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Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte, Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

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Maso di Banco, San Silvestro sul monte Soratte, Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze [1]

 

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Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte, Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

   
   

La cappella Bardi di Vernio è una della cappelle del transetto di Santa Croce a Firenze, affrescata da Maso di Banco. Gli affreschi narrano le Storie di san Silvestro, basate sulla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze e sono tra le opere in assoluto più riuscite della scuola di Giotto.

Quanto resta della pittura nella scena, che doveva campire tutto il lunettone sopra la bifora, consente di riconoscervi la fase conclusive dell'episodio di san Silvestro ritira tosi sul monte Soratte. Egli vi si era recato per allontanarsi dalle persecuzioni di Costantino, ma aveva accolto il suo invito a tornare, quando questi, spinto dalla visione di Pietro e Paolo, aveva mandato i suoi messi a convincerlo, seguendo il consiglio dei due apostoli, che tuttavia non aveva riconosciuto[3].

Le scene vanno lette dall'alto al basso, da sinistra a destra:

1. Costantino in trono ascolta Silvestro e poi si fa battezzare da lui

2. Sogno di Costantino con la visione di Pietro e Paolo

3. San Silvestro presenta le sacre immagini a Costantino e Battesimo di Costantino

4. Miracolo della resurrezione del toro

5. Miracolo del santo che chiude la fauci al drago e resuscita due maghi uccisi dall'alito del mostro

6. San Silvestro sul monte Soratte

Di questo episodio, illustrato negli scritti di Eusebio da Cesarea, accennato nel Constitutum Constantini e ampiamente trattato nella Legenda aurea, resta dell'affresco di Maso la parte conclusiva. Nel brano di pittura sulla destra si intravedono due figure a cavallo, un laico e un cardinale, e su un destriero bianco una figura ammantata di rosso e aureolata (ne sopravvive· soltanto la parte destra) che può identificarsi soltanto col pontefice, di cui sono prerogativa, tra l'altro, il cavallo bianco e il mantello rosso. Il terreno scosceso su cui si muovono consente di interpretare il brano come il ritorno dal monte Soratte, sì che si può immaginare nelle zone scomparse il viaggio dei messi e il loro incontro col papa [3].



Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte, particolare cavallo), Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze
Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte particolare cavallo), Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze [2]

Dalla documentazione fotografica del Brogi (1935), precedente al restauro del Benini, si evidenzia un pessimo stato di conservazione dovuto sia ad una situazione degradata della pellicola pittorica e degli intonaci, che da uno spesso strato di sporco superficiale [3].

 

Il restauro


Le due più recenti e significative campagne di restauro degli affreschi della Cappella Bardi di Vernio: il primo risale al 1937 sotto la direzione di Amedeo Benini e il secondo, iniziato nel 1994 ad opera di Laura Lucioli su promozione del World Monuments Fund d'intesa con le soprintendenze fiorentine, si è concluso nel 1998 [3].
La superficie del ciclo si presentava con gravi manifestazioni di degrado che riguardavano sia la pellicola di colore che gli intonaci. Il perdurare di infiltrazioni di acqua piovana avvenute in passato e provenienti dalle coperture erano la causa di un grave fenomeno aggressivo che riguardava in particolare la parete a sinistra della bifora sul fondo della cappella.

In questa zona sia la pellicola pittorica che l’intonaco si presentavano completamente decorsi dagli strati sottostanti [4].



Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte (particolare), Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

Maso di Banco, Storie di san Silvestro, San Silvestro sul monte Soratte (particolare), Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze [1]

Dal punto di vista iconografico non possiamo argomentare oltre, dal lato dello stile il brano rivela con gran forza l'invenzione compositiva di Maso: egli sfrutta lo spazio tra i due archi desinenti per restituire la discesa dal monte Soratte. Dell'andatura periclitante dei cavalli, che suggerisce un serrato drappello al trotto su sentieri scoscesi, e dai volti interlocutori del cardinale e del cavaliere, si intuisce un intenso moto di attenzione verso il pontefice. Questo senso di realtà sentimentale si fonde con l'irrealtà o l'inganno ottico: i cavalli dai colori puri e astratti (si veda il destriero celeste a destra), scomparendo col muso dietro la spalla dell'arcone, sfondano i limiti dello spazio che Maso dilata virtualmente [3].

Sulla parete di fondo si trovano santi vescovi entro nicchie e, nello sguancio della finestra, Virtù e stemmi Bardi.

 


Maso di Banco, virtù nello sguancio della finestra della Cappella Bardi di Vernio, Giustizia

Maso di Banco, virtù nello sguancio della finestra della Cappella Bardi di Vernio, Giustizia

 

  Maso di Banco, stemma Bardi e virtù nello sguancio della finestra della Cappella, Speranza

Maso di Banco, stemma Bardi e virtù nello sguancio della finestra della Cappella, Speranza

  Maso di Banco, virtù nello sguancio della finestra della Cappella, Fortezza

Maso di Banco, virtù nello sguancio della finestra della Cappella, Fortezza

   
         
 
Maso di Banco, san Zanobi, sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

Maso di Banco, san Zanobi, sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

  Maso di Banco, santo vescovo sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

Maso di Banco, santo vescovo sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

 

  Maso di Banco, santo vescovo sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

Maso di Banco, santo vescovo sulla parete di fondo della Cappella Bardi di Vernio, Santa Croce, Firenze

   
   
   
 
   


   

Arpai | Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano | Il Restauro della cappella dei Bradi di Vernio in Santa [di Laura Lucioli| 

Laura Lucioli, restauratrice e direttore tecnico dell’impresa omonima si è diplomata presso la Scuola di Alta Formazione in Restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze nel settore dipinti murali.
Laura Luciol ha eseguito numerosi restauri tra cui: la Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli in Palazzo Medici Riccardi, la Cappella dei Bardi di Vernio di Maso di Banco, la Cappella Baroncelli di Taddeo Gaddi, gli affreschi dell’Emisfero celeste della Cupola della Cappella dei Pazzi nella basilica di Santa Croce. www.lauralucioli.it

Museo Santa Croce | La visita è a pagamento, si acquista un biglietto per l'intero complesso di Santa Croce.

Piazza di Santa Croce, 30/15

Santa Croce Opera Firenze | www.santacroceopera.it

Ingresso e mappa

Restauri

La conservazione delle opere è uno dei principali obiettivi dell’Opera di Santa Croce. In questa sezione sono illustrati gli interventi in corso e quelli già realizzati, in proprio o in collaborazione con altri enti o istituzioni.

 

  Pianta della Basilica
Santa Croce in Firenze (N°10 Capella Bardi di Verniol)
Pianta della Basilica
Santa Croce in Firenze (N°10 Capella Bardi di Vernio)

Bibliografie


Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, a cura di C. Acidini Luchinat, Electa, Milano 1998.

Damien Wigny, Au coeur de Florence : Itinéraires, monuments, lectures, 1990

Giovan Battista Cavalcaselle e Joseph A. Crowe, Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI, 1: Dai primi tempi cristiani fino alla morte di Giotto 2. ed. con aggiunta di un'appendice. Le Monnier, Firenze 1886.

A. Venturi, Storia dell’arte italiana, V, La pittura del Trecento e le sue origini, Milano 1907.

Roberto Bartalini, Maso, la cronologia della cappella Bardi di Vernio e il giovane Orcagna, Prospettiva N. 77. Gennaio 1995, Università di Siena, dipartimento di archeologia e storia delle arti.

Note sul restauro degli affreschi dalla documentazione fornita da: Laura Lucioli e Roberta Passalacqua in C. Acidini Luchinat e E. Neri Lusanna (a cura di), Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, Electa, Milano 1998, pp.353-359.

Maso di Banco (I Maestri Del Colore 247), Fratelli Fabbri Editori, 1966

 

 

 

 

Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, a cura di C. Acidini Luchinat - E. Neri Lusanna, Milano 1998.Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, a cura di C. Acidini Luchinat - E. Neri Lusanna, Electa, Milano 1998.

         
         

 

 

 
         


[1] Foto di Traveling in Tuscany
[2] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[3] E. Neri Lusanna, San Silvestro sul monte Soratte, in Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, a cura di C. Acidini Luchinat, Electa, Milano 1998, p 94.
[4] ARPAI Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano | Storie dei Santi Silvestro e Costantino, 1340 ca.
[5] Note sul restauro degli affreschi dalla documentazione fornita da: Laura Lucioli e Roberta Passalacqua in C. Acidini Luchinat e E. Neri Lusanna (a cura di), Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, Electa, Milano 1998, pp.353-359.


Il Monte Soratte

Il Monte Soratte è una montagna del Lazio, nella provincia di Roma, alta 691 m. La sua forma, ma ancora di più la sua posizione nel mezzo della valle del Tevere, hanno da sempre stimolato la fantasia e la curiosità.
Sulla cima del Soratte si trova l'eremo di San Silvestro, costruito nel VI secolo sui resti di un tempio di Apollo. Secondo una leggenda la chiesa fu fondata da papa Silvestro I che si era rifugiato sul Soratte per sfuggire alla persecuzione di Costantino I. Vi sono conservati affreschi trecenteschi e quattrocenteschi che sono stati oggetto di studi e di interventi conservativi.



Veduta del Monte Soratte da Castel Cellesi

Veduta del Monte Soratte da Castel Cellesi (VT) [Foto Mediamenta - Eigen werk, Publiek domein]