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Michelangelo, Dio fluviale, 1524 circa, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze

N L Michelangelo, Dio fluviale, 1524-1527 circa, argilla cruda, sabbia di fiume, peli animali, fibre vegetali, legno, fil di ferro e rete metallica, 70 × 140 × 65 cm, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze [1]

 

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Michelangelo, Dio fluviale, 1524 circa, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze

   
   

Il Dio fluviale è una modello scultoreo in legno, argilla, lana e stoppa (lunghezza 180 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1524 circa ed è stato conservato fino al 2017 conservato a Casa Buonarroti a Firenze, per poi tornare all'Accademia delle Arti del Disegno che ne è proprietaria. Si tratta dell'unico modello a grandezza naturale conosciuto di Michelangelo e doveva rappresentare una delle mai scolpite divinità fluviali che dovevano decorare lo spazio ai piedi dei sarcofaghi medicei nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo.

Storia

Non è sicuramente documentata la funzione del torso, ma è una dato ormai accettato dalla critica che si tratti di un modello per una delle statue di corredo mai realizzate delle tombe dei duchi medicei (come il Ragazzo accovacciato), in particolare per una figura allusiva al dominio sulla terra e sulle acque da collocare ai piedi della tomba di Lorenzo de' Medici duca di Urbino, a destra; un disegno per la sua statua gemella si trova al British Museum di Londra.

Questi modelli restarono nella Sagrestia Nuova dopo la partenza di Michelangelo per Roma, nel 1534: qui li vide, verso la metà del secolo, Anton Francesco Doni, che in un passo del suo componimento I Marmi scrisse un dialogo in cui un interlocutore chiede: "Che stupende bozze di terra son queste qui basse?" "Havevano a esser due figuroni di marmo che Michelagnolo voleva fare".

In seguito questo modello finì nelle collezioni di Cosimo I, ma si ignora la fine dell'altro, forse deperito a causa del materiale effimero. Il duca lo regalò a Bartolomeo Ammannati, il quale a sua volta, il 20 aprile 1583, ne fece dono all'Accademia delle Arti del Disegno di cui era membro e che tuttora la possiede. Nel 1590 si ebbe un primo restauro dell'opera.



Michelangelo Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 524-1527 circa, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze

Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 524-1527 circa, argilla cruda, sabbia di fiume, peli animali, fibre vegetali, legno, fil di ferro e rete metallica, 70 × 140 × 65 cm, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze [1]

Perduta la memoria della sua storia e importanza, venne "riscoperto" solo nel 1906 grazie agli studi di Adolf Gottschewski e di Adolf Hildebrand: quell'anno venne depositato alla Galleria dell'Accademia, dove stette esposto, vicino al David e le altre opere michelangiolesche, fino al 1965. In tale occasione dopo un nutrito carteggio intercorso in occasione delle ricorrenze michelangiolesche del 1964 l'Accademia delle arti del disegno accordò, su richiesta di Charles de Tolnay, il deposito dell'opera al museo di Casa Buonarroti, così da completare prestigiosamente la serie di modelli michelangioleschi.

L'attribuzione venne in passato messa in dubbio, riferendola all'Ammannati per esempio, ma è stata poi confermata dalla documentazione, nonché da citazioni iconografiche presenti in dipinti cinquecenteschi e disegni vari. Dallo studio di queste fonti si riscontrano però almeno tre varianti: molto probabilmente il polpaccio destro era originariamente disteso.

In occasione della mostra a Palazzo Strozzi sul Cinquecento a Firenze, la statua venne ripulita e restaurata e se ne decise in seguito la sua ricollocazione nei locali dell'Accademia delle Arti del Disegno al palazzo dell'Arte dei Beccai, dove è in corso un impegnativo allestimento, la cui apertura è prevista entro la fine del 2020.



Michelangelo Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 524-1527 circa, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze

Michelangelo, Dio fluviale, 524-1527 circa, argilla cruda, sabbia di fiume, peli animali, fibre vegetali, legno, fil di ferro e rete metallica, 70 × 140 × 65 cm, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze [1]

Descrizione e stile

L'uso di modelli a grandezza naturale è assai raro per Michelangelo e, nel caso della Sagrestia Nuova, venne esplicitamente richiesto dal committente, papa Clemente VII, in modo da velocizzare, almeno nei progetti, il completamento del complesso scultoreo, potendo più facilmente delegare, anche solo in parte, l'esecuzione ad altri. Nonostante queste premure le personificazioni restarono sempre e solo allo stato progettuale, non venendo mai concretizzate.

Il dio fluviale è rappresentato semidisteso, come nell'iconografia antica, ed è privo di testa e braccia; anche le gambe sono mutile: la sinistra del piede e la destra dal ginocchio in giù. Le gambe parzialmente discostate ricordano esempi classici come il Fauno Barberini.
Il foglio che contiene il progetto per il compagno di destra si conserva al British Museum.


Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 1526-1527 circa, Firenze, Accademia delle Arti del Disegno [2]

Il procedimento tecnico con cui Michelangelo scolpiva ci è noto da alcune tracce in studi e disegni e da qualche testimonianza. Pare che inizialmente, secondo l'uso degli scultori cinquecenteschi, predisponesse studi generali e particolari in forma di schizzo e studio. Istruiva poi personalmente i cavatori con disegni (in parte ancora esistenti) che fornissero un'idea precisa del blocco da tagliare, con misure in cubiti fiorentini, talora arrivando a delineare la posizione della statua entro il blocco stesso. A volte oltre ai disegni preparatori eseguiva dei modellini in cera o argilla, cotti o no, oggetto di alcune testimonianze, seppure indirette, e alcuni dei quali si conservano ancora oggi, sebbene nessuno sia sicuramente documentato. Più raro è invece, pare, il ricorso a un modello nelle dimensioni definitive, di cui resta però l'isolata testimonianza del Dio fluviale [3].

 

Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 1524 circa, L'Accademia delle Arti del Disegno, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze

Michelangelo Buonarroti, Dio fluviale, 1524 circa, L'Accademia delle Arti del Disegno, Palazzo dell'Arte dei Beccai, Firenze [3]

         
         

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Bibliografia

 

Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973.

Marta Alvarez Gonzáles, Michelangelo, Mondadori Arte, Milano 2007.

E. WALLACE, Michelangelo at San Lorenzo: the Genius as Entrepreneur, Cambridge, Cambridge university press, 1994 | San Lorenzo 1520
Versione Italiana |  San Lorenzo 1520

Azzaroli-Puccetti M.L., Bonsanti G., Fabbri-tarchi A.M., Cecchi R. "Indagine su frammenti organici contenuti nell'impasto argilloso di una statua di Michelangelo". Museol. Sci. V (3 - 4): 185 - 206. Firenze 1989

 

Palazzo dell'Arte dei Beccai - L'Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4
Firenze, 50123
Il Palazzo dell'Arte dei Beccai è aperto al pubblico il lunedì ed il mercoledì dalle 10.00-13.00 e dalle 14.30 alle 17.00.

L'Accademia delle Arti del Disegno è un'associazione privata con sede in Firenze. Essa è l'Istituzione erede della più antica accademia artistica fondata da un potere pubblico nel mondo. La sua creazione con il nome di Accademia del Disegno risale al gennaio 1563. La sede fiorentina dell'Accademia si trova nel Palazzo dell'Arte dei Beccai.
Il primo accademico ad essere eletto col titolo di padre e maestro delle arti fu Michelangelo Buonarroti e da lì a breve moltissimi artisti di tutta Italia chiesero di far parte del sodalizio che comprese Francesco da Sangallo, Agnolo Bronzino, Benvenuto Cellini, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati, il Giambologna, Jacopo Ligozzi, Tiziano, Tintoretto, Palladio[1], ecc. Si trattava di un sodalizio prevalentemente maschile, essendo i professionisti principalmente uomini, seppur senza preclusioni ufficiali per l'ammissione delle donne: la prima ad esservi ammessa fu Artemisia Gentileschi.

Una storia lunga 450 anni | Firenze si vanta di ospitare l’Accademia delle Arti del Disegno è l’accademia più antica del mondo| Accademia delle Arti del Disegno: Una storia lunga 450 anni (in Italian)

Restauro del “Dio Fluviale” di Michelangelo Buonarroti | leventonews.com/2017

Casa Buonarroti, Firenze

 


[1] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported
[2] The image is released under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International.
Source: www.britishmuseum.org. © The Trustees of the British Museum
[3] Questa  fotografia fonte www.travelingintuscany.com, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

 


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