito da Arnolfo in forme più classiche e posate, predisponendo partiture orizzontali dal ritmo lento e scandito, che limita l'impatto anche di elementi tipicamente nordici come gli archi a sesto acuto[2].
Le decorazioni scultoree sono oggi in larga parte conservate ed esposte nel Museo dell'Opera del Duomo. La fascia basamentale con i gruppi scultorei delle lunette dei portali sono attribuiti senza alcuna discussione all'opera di Arnolfo.
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Nuovo Museo dell'Opera del Duomo, facciatone arnolfiano di Santa Maria del Fiore
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La facciata originale, che non superava mai i cancelli d'ingresso, fu rimossa nel 1587 per ordine del granduca Francesco I de' Medici, che sognava una facciata in stile rinascimentale. A seguito di questa operazione molte sculture della facciata medievale del Duomo furono disperse, perdute, vendute a privati, alcune finirono nei giardini e nei palazzi di case fiorentine. Tra il XIX secolo e oggi, gran parte di queste opere furono ritrovate e riacquistate, permettendone così la loro ricongiunzione e restituendo la lettura completa del programma iconografico della facciata. Grazie ad un disegno di Bernardino Poccetti, realizzato prima dello smantellamento, nel 2015 nella “Sala del Paradiso” del nostro Museo, è stata creata una riproduzione in resina della facciata arnolfiana, popolata con le sculture originaliche ne facevano parte. Ma non tutti gli originali sono tornati a casa e alcuni hanno preso la via di altri musei di tutto il mondo[4].
Le tre lunette dei portali contenevano un ciclo scultoreo dedicato a Maria, titolare dell'edificio: a sinistra la Madonna della Natività, al centro la Madonna in trono e santi e a destra la Dormitio Virginis, cioè il Compianto sulla Vergine nel momento della morte, raffigurata nell'atto di addormentarsi. A parte l'ultimo gruppo frammentario, nel Bode-Museum di Berlino, tutti gli altri frammenti scultorei si trovano nel Museo dell'Opera del Duomo. Arnolfo impiegò tutta la sua maestria tecnica nella realizzazione delle sculture, dando forte tridimensionalità ai rilievi pur impiegando lastre di spessore piuttosto contenuto. Concepite per essere osservate dal basso, creavano una sorta di effetto trompe l'oeil (effetto col quale in pittura si simulano decorazioni tridimensionali), che è stato accostato agli effetti ricercati in alcuni affreschi di Giotto ed altri pittori[4].
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Arnolfo di Cambio, Ontslapenis van de Maagd Maria en dubbele buste van twee apostelen, 1300,
Bode Museum, kopie in het Museum Opera del Duomo [8]
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Gli sguanci del portale maggiore ospitavano otto statuette di Santi disposte su file, oggi nel Museo dell'Opera e attribuite a Piero di Giovanni Tedesco, con datazione al 1387-1390 circa, tranne una riferibile a Francesco del Sellaio e databile al 1350-1375 circa[5]; da qui provengono anche due angeli musicanti pure di Piero di Giovanni Tedesco (con liuto e con organetto, 1386 circa), pure nel Museo dell'Opera[6]. Il secondo ordine ai lati del portale maggior presentava invece quattro grandi santi particolarmente legati alla diocesi fiorentina, ciascuno affiancato da una coppia di angeli adoranti. Di queste figure spesso mutile, due sono nel Museo dell'Opera (San Vittore e San Barnaba, acefale, la prima forse del giovane Nanni di Banco, l'altra attribuita a Piero di Giovanni Tedesco) e due al Louvre (Santo Stefano[7] e San Lorenzo[8], attribuiti a Piero di Giovanni Tedesco)[9].
Nelle nicchie superiori dei contrafforti si trovavano quattro Dottori della Chiesa, tutti nel Museo dell'Opera: Sant'Agostino e San Gregorio di Niccolò di Piero Lamberti, Sant'Ambrogio e San Girolamo di Piero di Giovanni Tedesco (1396-1401 circa); finiti dopo lo smantellamento alla villa di Poggio Imperiale vennero scambiati, a causa della corona d'alloro, per i ritratti dei letterati Omero, Virgilio, Dante e Petrarca[10].
Tra il 1408 e il 1415 vennero infine eseguiti i quattro Evangelisti seduti, destinati alle nicchie ai lati del portale centrale, nel registro inferiore. Essi sono il San Luca di Nanni di Banco, il San Giovanni Evangelista di Donatello, il San Matteo di Bernardo Ciuffagni e il San Marco di Niccolò di Piero Lamberti. Opere di livello qualitativo e cifra stilistica assai differenti, sono un'importante testimonianza dell'avanzare del rinnovato stile poi definito "rinascimentale" a fronte degli eccessi decorativi del tardo gotico ormai agli sgoccioli: le prime due statue spiccano infatti per la solenne compostezza, l'assenza di fronzoli, le deformazioni prospettiche per slanciarsi dal punto di vista ribassato dello spettatore. Le seconde invece, pur di alta qualità, mostrano ancora il panneggio che si incurva in falcate ritmiche e gli orli che si aggrovigliano in ghirigori senza fine, soprattutto in quella di Piero[11].
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Arnolfo di Cambio, Madonna dagli occhi di vetro, 1300-05
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Andrea Pisano, Santo Stefano, 1340-43
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Effigie tombale di Bonifacio VIII con la doppia tiara, opera di Arnolfa di Cambio, conservata nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze
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Piero di Giovanni Tedesco,
Angelo con liuto, 1387
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Piero di Giovanni Tedesco, Angelo con organo portativo, 1387
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Niccolò di Piero Lamberti, San Marco evangelista, 1408-1415
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Bernardo Ciuffagni, San Matteo evangelista, 1410-15
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Nanni di Banco, San Luca evangelista, 1408-13
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Donatello, San Giovanni evangelista, 1409-1415
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Arnolfo di Cambio, gregge di pecore e buoi, da un gruppo dell'Annuncio ai pastori, 1296-1300 ca. , Museo Opera del Duomo, Firenze [0]
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Facciata Santa Croce, Firenze, fotogallerijLa decorazione scultorea
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Cattedrale Santa Maria della Fiore e Campanile, Firenze
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Michelangelo Buonarroti, Pietà Bandini, Tribuna di Michelangelo, Santa Maria del Fiore, Firenze
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Optical illusion on the floor of the Duomo Firenze, attributed to Baccio d'Agnolo and Francesco da Sangallo
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Bernardino Poccetti, Ontwerp van de oorspronkelijke gevel van Santa Maria del Fiore door Arnolfo di Cambio, 1587. Firenze, Museum Opera del Duomo
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Alinari, Fratelli, Firenze. Facciata di Santa Maria del Fiore, Positivo, ca 1886 - ca 1887
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De façade van de Duomo van Firenze en de campanile van Giotto di Bondone
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![Piazzale Michelangelo [Magnificent View on Ponte Vecchio]](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4f/Florence_from_Piazzale_Michelangelo_-_panoramio_%286%29.jpg/512px-Florence_from_Piazzale_Michelangelo_-_panoramio_%286%29.jpg) |
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Piazzale Michelangelo [Magnificent View on Ponte Vecchio]
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Piazzale Michelangelo, con veduta del Duomo di Santa Maria del Fiore |
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Piazzale Michelangelo, view over Florence's most iconic landmarks, Palazzo Vecchio and the Duomo
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Museo Opera di Santa Maria del Fiore | Duomo Firenze
Duomo Operamuseum
Di questa difficile, secolare storia della facciata del Duomo fiorentino, è conservata nell'archivio dell'Opera del Duomo di Firenze la straordinaria raccolta di disegni architettonici inviati alle diverse commissioni nel corso dei decenni e in parte esposta nella sezione del museo dedicata proprio a questa impresa ottocentesca.
Grazie ad un disegno di Bernardino Poccetti, realizzato prima dello smantellamento della facciata medievale, nel 2015 è stata realizzata nella “Sala del Paradiso” del museo una ricostruzione in resina della facciata di Arnolfo, riempita con le sculture originali che ne facevano parte.
Alcuni modelli in legno della facciata fanno parte anche del bellissimo percorso museale che documenta la storia della facciata
• Accesso da Piazza del Duomo n. 9.
• Il museo è composto da 28 sale distribuite su tre piani, accessibili tramite scale o ascensori.
• La durata consigliata della visita è di circa 60-90 minuti.
Il museo è chiuso il primo martedì di ogni mese.
Wikipedia | Facciata di Santa Maria del Fiore | Decorazione della facciata di Santa Maria del Fiore
Bibliografia
Santa Maria del Fiore
Giuseppe Zuffanelli e Francesco Faglia, Le facciate del Duomo di Firenze
Nicolò Masturzo, Santa Reparata e Santa Maria del Fiore. Studio delle fondazioni in facciata, in Santa Maria del Fiore. Teorie e storie dell'archeologia e del restauro nella città delle fabbriche arnolfiane, a cura di Giuseppe Rocchi Coopmans de Yoldi, Firenze 2006, pp. 209–221.
Francesca Pomarici, La prima facciata di Santa Maria del Fiore: storia e interpretazione, Roma, Viella (2004)
Il museo dell'Opera del Duomo a Firenze, Mandragora, Firenze 2000. ISBN 88-85957-58-7
Carlo Cresti, M. Cozzi, G. Carapelli, Il Duomo di Firenze 1822-1887. L'avventura della facciata, Firenze 1987.
Enzo Carli, Arnolfo, Edam, Firenze, 1993.
Cesare Guasti, Santa Maria del Fiore. La costruzione della Chiesa e del Campanile, Firenze, Ricci, 1887; rist. anast. Bologna, Forni, 1974.
Firenze
Damien Wigny, Au coeur de Florence : Itinéraires, monuments, lectures, 1990
Mary McCarthy, The Stones of Florence, Harcourt Brace International (1998), ISBN-10: 9780156850803 - ISBN-13: 978-0156850803
Mary McCarthy, De stenen van Florence, Het Spectrum, Schrijvers over de wereld, 1989, ISBN 9789027422071
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[0] Photo by Sailko - Own work, CC BY 3.0, Link
Modello dell'antica facciata medievale di Santa Maria del Fiore, in legno dipinto, con ipotesi ricostruttiva della decorazione marmorea. Il modello è stato eseguito dall'arch. Franco Gizdulich all'apertura del nuovo allestimento del Museo nel 2000, sulla base degli studi più recenti sulle fonti iconografiche antiche, tra cui la copia del Nani del disegno del Poccetti precedente alla demolizione nel 1587. [Museo Opera del Duomo | Modello della facciata medievale della Cattedrale]
[1] Guida d'Italia, Firenze e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 200., p. 155.
[2] Mandragora, cit., p. 24.
Secondo la ricostruzione proposta nel 2005, in occasione di una esibizione temporanea all'Opera del Duomo, da Erica Neri e Silvia Moretti, la facciata sarebbe stata caratterizzata nei livelli portati a termine da grandi protiri pensili sovrastanti i tre portali, seguiti da un registro di bifore cuspidate, che simulavano una galleria aperta; mosaici in stile cosmatesco, una novità per Firenze, ma una costante dell'opera arnolfiana, che a Roma era stato in contatto con le famiglie dei marmorari romani, adornavano lo zoccolo basamentale tra i portali con fasce di false finestre (ritrovate in parte nel 1970 rimuovendo alcuni lastroni utilizzati per il pavimento).
[3] Mandragora, cit., p. 26.
[4] Museo Opera di Santa Maria del Fiore | Storie dalla facciata di Arnolfo | www.duomo.firenze.it
[5] Mandragora, cit., pp. 30-31.
[6] Mandragora, cit., p. 39.
[7] Saint Etienne - Louvre Collections | cartelen.louvre.fr
[8] Saint Laurent - Louvre Collections | cartelen.louvre.fr
[9] Mandragora, cit., p. 32.
[10] Mandragora, cit., p. 33.
[11] Mandragora, cit., p. 34 e seguenti.
[12] Photo published by Giaccai, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
[13] Giuseppe Zuffanelli, Francesco Faglia. Le facciate del Duomo di Firenze, dal 1298 al 1887. Firenze, Benelli e Gambi, 1887. Fonte: Internet Archive
° Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Facciata di Santa Maria del Fiore dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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