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Commissionato da Papa Leone X e dal Cardinale Giulio de' Medici, figlio naturale di Giuliano de' Medici , Michelangelo Buonarroti costruì la Sagrestia Nuova dalla stessa pianta della Sagrestia Vecchia del Brunelleschi e suddivise lo spazio in forme più complesse, con archi trionfali che si aprono su alcune tipologie delle absidi. Racchiuse entro le due mura laterali, realizzò due tombe monumentali per Giuliano de 'Medici, Duca di Nemours e suo nipote Lorenzo de' Medici, Duca di Urbino. Per ogni tomba ha realizzato tre sculture che rappresentano le Allegorie del Tempo e ritratti dei duchi. Per la tomba di Giuliano de 'Medici, seduto in una postura orgogliosa, scelse il Giorno e la Notte, per quella di Lorenzo, in posa malinconica e pensierosa, nelle figure sotto di lui l'uomo incarna il Crepuscolo e l'Aurora.
Le due parti della giornata, Crepuscolo e Aurora, sono una riflessione sullo scorrere del tempo e sul destino dell'uomo: non sorprende che i ritratti sia di Lorenzo che di Giuliano focalizzino lo sguardo sulla Madonna con il Bambino, il finale e il sollievo dalla sofferenza umana.
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Tomba Lorenzo de' Medici II, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze [2]
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L'Aurora
L'Aurora è una scultura in marmo (155x180 cm, lunghezza massima in obliquo 206 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1524-1527 e facente parte della decorazione della Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze. In particolare è una delle quattro allegorie delle Parti della Giornata, e si trova a destra sul sarcofago della tomba di Lorenzo de' Medici duca di Urbino.
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Tomba Lorenzo de' Medici II (particolari l'Aurora), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze [3] |
Storia
L'Aurora venne iniziata nella fase seguente la ripresa dei lavori alla Sagrestia, nel 1524, dopo l'elezione di Clemente VII al soglio pontificio. Entro il 1527 doveva essere giù stata terminata, poiché quell'anno appare infatti già in un'incisione del Trionfo della Fortuna di Sigismondo Fanti.
Descrizione e stile
L'Aurora, o Alba, è vista come una personificazione femminile, semidistesa e nuda, come le altre statue della serie. Essa ebbe come modello, forse, le divinità montane e fluviali sull'Arco di Settimio Severo a Roma. Ha il capo velato e sta compiendo un gesto come di svegliarsi dal sonno, alzandosi dal giaciglio e girando il busto verso lo spettatore, con un gomito piegato come appoggio e l'altro braccio che si inclina fino a cercare, all'altezza della spalla, il velo per sollevarlo. Una gamba è mollemente distesa sul profilo del sarcofago, l'altra è piegata in avanti e cerca un appoggio.
Tra le varie letture iconologiche proposte, si è vista la statua come emblema dell'"amaritudine" o come dolore mediato dal temperamento malinconico, o ancora come simbolo della luce divina che fuga le tenebre, o del temperamento sanguigno, o dell'elemento aria o anche terra.
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Michelangelo Buonarrotti, Tomba Lorenzo de' Medici II (Aurora), Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze [3]
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Michelangelo Buonarrotti, Studio di nudo (Aurora) []
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Tomba di Giuliano de Medici, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze
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Tomba Lorenzo de' Medici II, Sagrestia Nuova, Basilica di San Lorenzo, Firenze |
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Bibliografia
Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973.
Marta Alvarez Gonzáles, Michelangelo, Mondadori Arte, Milano 2007.
E. WALLACE, Michelangelo at San Lorenzo: the Genius as Entrepreneur, Cambridge, Cambridge university press, 1994 | San Lorenzo 1520
Versione Italiana | San Lorenzo 1520
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[1] Foto di Rufus46, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported
[2] Foto di George M. Groutas, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic.
[3] Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973? Foto è nel pubblico dominio.
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