Luoghi
Mappa | Piero della Francesca in Toscana e Italia centrale
Elenco opere
Le Storie della Vera Croce (1452 - 1466)Adorazione della Croce e Incontro tra Salomone e la Regina di Saba
La Vittoria di Costantino su Massenzio
Tortura dell'ebreo
Ritrovamento delle tre croci e verifica della Croce
Battaglia di Eraclio e Cosroè
Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo (1451)
Madonna del parto (ca. 1460)
La Resurrezione (ca 1463)
N L Piero della Francesca, Le Storie della Vera Croce, La Vittoria di Costantino su Massenzio, Basilica di San Francesco, Arezzo [2]
Piero della Francesca, Le Storie della Vera Croce, La Vittoria di Costantino su Massenzio, Capella Bacci, Basilica di San Francesco, Arezzo
La Vittoria di Costantino su Massenzio è un affresco (322 x 764 cm) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466.
Storia
L'affresco fu probabilmente dipinto nella seconda parte dei lavori, dopo il soggiorno del pittore a Roma (1458-1459), dove probabilmente vide la Colonna Traiana e gli antichi sarcofagi, da cui trasse ispirazione per le due scene di battaglia del ciclo affrescato. Un'altra fonte di ispirazione potrebbero esser gli arazzi fiamminghi, caratterizzati da una densità compositiva simile a quella dei fregi romani, che Piero aveva probabilmente avuto modo di vedere a Rimini.Costantino ha le fattezze e l'inconfondibile berretta dell'imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo, che venne in Italia per il concilio di Ferrara-Firenze del 1438-1439. In quell'occasione venne effigiato da Pisanello su una famosa medaglia, dalla quale Piero trasse il profilo, usato anche in altre opere come la Flagellazione di Cristo. La presenza della citazione va spiegata nel quadro storico della riunione tra Chiesa latina e Chiesa greca, promosso proprio dal concilio, che vedeva nel simbolo dell'imperatore colui che avrebbe salvato l'Europa dalla minaccia ottomana. L'affresco poteva quindi essere letto come un'esortazione a una nuova crociata contro i Turchi dopo la caduta di Costantinopoli (1453), fortemente promossa, pur senza successo, da Pio II, con il quale Piero ebbe molteplici contatti.*
Parete sinistra
Sequenza delle scene Parete destra
Le scene successive sulle pareti laterali di destra
2 Adorazione della Croce e Incontro tra Salomone e la Regina di Saba
6 La Vittoria di Costantino su Massenzio
La Vittoria di Costantino su Massenzio
La battaglia di Ponte Milvio ebbe luogo il 28 ottobre 312 tra Costantino I e Massenzio.[5] La vittoria di Costantino segnò l'inizio di una nuova era per tutto l'impero.
Costantino fu accolto trionfalmente a Roma e proclamato imperatore unico d'Occidente. Dedicò la sua vittoria al Dio dei cristiani, di cui proibì le persecuzioni continuando una pratica iniziata dal 306 nelle province della Gallia e Bretagna. Sotto la sua protezione, il cristianesimo si sviluppò senza essere perseguitato mentre il clero acquisiva nuovi privilegi. Con l'editto da esso proclamato nel 313 Costantino mise fine alla persecuzione dei cristiani.*Descrizione e stile
Nella scena precedente del Sogno di Costantino, un angelo aveva consegnato all'imperatore Costantino una piccola croce, simbolo della Vera Croce di Cristo (In hoc signo vinces), con il quale affrontare la battaglia decisiva contro il rivale Massenzio (battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312). In seguito a tale vittoria Costantino, secondo la leggenda, si sarebbe convertito al Cristianesimo ed avrebbe dato libertà di culto in tutto l'impero (editto di Milano, 313).Lo stato di conservazione dell'affresco è fortemente compromesso, ma nella Graphische Sammlung di Düsseldorf si conserva una copia ad acquerello della scena di Johann Anton Ramboux del 1820, dove l'opera compare in condizioni migliori.
Le Storie della Vera Croce (de geschiedenis van het ware kruis) van Piero della Francesca, De overwinning van Constantijn over Maxentius, Capella Bacci in de Basilica di San Francesco, Arezzo(2) La scena è composta in maniera compatta, con l'esercito di Costantino a sinistra che avanza deciso e vittorioso dietro l'imperatore. Egli, con la sola imposizione della croce divina, mette in fuga l'esercito avversario, che nella parte destra se la dà a gambe a rotta di collo. Il diverso trattamento dei due eserciti è reso con efficacia grazie a un diverso uso compositivo delle linee prevalenti: orizzontali e verticali nella parte sinistra, diagonali nella parte destra.
Al centro si trova un suggestivo paesaggio fluviale del Tevere, che divide le due metà e spinge lo sguardo dello spettatore in profondità. Anche in questo caso, come nel Battesimo di Cristo o in altre opere, Piero trattò la superficie dell'acqua a specchio, dove si riflettono il cielo, gli alberi e le case. Il paesaggio è estremamente sereno e idilliaco (con viandanti sulla riva, uccelli che galleggiano sull'acqua), in netto contrasto con la battaglia in primo piano. Come nel Battesimo il fiume si interrompe innaturalmente in primo piano, senza riflettere i personaggi principali: la presenza del corso d'acqua è solo suggerita dal cavallo che vi è affondato e cerca di riguadagnare la riva.
I soldati sono rappresentati a cavallo, raggruppati fittamente in un groviglio dal quale spuntano i fastosi cimieri degli elmi ed una foresta di lance e di bandiere colorate. L'insegna araldica dell'aquila simboleggia il potere imperiale, e la sua stessa figura, in campo oro con verso rosso, è rivolta minacciosa contro il nemico, con il becco aperto. La bandiera del drago degli avversari ha i colori invertiti: recto rosso e verso oro. Un simile effetto "a scacchiera" è dato dall'alternanza di colori chiari a scuri dei cavalli, che permette di distinguere in profondità i vari piani. L'effetto di moltitudine degli eserciti è dato soprattutto dalle lance, che superano di gran lunga il numero dei cavalieri visibili. La lancia più avanzata dell'esercito di Costantino, di colore bianco, si trova davanti all'imperatore stesso e ne esalta elegantemente il profilo. Nello schieramento opposto esisteva una figura, ormai perduta, con una berretta simile a quella dell'imperatore, ma dai colori invertiti.
Da un punto di vista formale, i soldati dell'affresco sono rappresentati con grande fantasia, mescolando cotte e armature quattrocentesche, dalle forme vistose, con l'abbigliamento militare degli antichi romani.
Nell'insieme la battaglia non dà un effetto dinamico, come d'altronde non lo dà il suo più concitato pendant sulla parete opposta con la Battaglia di Eraclio e Cosroè. Questa scena in particolare assomiglia più a una parata, con movimenti solenni e rallentati, che si congelano soprattutto al centro, nel braccio teso e nello sguardo fisso di Costantino, per spegnersi completamente nel paesaggio centrale.*
[1] Foto nel pubblico dominio. Fonte: The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH.
[2] Quest'opera è nel pubblico dominio. Fonte: Web Gallery of Art
[3] Anna Maria Maetzke, Piero Della Francesca, Silvana (2006)
BibliografiaBirgit Laskowski, Piero della Francesca, collana Maestri dell'arte italiana, Gribaudo, Milano 2007.
Kenneth Clark, Piero Della Francesca, Phaidon Press 1969
Belton, R. & Kersten, B. (2010). Vision and Visions in Piero della Francesca’s Legend of the True Cross, Glimpse.
Bertelli, C., Maetzke, A. M., & Lavin, M. A. (2001). Piero della Francesca: The legend of the true cross in the Church of San Francesco, Arezzo. Skira.
Barbare Baert, La leggenda della Vera Croce e la sua iconografia (VIII-XV secolo). La disseminazione dei cicli figurativi in prospettiva europea, in Costantino I. Enciclopedia costantiniana sulla figura e l’immagine dell’ imperatore del cosiddetto editto di Milano 313-2013, vol. 2, (Istituto della Enciclopedia Italiana), Roma, 2013, p. 683-697.
Anna Maria Maetzke, Piero Della Francesca, Silvana (2006)
Art in Ttscany | Storie della Vera Croce
Arte in Toscana | Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
Art in Tuscany | The Golden Legend (Legenda aurea or Legenda sanctorum)
Valerio Neri - Enciclopedia Costantiniana (2013) | Costantino e le guerre civili. Storia e storiografia
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