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Giambologna, Ratto delle Sabine, 1574-1580, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

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Giambologna, Ratto delle Sabine, 1574-1580, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze [1]

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Giambologna, Ratto delle Sabine, 1574-1580, Loggia dei Lanzi, Firenze



   
   

De Loggia dei Lanzi o la Loggia della Signoria si trova in piazza della Signoria a destra di Palazzo Vecchio e accanto agli Uffizi, i quali vi si innestano sul retro con una terrazza proprio sulla sommità della loggia.
A partire dal '500, con la creazione del Granducato di Toscana e la soppressione definitiva delle istituzioni repubblicane, questo spazio fu destinato ad accogliere alcuni capolavori scultorei, divenendo uno dei primi spazi espositivi al mondo.

Il capolavoro più complesso è il Ratto delle Sabine, capolavoro in marmo del Giambologna (1583). Oltre all'originale, nel Museo dell'Accademia si trova il modello a grandezza naturale in gesso, eseguito dallo stesso Giambologna come preparazione per l'esecuzione della statua in marmo. Sempre del Giambologna è l'Ercole e il centauro Nesso, dal sensazionale effetto di movimento espresso dal corpo in tensione del centauro sottomesso dall'eroe greco (1599).
Di fronte a Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria, si trova una statua equestre di Cosimo I, anch'essa opera del Giambologna (1594). Il Giambologna contribuì anche alla Fontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati (1575).


Il Ratto delle Sabine

La statua è alta 4,10 metri (le dimensioni delle sculture crebbero molto dopo che Michelangelo scolpì il David) e rappresenta un giovane che solleva sopra la sua testa una fanciulla, mentre bloccato fra le gambe del giovane un vecchio si dispera; per questo la statua è anche nota come le tre età dell'uomo.

L'autore dell'imponente scultura, tra i capolavori del manierismo è il Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne, il quale, in qualità di scultore ufficiale della Famiglia Medici, ricevette la commissione. Giambologna realizzò l'opera in competizione tecnica con gli scultori della classicità (di cui si credeva a torto che fossero riusciti a scolpire grandi figure in blocchi unici di marmo).

 



Rape of the Sabine Women (detail), (1583) by Giambologna at the Loggia dei Lanzi in Florence Il Ratto delle Sabine, Giambologna, 1583, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze De Sabijnse maagdenroof (detail), Giambologna, 1583, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

Giambologna, Ratto delle Sabine, (dettagli),1574-1580, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

 

L’opera raffigura una ragazza che cerca di liberarsi, sollevata da un uomo ai cui piedi si trova un vecchio, che si dispera. Rappresenta un episodio dell’antica storia romana, il Ratto delle Sabine: Romolo, re e fondatore della città, fece rapire le donne sabine perché i romani avessero qualcuno con cui procreare.

L’opera rappresenta la drammaticità e la violenza di quel momento. Tuttavia, ha anche un’altra definizione, le tre età della vita. L’uomo più anziano è sovrastato da un uomo, il quale regge una ragazza, ancora più giovane di lui [3].

Giambologna realizzò un vero e proprio tour de force tecnico riuscendo a cavare la statua da un sol blocco di marmo, dandole inoltre un andamento estremamente variato, grandi masse e vuoti distribuiti in modo irregolare, ma soprattutto creò la prima statua con punti di vista multipli, invitando lo spettatore a crearsi un percorso a spirale per osservare l'opera da tutte le molteplici angolazioni significative.



Enlèvement Sabines Giambologna Florence.jpg

De ontvoering van de Sabijnse vrouwen, door Jean de Bologne. Bronzen plaquette op de sokkel van het standbeeld met dezelfde naam, Loggia dei Lanzi, Firenze [5]

 

Nel basamento è inserita una placca bronzea con una scena del ratto, in cui le diverse possibili combinazioni fra le figure vengono ripetute in diverse dimensioni e con diverse profondità del rilievo. La statua fu inserita nella Loggia della Signoria, nota anche come Loggia dei Lanzi, insieme a numerose altre, tra cui il Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini con l'intento da parte del Granduca di snaturare la funzione originale della Loggia, spazio fondamentale delle funzioni di rappresentanza del governo repubblicano, facendone un museo all'aperto. In quella posizione venne inizialmente collocata la Giuditta in bronzo di Donatello. Il significato simbolico e la storia della statua (la giovane ebrea che decapita il tiranno, sorta di David al femminile, era stata sequestrata dal Comune proprio alla famiglia Medici nel corso di una delle tante cacciate che questi subirono) oltre alle sue ridotte dimensioni, ulteriormente accentuate dall'immensa arcata a tutto sesto sotto cui si veniva a trovare, ne determinarono lo spostamento sull'Arengo di Palazzo Vecchio e la sostituzione (1583) con una scultura di ben altra mole.

La scultura è firmata OPVS IOANNIS BOLONII FLANDRI MDLXXXII (opera in Jean de Bologne des Flandres, 1582). . Esiste una versione preparatoria in bronzo con solo due figure al Museo di Capodimonte di Napoli. Giambologna ha poi rivisto il suo diagramma con una terza figura: due modelli in cera di quest'opera sono attualmente al Victoria and Albert Museum di Londra. Infine, la prova in gesso a grandezza naturale per la scultura finale, eseguita nel 1582, viene presentata alla Galleria dell'Accademia di Firenze.

Nel Museo dell'Accademia è conservato il modello originale in "terra cruda". La statua, esposta agli agenti naturali e ai vandali (pochi anni or sono una comitiva di ubriachi la scalò per mettere una bottiglia vuota in mano alla giovinetta, causando notevoli danni) è andata incontro a deterioramento da smog e cancro del marmo, che hanno reso necessario un ciclo di restauri.

La statua è stata quindi sottoposta a restauro nel 2001 e da allora le sue condizioni di conservazione sono state monitorate. Nel 2007 ci si è accorti della risposta non pienamente soddisfacente del marmo rispetto agli agenti atmosferici, nonostante una sostanza protettiva applicata alla statua. Nel 2008 è terminato un ciclo di studi che, secondo il parere quasi unanime dei tecnici[1] potrebbe portare alla musealizzazione dell'opera, il che lascerebbe un grave vuoto nella scenografia di piazza della Signoria; i tecnici sono però riluttanti a provvedere semplicemente alla sostituzione con una copia poiché ciò potrebbe portare in breve allo spopolamento del museo all'aperto della piazza, con la creazione di una sorta di museo virtuale in cui tutte le statue sarebbero sostituite da anodine copie. Lo spostamento, che viene dato per inevitabile, dovrebbe portare l'opera nella Galleria dell'Accademia (quindi insieme o al posto del modello originale in "terra cruda") o a Palazzo Vecchio.



Leopoldo and Guiseppe Alinari, The Rape of the Sabines by Giovanni Bologna, Loggia Dei Lanzi, Florence
c. 1865

Leopoldo and Guiseppe Alinari, The Rape of the Sabines by Giovanni Bologna, Loggia Dei Lanzi, Florence
c. 1865 [2]

 

L'edificazione risale al periodo tra il 1376 e il 1382; la loggia serviva per ospitare al coperto le numerose assemblee pubbliche popolari e le cerimonie ufficiali della Repubblica fiorentina alla presenza del popolo, come quelle di insediamento delle signorie.

Sebbene si tratti di un edificio gotico, la presenza di archi a tutto sesto rappresenta una vera anticipazione dello stile rinascimentale che, con tutta probabilità, ispirò Filippo Brunelleschi per la realizzazione di quello che è considerato il primo edificio pienamente rinascimentale, lo Spedale degli Innocenti, in piazza della Santissima Annunziata. Spiccano nella facciata le quattro formelle con figure allegoriche delle virtù cardinali eseguite su disegno di Agnolo Gaddi (1383-1386).

A partire dal '500, con la creazione del Granducato di Toscana e la soppressione definitiva delle istituzioni repubblicane, questo spazio fu destinato ad accogliere alcuni capolavori scultorei, divenendo uno dei primi spazi espositivi al mondo. Il granduca Cosimo I, comunque, non fece sistemare le statue secondo un mero criterio estetico ma, in linea con le precedenti sculture di Piazza della Signoria, fece sì che le rappresentazioni avessero anche dei precisi caratteri politici. In questo senso il Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini, appositamente commissionato da Cosimo, stava a significare il taglio delle esperienze repubblicane della città, simboleggiate dalla Medusa, dal cui corpo escono i serpenti che rappresentano le proverbiali discordie cittadine che da sempre avevano minato una vera vita democratica [4].

Le statue più famose sotto la Loggia dei Lanzi sono:


Il Ratto delle Sabine (Giambologna, 1583)

Ercole e il centauro Nesso (Giambologna, 1599)

Perseo con la testa di Medusa (Benvenuto Cellini, 1554)

Il gruppo di Polissena di Pio Fedi

Patroclo e Menelao, arte romana.

 

 

Il Ratto delle Sabine, Giambologna, 1583, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze   Benvenuto Cellini, Perseo con la testa di Medusa   Giambologna, Ercole e il centauro Nesso,   (1599), Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

Il Ratto delle Sabine, Giambologna, 1583

 

Benvenuto Cellini, Perseo con la testa di Medusa

 

 

Giambologna, Ercole e il centauro Nesso,   (1599), Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

 

Patroclo e Menelao , 1599, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

  Pio Fedi, Il gruppo di Polissena, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze   Firenze - Perseo del Cellini - Foto Giovanni Dall'Orto 30-Nov-2002 - 06

Patroclo e Menelao , 1599, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

 

 

Pio Fedi, Il gruppo di Polissena, Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

 

Mercurio. Calco moderno della statuetta di Benvenuto Cellini in una nicchia della base del Perseo, nella Loggia dei Lanzi di Firenze. L'originale è esposto al Museo del Bargello a Firenze. Foto di Giovanni Dall'Orto.

Statua di una prigioniera barbara detta Thusnelda, Loggia dei Lanzi, Firenze   Arte romana, donna togata detta una sabina con testa ritratto di matilda, 110 dc ca., con restauri moderni   Arte romana, donna togata detta una 'sabina', 110 dc ca., con restauri moderni 04

Statua di una prigioniera barbara detta Thusnelda”. Marmo, opera romana di età traianeo-adrianea (II sec. d.C.) con restauri moderni. Scoperta a Roma; già nel 1541 nella collezione Capranica della Valle; dal 1584 a Villa Medici a Rome; a Firenze dal 1787, sotto la Loggia dei Lanzi dal 1789.

 

Arte romana, donna togata detta una sabina con testa ritratto di matilda, 110 dc ca., con restauri moderni

 

Arte romana, donna togata detta una sabina, 110 dc ca., con restauri moderni

 
   
   

Mappa Loggia dei Lanzil | Enlarge map


Loggia dei Priori


orari

La galleria è liberamente accessibile giorno e notte ed è gestita dagli Uffizi.



 

 
   


Piazza della Signoria, Firenze, immagini dell'album



   
Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria   Hercules en Cacus (Baccio Bandinelli) en de Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze   Fontana del Nettuno, Piazza della Signoria, Firenze

Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria

 

 

Ercole e il centauro Nesso (Baccio Bandinelli) e la Loggia dei Lanzi, Piazza della Signoria, Firenze

 

 

Fontana del Nettuno, Piazza della Signoria, Firenze

 

       
         
Art in Tuscany | The Loggia della Signoria | The Loggia dei Lanzi

Strolling in Florence | Walk from Ponte Vecchio to Piazzale Michelangelo


Beautiful walk in one of the most authentic neighborhoods of Firenze, San Niccolò. The atmosphere of an authentic Florentine neighborhood still remains here.

   
     

 

Bibliography

A cura di Franca Falletti, Il Ratto delle Sabine e il suo restauro, Galleria dell'Accademia, Livorno, 2017

Restauro Ratto delle Sabine |13 foto 05 settembre 2013

Kees van der Ploeg, Florence vóór de Medici: de laat-middeleeuwse stad als kunstwerk, Despientia. Kunsthistorich Tijdschrift, 26 (2019), nr. 1, 12-17.

Damien Wigny, Au coeur de Florence : Itinéraires, monuments, lectures1990

John Pope-Hennessy, Italian High Renaissance & Baroque Sculpture, Londres: Phaidon, 1996.

C. Paolini, La Loggia dei Lanzi. Una storia per immagini, Quaderno n. 15, Polistampa, Firenze, 2006.

Mary McCarthy, The Stones of Florence, Harcourt Brace International (1998), ISBN-10: 9780156850803 - ISBN-13: 978-0156850803

Mary McCarthy, De stenen van Florence, Het Spectrum, Schrijvers over de wereld, 1989, ISBN 9789027422071

McHam, Sarah Blake. "Donatello's Bronze David and Judith as Metaphors of Medici Rule in Florence." The Art Bulletin 83, no. 1 (March 2001): 32-47. Accessed September 20, 2013.

 

 

[1] Foto di Yair-haklai, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic license.
[2] Leopoldo and Guiseppe Alinari, The Rape of the Sabines by Giovanni Bologna, Loggia Dei Lanzi, Florence, c. 1865. Albumen silver print, 57.6 x 43.3 cm, MoMA. This work is in the public domain. 
[3] Kees van der Ploeg, Florence vóór de Medici: de laat-middeleeuwse stad als kunstwerk, Despientia. Kunsthistorich Tijdschrift, 26 (2019), nr. 1, 12-17.
[4] Esso utilizza materiale tratto dall'articolo di Wikipedia Loggia della Signoria. Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo.

Traveling in Tuscany, The Loggia della Signoria | The Loggia dei Lanzi
[5] This file is made available under the Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication
[6] | www.firenzetoday.it

 
Ratto Sabina 5
Nel Museo dell'Accademia è conservato il modello originale in "terra cruda". Con questo modello preparatorio Giambologna studiò nei minimi dettagli il gruppo da scolpire nel marmo di 4mt e 10 di altezza. Insieme a quelli della Vittoria di Firenze su Pisa (Giambologna) e del Torso di fiume (Dio fluviale, di Michelangelo), il modello del Ratto delle Sabine realizzato tra il 1579 e il 1580 è tra i più antichi or iginali in scala 1:1 che si siano conservati in tutto il mondo.[6]   Giambologna, Ratto delle Sabine, 1574-1580, Galleria dell'Academia, Firenze