Itinerario didattico dove è possibile trovare molte specie di piante tipiche della macchia mediterranea. Particolarmente piacevole il sentiero che attraversa il bellissimo bosco di sughere e roverelle secolari dove è facile incontrare branchi di daini.
L'area che costituisce l'itinerario A5 (Forestale) presenta caratteristiche geologiche diverse, cui corrisponde di conseguenza una diversa situazione per quanto attiene alla vegetazione. Nella parte bassa dell'itinerario i terreni sono piuttosto profondi, maggiormente fertili, sui quali le essenze vegetali hanno modo di svilupparsi maggiormente. In questa parte la macchia è costituita da orniello, leccio, roverella, sughera, acero e cerro per quanto riguarda le essenze arboree; fillirea, mirto, marruca, perastro, ginestra, corbezzolo e erica per quanto attiene alle essenze arbustive, le quali costituiscono il sottobosco. Salendo lungo l'itinerario muta la conformazione dei terreni, che si presentano più marcatamente calcarei, meno fertili e ricchi, sui quali la vegetazione stenta a progredire e le stesse essenze arboree raggiungono altezze inferiori rispetto a quelle presenti nella prima parte dell'area. Ciò consente un maggior sviluppo delle essenze arbustive in una migliore situazione di luce. L'erica è qui maggiormente presente assieme ad essenze difficilmente riscontrabili nella parte inferiore, quali l'olivella, il rosmarino, il cisto, il ginepro, il sabino o cedro licio. Questo aspetto della vegetazione testimonia anche la regimazione a ceduo cui queste macchie sono state sottoposte dall'uomo per secoli. La macchia era utilizzata in modo da rendere possibile la sua ricostituzione e il legname era utilizzato in parte come legna da ardere e nella maggior parte veniva trasformato in carbone.
L'itinerario Faunistico (A6) interessa una superficie assai vasta e particolarmente interessante sotto diversi punti di vista. In primo luogo sembra opportuno osservare che si tratta di un'area che nel passato era ricoperta dalla macchia mediterranea e che l'intervento dell'uomo ha trasformato per uso di pascolo, lasciando proprio a questo scopo piante produttrici di frutti appetiti da bestiame domestico, quali sughere e roverelle, che in certi punti costituiscono una copertura vegetale completa del suolo, sì da farci trovare in presenza di un bosco di alto fusto. Di particolare rilevanza l'interesse floristico dell'itinerario, il quale oltre a presentare magnifiche roverelle e sughere, è straordinariamente ricco di orchidee di varie specie. Nel periodo primaverile ai lati del sentiero e finanche su di esso è possibile ammirare a centinaia e centinaia questi meravigliosi fiori, dei quali è severamente vietata la raccolta.
L'area costituente l'itinerario è particolarmente interessante sotto il profilo faunistico. In essa vivono stabilmente un gruppo di daini, cinghiali e caprioli. E' presente il coniglio selvatico, e anche se più rara, la lepre. La volpe, l'istrice e il tasso popolano l'area. Anche la martora, la faina, la puzzola e la donnola sono solite aggirarsi nottetempo in quest'area per cacciare piccoli roditori e, in primavera inoltrata, nidiacei di varie specie. Le essenze arboree costituiscono un habitat importante per varie specie di uccelli, tra cui la cornacchia grigia, la ghiandaia, il merlo, il verdone, il cardellino, l'averla e altri passeracei. Il picchio verde visita ogni giorno le piante di quest'area alla ricerca di larve di cui si ciba. Inoltre nel periodo estivo frequente è la presenza di tortore, mentre nel periodo autunno-invernale numerosissimi sono i colombacci e i tordi.
Una raccomandazione, peraltro ovvia, è quella di percorrere questo itinerario nel massimo silenzio poiché gli animali tendono a sfuggire all'uomo, per cui il silenzio è la prima precauzione che deve assumere chi intenda vedere degli animali selvatici, che vivono in stato di libertà.[2]
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