|
|
San Paolo è una scultura marmorea (h 127 cm) di Michelangelo, eseguita tra il 1501 e il 1504 circa e collocata nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Siena, entro il complesso dell'Altare Piccolomini.
Storia
Il cardinale fece costruire l'altare ad Andrea Bregno, che vi lavorò dal 1481 al 1485, firmandosi "Opus Andreae Mediolanensis MCCCCLXXXV" sotto il nicchione centrale dell'attico dove oggi è collocata la Madonna col Bambino.[2] Andrea Bregno però mancò di realizzare la pala d'altare marmorea che doveva fare da cornice al dipinto della Madonna dell'Umiltà di Paolo di Giovanni Fei (1390 circa) e le 14 statue a tutto tondo che dovevano andare a riempire le varie nicchie e gli spazi sopra l'attico. Il progetto originario prevedeva infatti anche queste parti, ma intorno al 1486 l'artista, ormai sessantottenne, ebbe un tracollo fisico e forse anche una crisi d'ispirazione artistica. L'artista tornò quindi a Roma lasciando l'altare incompiuto. Solo aiuti della sua bottega lavorarono ancora alla pala d'altare marmorea da porre al centro, per racchiudere il dipinto della Madonna dell'umiltà.
Il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini si mise quindi alla ricerca di scultori che potessero realizzare le 14 statue e affidò infine l'impresa a Pietro Torrigiani (1488-1489).[2] Ma di lui resta solo il San Francesco che si trova in alto a sinistra. Il rapporto tra il Torrigiani e il cardinale si interruppe per motivi non del tutto chiari, che costrinsero comunque il cardinale a cercare un altro artista.
Le statue che dovevano completare l'altare Piccolomini nel duomo dovevano essere in tutto quindici e vennero commissionate a Michelangelo nel 1501 dopo che l'artista precedentemente designato, Pietro Torrigiani, aveva lasciato l'incarico scolpendo una sola statua. Michelangelo lavorò alle statue da Firenze, inviandone all'incirca una all'anno, con un massiccio impiego di aiuti, fino al 1504, ma poi l'impresa senese dovette non soddisfare più le sue ambizioni, essendo ormai lanciato sulla strada della fama e verso progetti di ben maggiore portata, come il David che stava scolpendo proprio in quegli anni.
Il Vasari nelle sue Vite racconta che un giorno mentre Torrigiano si esercitava a copiare antiche statue, Michelangelo provò ad emularlo e in pochissimi giorni scolpì una bellissima testa di fauno, la sua bravura lo fece divenire subito il prediletto di Lorenzo il Magnifico. Torrigiano, vedendosi messo da parte, si ingelosì a tal punto che, poco tempo dopo, mentre si trovavano assieme a copiare gli affreschi di Masaccio nella cappella Brancacci della chiesa di Santa Maria del Carmine, ad una critica sprezzante che Michelangelo gli faceva, rispose sferrandogli un pugno al naso che glielo deformò per sempre, tanto che nei ritratti di Michelangelo si nota questa deformità. Per questo pugno, Lorenzo de Medici lo esiliò da Firenze.
|
|
Michelangelo Buonarroti, San Paolo,
Altare Piccolomini, navata sinistra del Duomo di Siena [2]
|
Il primo autoritratto di Michelangelo è il San Paolo grifagno, dalla lunga barba riccioluta, scolpito nel 1501 per l' Altare Piccolomini nel Duomo di Siena e nel quale si annunciano i tratti somatici di tante opere successive. La lettura e il commento delle Epistole di Paolo furono sempre una grande passione di Michelangelo, che nel coerente rapporto dell' apostolo fra la fede e le azioni sentiva rispecchiato il proprio tormentato equilibrio fra l' ispirazione cristiana e il lavoro dell' artista. [3]
Descrizione e stile
Le statue per i Piccolomini appaiono più modeste di altre opere completate in precedenza dall'artista, probabilmente anche a causa della loro collocazione nello spazio piuttosto angusto delle nicchie a cui erano destinate.
Il San Paolo fu sicuramente quella meglio riuscita, con il personaggio avvolto da un ampio mantello dal drappeggio ampio e pesante (in stile "bagnato" derivato dall'esempio di Andrea del Verrocchio) e con una posa contrapposta in cui lo scarto a destra della testa evidenzia una tensione energetica ben percepibile, sull'esempio di Donatello. I capelli folti e ricciuti, il volto dall'espressione concentrata e ferma sono tutti elementi già impiegati nel San Procolo di Bologna e che anticipano il David, sebbene in scala minore.
|
|
Michelangelo Buonarroti, San Paolo,
Altare Piccolomini, navata sinistra del Duomo di Siena [4]
|
|
|
|
|
|
Michelangelo, San Gregorio, 1501-04, Altare Piccolomini, Duomo di Siena
|
|
Michelangelo, San Pio, 1501-04, Altare Piccolomini, Duomo di Siena |
|
Michelangelo, San Pietro, 1501-04, Altare Piccolomini, Duomo di Siena |
|
|
|
|
|
Bibliografia
Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973.
Marta Alvarez Gonzáles, Michelangelo, Mondadori Arte, Milano 2007.
E. WALLACE, Michelangelo at San Lorenzo: the Genius as Entrepreneur, Cambridge, Cambridge university press, 1994 | San Lorenzo 1520
Versione Italiana | San Lorenzo 1520
Frank Zöllner C. Thoenes, Michelangelo, 1475-1564, Tashen, 2011
|
[1] Questa fotografia pubblicata in territorio italiano è nel pubblico dominio. Fonte:
[2] Francesco Caglioti, in Le sculture del duomo di Siena, Silvana Editoriale, 2009, pp. 174-181
[3] Pietro Lanzara, Fra i marmi e le carte d' archivio alla ricerca del vero Michelangelo, Corriere della sera 23/05/2011 | www.stmoderna.it
|
Questo articolo incorpora materiale tratto degli'articoli di Wikipedia
San Paolo (Michelangelo), e Altare Piccolomini, pubblicato sotto lla licenza GNU Free ocumentation License. |
|
|