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Il Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino è una scultura in marmo (175x80 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1531-1534 circa e facente parte della decorazione della Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze. In particolare è la statua centrale della tomba di Lorenzo e, come è noto, non riproduce le fattezze del defunto, ma si tratta di un'elaborazione ideale ed eroica della sua figura.
Sagrestia Nuova
Commissionato da Papa Leone X e dal Cardinale Giulio de' Medici, figlio naturale di Giuliano de' Medici , Michelangelo Buonarroti costruì la Sagrestia Nuova dalla stessa pianta della Sagrestia Vecchia del Brunelleschi e suddivise lo spazio in forme più complesse, con archi trionfali che si aprono su alcune tipologie delle absidi. Racchiuse entro le due mura laterali, realizzò due tombe monumentali per Giuliano de 'Medici, Duca di Nemours e suo nipote Lorenzo de' Medici, Duca di Urbino. Per ogni tomba ha realizzato tre sculture che rappresentano le Allegorie del Tempo e ritratti dei duchi. Per la tomba di Giuliano de 'Medici, seduto in una postura orgogliosa, scelse il Giorno e la Notte, per quella di Lorenzo, in posa malinconica e pensierosa, nelle figure sotto di lui l'uomo incarna il Crepuscolo e l'Aurora.
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Tomba Lorenzo de' Medici II, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze [1]
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Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino
Storia
Il ritratto di Lorenzo dovette essere iniziato nella fase seguente la ripresa dei lavori alla Sagrestia, dopo l'assedio di Firenze, nel 1531, anche se alcuni ipotizzano che fosse già avviato nel 1525. Nel 1533 veniva dato al Montorsoli il Ritratto di Giuliano per le rifiniture, ed è estremamente probabile che anche il ritratto di Lorenzo subì la stessa sorte in un periodo relativamente vicino. In ogni caso doveva essere completato al 1534, anno della partenza definitiva di Michelangelo da Firenze.
Descrizione e stile
L'opera, inserita in una nicchia, mostra il giovane duca seduto, vestito come un antico generale romano e in atteggiamento "pensoso", come rilevò già Vasari, secondo una precisa tipologia rinascimentale detta del "melanconico", dai risvolti alchemici. La sua posizione è anche stata letta come un riferimento alla "vita contemplativa" della dottrina neoplatonica: le stesse personificazione di Aurora e Crepuscolo sono infatti i momenti meditativi della giornata. Altri videro nell'opera valori politici (la "meditazione del tiranno"), spunti autobiografici (meditazione dell'artista), o ancora riferimenti alla teoria umorale.
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Tomba Lorenzo de' Medici II (particolare Lorenzo), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze [1]
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La corazza aderisce al corpo come una guaina, che rivela il busto muscoloso, così come i calzari alti scompaiono lungo lo stinco per rivelare i piedi nudi. Al Montorsoli sono stati attribuiti i rilievi dell'armatura e dell'elmo, nonché, secondo Charles de Tolnay, il dettaglio del piede sporgente dalla base, per aumentare la spazialità, un espediente mai usato da Michelangelo che invece scolpiva sempre nell'esatta misura del blocco. I lineamenti del volto di Lorenzo, noti da numerosi dipinti, vennero nobilitati in maniera astratta, rifacendosi all'arte imperiale.
I vari attributi presenti sono stati scandagliati dalla critica. La mano destra girata in fuori, presente anche nella Pietà Bandini o nel Bambino della Madonna della Scala, è usata dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo nel sonno o nella morte.
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De geheime kamer van Michelangelo Buonarrotti ,studie in houtskool, La stanza segreta di Michelangelo, Basilica di San Lorenzo, Firenze [2]
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L'elmo con la maschera leonina, ripreso dall'arte etrusca o dalla tomba del cardinal Basso di Andrea Sansovino in Santa Maria del Popolo a Roma, è stato letto come simbolo di fortezza. La cassetta-salvadanaio con la testa zoomorfa è stata interpretata come allusione alla parsimonia o alla morte, come era la presenza degli oboli nell'arte funeraria antica. L'oggetto nella mano sinistra è un fazzoletto o una piccola borsa, di incerto significato.
Il volto in ombra richiama la facies nigra del dio Saturno, protettore dei melanconici. L'indice sulla bocca ricalca il motivo saturnino del silenzio. Il braccio reclinato è un topos iconografico dell'umore malinconico.[1]
Similitudini iconografiche, nella posizione, si riscontrano con l'Isaia sulla volta della Cappella Sistina.
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Tomba Lorenzo de' Medici II (particolare Lorenzo), Sagrestia Nuova [2]
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Leggi di più
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Madonna con Bambino, 1521-1534, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze
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Tomba di Giuliano de Medici, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze
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Tomba Lorenzo de' Medici II, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze |
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Tomba Lorenzo de' Medici II (particolare Crepuscolo), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze
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Tomba Lorenzo de' Medici II (dettaglio Aurora), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze |
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Tomba Lorenzo de' Medici II (dettaglio Aurora), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze |
Bibliografia
Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973.
Marta Alvarez Gonzáles, Michelangelo, Mondadori Arte, Milano 2007.
E. WALLACE, Michelangelo at San Lorenzo: the Genius as Entrepreneur, Cambridge, Cambridge university press, 1994 | San Lorenzo 1520
Versione Italiana | San Lorenzo 1520
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[1] Foto di Rufus46, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported
[2] Foto di George M. Groutas, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic.
[3] Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973. Foto è nel pubblico dominio.
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