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Il Palio di Siena

Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, predella, in cui sono rappresentate con linguaggio giottesco cinque scene della vita del santo ed un miracolo attribuito a lui dopo la sua morte (avvenuta nel 1297), c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli/> </a</p></td>
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Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, predella, in cui sono rappresentate con linguaggio giottesco cinque scene della vita del santo ed un miracolo attribuito a lui dopo la sua morte (avvenuta nel 1297), c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli [1]


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Simone Martini, La Predella dell'altare di San Ludovico di Tolosa (San Ludovico di Tolosa che incorona Roberto d’Angiò), circa 1317


   
   

Simone Martini è stato un pittore italiano di Siena dell'inizio del XIV secolo. Simone Martini fu una figura importante nello sviluppo della prima pittura italiana ed ebbe una grande influenza sullo sviluppo del gotico internazionale.

Nel luglio 1317 Simone venne chiamato a Napoli da Roberto d'Angiò, che lo nominò cavaliere (assegnandogli una pensione annua) e gli commissionò una tavola celebrativa, San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò, oggi conservato al Museo di Capodimonte a Napoli. È una delle prime opere dell'arte italiana con una rappresentazione realistica di un personaggio ancora vivente, Roberto d'Angiò, e fu la più importante tavola trecentesca della corte angioina a Napoli.


Predella, symon de senis me pinxit

Nella parte inferiore della Pala di San Ludovico di Tolosa (Ludovico di Tolosa incorona Roberto d'Angiò), Simone dipinse la predella, che raffigura scene della vita del santo e un miracolo a lui attribuito dopo la sua morte nel 1297.
Sul fondo scuro sopra le cinque scene si trova la firma di Simone Martini: symon de senis me pinxit, “Simone da Siena mi ha dipinto”.

La sua firma è stata apposta in 10 coppie di lettere sul fondo scuro sopra le cinque scene della predella:

 SY  MO  NO  ES  EN  IS  ME  PI  NX  IT.


Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, predella, in cui sono rappresentate con linguaggio giottesco cinque scene della vita del santo ed un miracolo attribuito a lui dopo la sua morte (avvenuta nel 1297), c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli/> </a</p></td>
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Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, predella, in cui sono rappresentate con linguaggio giottesco cinque scene della vita del santo ed un miracolo attribuito a lui dopo la sua morte (avvenuta nel 1297), c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli [1]

 

   
   

Simone Martini raffigurò sulla predella cinque scene della vita di Luigi. Non si trattava di un compito facile, poiché non esisteva ancora un'iconografia per il santo, che del resto aveva appena raggiunto questo status. Da sinistra a destra sono rappresentate:

  • Ludovico accetta la diocesi di Tolosa
  • Ludovico prende pubblicamente i voti francescani
  • Ludovico lava le mani dei poveri e li serve a tavola
  • La morte del santo
  • Ludovico riporta in vita un ragazzo.

Accanto e tra gli archi di queste cinque scene troviamo sei stemmi della dinastia Árpád a cui apparteneva Maria d'Ungheria (1257-1323), madre di Luigi e Roberto e di altri 12 figli.
È possibile che sia stata lei la committente di quest'opera [4].



Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, scena della predella, San Ludovico di Tolosa resuscita un bambino, c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, scena della predella, funerale di San Ludovico di Tolosa, c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, scena della predella, San Ludovico di Tolosa ospita i poveri, c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, scena della predella, Ludovico prende pubblicamente i voti francescani, e San Ludovico di Tolosa viene incoronato vescovo, c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, scena della predella, San Ludovico accetta il vescovato di Tolosa da papa Bonifacio VIII, c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli

Simone Martini, Altare di San Ludovico di Tolosa, cinque scene della predella,
c. 1317, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli [1]

 

Ludovico morì nel 1297, poco dopo essere diventato vescovo di Tolosa. Fu canonizzato nel 1317 e nel 1319 gli Angioini trasferirono alcune sue reliquie da Marsiglia a Napoli. È in questi anni che possiamo collocare la realizzazione della tavola di Capodimonte.
 
   
         

Bibliografiie

Simone Martini: «San Luis de Toulouse coronando a Roberto de Anjou, rey de Nápoles», pp. 12–13, Random House Mondadori (2005) ISBN 84-8156-388-9

Pierluigi Leone de Castris, Simone Martini, Federico Motta Editore, Milano 2003.

Chiara Frugoni, Le storie di San Francesco. Guida agli affreschi della Basilica superiore di Assisi, Einaudi, 2010.

Julian Gardner, Saint Louis of Toulouse, Robert of Anjou and Simone Martini, in: Zeitschrift für Kunstgeschichte 39, no. 1, 1976

Timothy Hyman, Sienese Painting Thames and Hudson, Londen, 2003 pp. 49-50

Gábor Klaniczay, Holy Rulers and Blessed Princesses: Dynastic Cults in Medieval Central Europe, Cambridge University Press, 2002 pp. 308-09

 

[1]  Foto di , licenziata sotto una licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
- Creative Commons
Some rights reserved.
[2] Catalogo generaledei Beni Culturali | Martini Simone (1284 Ca./ 1344), San Ludovico di Tolosa e sue storie, le cui immagini originali sono disponibili sotto licenza Beni Culturali Standard (BCS).
[3] Publiek domein. Quest'opera è nel pubblico dominio
[4] Fonte: Paul Verheijenl | SIMONE MARTINI- Lodewijk van Toulouse | www.paulverheijen.nl