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La basilica di San Lorenzo è situata nell'omonima piazza nel centro storico della città. È una delle chiese che si contendono il titolo di più antica della città. Nei pressi della chiesa si tiene il turistico mercato di San Lorenzo.
Fu fondata, secondo la tradizione, nel corso del IV secolo su un'altura nei pressi del corso (poi deviato) del Mugnone, grazie alla donazione di Giuliana, matrona di origine ebraica.
Fu deliberato dai canonici un nuovo ampliamento all'inizio del XV secolo, ma i lavori procedettero inizialmente molto a rilento. Nel 1418 il priore Matteo Dolfini ottenne dalla Signoria il permesso per abbattere alcune case per ingrandire il transetto della chiesa e il 10 agosto 1421 egli celebrò una solenne cerimonia per benedire l'inizio dei lavori. Tra i finanziatori c'era il ricchissimo banchiere Giovanni di Bicci de' Medici, che abitava nel quartiere, e che fece probabilmente il nome dell'architetto che già stava lavorando alla sua cappella, l'odierna Sagrestia Vecchia, cioè Filippo Brunelleschi. La ricostruzione dell'intera chiesa fu un progetto che dovette maturare in un secondo momento, probabilmente dopo il 1421, quando morì il Dolfini. L'inizio dell'intervento brunelleschiano viene generalmente collocato in quell'anno.
Mentre la sagrestia veniva terminata nel 1428 (e nel 1429 vi si celebrarono le esequie solenni di Giovanni de' Medici), i lavori alla chiesa erano invece andati poco avanti ed erano pressoché bloccati.
Sagrestia Vecchia
Capolavoro del Quattrocento, fu la prima parte di San Lorenzo ad essere completata dal Brunelleschi, su incarico dei Medici che desideravano realizzarvi il proprio mausoleo (1421-1428) e si trova sulla parte sinistra del transetto.
La cappella, dedicata a San Giovanni Evangelista, è strutturata come uno spazio cubico, coperto da cupola emisferica a ombrello, ed è divisa in 12 spicchi da costoloni. Brunelleschi si trovò nella condizione di dover risolvere il rapporto fra spazi strutturalmente analoghi. Egli accostò due vani a base quadrata, ma di diversa altezza: la sacrestia vera e propria e la piccola scarsella dell'altare. Il gioco coloristico della pietra grigia e dell'intonaco è ulteriormente esaltato dalla presenza degli stucchi dipinti: il fregio con i Cherubini e serafini, i tondi degli Evangelisti nelle pareti e quelli con le Storie di San Giovanni Evangelista nei pennacchi della cupola, opere di Donatello, autore anche dei battenti delle porte bronzee, con i Santi, Martiri, Apostoli e Padri della Chiesa. Il violento cromatismo e lo sperimentalismo esasperato delle opere di Donatello, anch'egli un protetto dei Medici, originarono un forte dissidio tra lo scultore ed il Brunelleschi, che lo accusò di voler distogliere l'attenzione dalle proporzioni architettoniche della cappella. Il dissidio fra due artisti, che erano stati una coppia affiatatissima per anni, portò poi all'esclusione di Donatello dalla decorazione di altre opere brunelleschiane come, ad esempio, la cappella dei Pazzi.
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Sagrestia Vecchia, Basilica of San Lorenzo, Firenze [1]
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La perfetta fusione tra la rigorosità dell'architettura e la varietà della decorazione plastica ne fa "una delle creazioni più complete e coerenti del primo rinascimento fiorentino"[9].
Opera autografa del Verrocchio è il monumento funebre a Giovanni (1421-1463) e Piero de' Medici, figli di Cosimo il Vecchio, commissionati nel 1472 dai figli dello stesso Piero, Lorenzo il Magnifico e Giuliano de' Medici. Il busto di San Lorenzo è attribuito a Desiderio da Settignano. Al centro, sotto la tavola marmorea con intarsi circolari in porfido, si trova la tomba di Giovanni di Bicci de' Medici e Piccarda Bueri di Andrea Cavalcanti (1434).
Sulla parete sinistra della cappella, in un'apertura decorata da una grata bronzea, si trova il monumento funebre a Piero e Giovanni de' Medici, del Verrocchio (1472), opera originalissima in marmi, bronzo e pietra serena, a cui si ispirarono numerose creazioni del Rinascimento fiorentino.
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Brunelleschi, Sagrestia Vecchia, Basilica di San Lorenzo, Firenze [3]
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Andrea Verrocchio
Nel 1465 circa Andrea Verrocchio scolpì il lavabo della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, mentre tra il 1465 e il 1467 eseguì il monumento funebre di Cosimo de' Medici nella cripta sotto l'altare della stessa chiesa e nel 1472 terminò il monumento funebre per Piero e Giovanni de' Medici. Lo scultore sceglie di sistemare il sarcofago entro un'arcata completata da un reticolo bronzeo, che ha la funzione di mediare la luce. Grazie a questo espediente il sarcofago risalta sia per la policromia dei materiali che per la raffinatissima fattura degli elementi naturalistici. Gli elementi in bronzo completano il monumento.
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Andrea Verrocchio (1435–1488), Tomba di Cosimo il Vecchio, 1465 -l 1467, Sagrestia Vecchia, Basilica di San Lorenzo, Firenze [2]
Tomba di Cosimo il Vecchio, 1467, marmo bianco, porfido rosso e verde, bronzo, laterizi e forse tegoli, 265x318 cm, Firenze, pilone nella cripta di San Lorenzo
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Gli affreschi della volta della cupola nell'abside raffigurano la situazione cosmologica del Sole, della Luna, dei cinque pianeti e delle costellazioni, come appariva su Firenze la notte (! con il Sole ?) del 4 luglio del 1442 [ o piu tosto nella mattina del 6 luglio 1439 con le più esatte positione del Sole e della Luna, il giorno ed al vero momento che fu letto, nel Concilio di Firenze, alla presenza del papa Eugenio IV e dell'imperatore stesso, Giovanni VIII Paleologo, dal cardinal Cesarini in latino e da Bessarione in greco la bolla « Laetentur Coeli » di unione delle Chiese Latina e Bisantina]. Si suppone che la volta celeste sia stata dipinta dall'eclettico pittore-decoratore Giuliano d'Arrigo, detto Pesello.
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Giuliano d'Arrigo, detto Pesello, l'affresco della volta celeste (particolari), Sagrestia Vecchia, Basilica of San Lorenzo, Firenze [1]
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La volta sopra l'altare mostra una delle prime raffigurazioni realistiche del cielo stellato. Le posizioni del sole, della falce di luna e dei pianeti sull'eclittica in scala sono riprodotte in modo così preciso che si può ricostruire la data rappresentata da Toscanelli, il 4 luglio 1442 alle 10:40. |
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