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N L

Capalbio en de Valle d'Oro (1)

 

Toacana ] Galleria di immagini  
     
   


Capalbio | Valle d’Oro, Parco archeologico e paesaggistico alle pendici della Maremma toscana


   
   

Vulci (in etrusco Velch o Velx) è un'antica città etrusca nel cuore della Maremma Lazial, e nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, nella Maremma laziale. In Toscana, tra Capalbio e Ansedonia, sorge la Valle d’Oro, delimitata dalla Maremma e dal Mar Tirreno.

Capalbio e il Castello di Capalbiaccio

Non si puo’ parlare della storia di Capalbio senza accennare al castello piu’ antico di Tricosto (oggi detto Capalbiaccio) di cui sono le rovine sul colle sito a Nord Ovest a due km dall’incrocio sulla S.S.Aurelia con accesso a Capalbio Scalo. Dall’alto del poggio e’ possibile abbracciare con un solo sguardo la Valle d’Oro. Esso ha all’incirca la forma di un triangolo, la cui base è rappresentata dai terreni impaludati che formano il prolungamento del lago di Burano verso Ansedonia, mentre i lati – piu’ o meno irregolari – sono costituiti da una serie di dolci rilievi collinosi che trovano il loro vertice in direzione del Monte Alzato. La Valle e’ oggi, e doveva essere anche in antico la pianura piu’ fertile dell’immediato retroterra della collina di Ansedonia [10].

La Valle d’Oro: alle pendici della Maremma toscana

La Valle d’Oro è un’ampia valle triangolare, posta a nord-est di Cosa e della Via Aurelia e delimitata a ovest dai poggi che formano il territorio interno di Orbetello e a est dai rilievi che la dividono dalla valle di Capalbio; al vertice è il Monte Nebbiello, alle pendici ovest del quale è un passaggio naturale verso nord (dove interseca la valle del torrente Radicata) che coincide con un importante percorso antico. In realtà il toponimo si riferirebbe solo a un settore della valle, corrispondente a un’area ai piedi di Poggio Malabarba, ma nella letteratura archeologica, nagli anni ’70 del secolo scorso in poi, è invalso l’uso di individuare l’intera valle come Valle d’Oro ed è questo l’uso che qui si segue [2].


 

Cosa . Vista da Cosa verso la costa di Vulci

Cosa. Sorgeva sul roccioso promontorio di Ansedonia, nel comune di Orbetello, da cui si dominava la costa tirrenica verso il Lazio [1]

 

La posizione strategica in rapporto al Mare Tirreno e all’Arcipelago Toscano, l’eccellenza dei suoli e delle risorse naturali (in particolare la ricchezza di acqua) e la relativa vicinanza a Roma sono all’origine dello straordinario sviluppo dell’area a partire dalla conquista romana (280 a.C.), prima con intenti militari e di controllo, poi con fi nalità di sfruttamento intensivo dei terreni da parte di proprietari della classe senatoria dell’Urbe [2].

La Valle d’Oro è uno degli ultimi contesti dell’Italia tirrenica in cui si possa ancora tentare di coniugare storia, archeologia e geografia in modo equilibrato e maturo. E questo per periodi cronologici diversi: la preistoria, il periodo etrusco, la romanizzazione, la tarda antichità, il medioevo. Per alcuni diquesti momenti esiste una messe di documenti di impressionante valore: le frequentazioni protostoriche di Capalbiaccio, le necropoli etrusche situate lungo il percorso che sarà poi della via Aurelia, le  fattorie etrusche della romanizzazione, le villeromane con il fronte a torrette, chiese e fortificazioni altomedievali, monasteri e castelli benedettini.[2]


   
   

I resti dell'antica colonia romana di Cosa, le mura ciclopiche

I resti dell'antica colonia romana di Cosa, le mura ciclopiche [6]

 

Parco Archeologico e Paesaggistico Valle d'Oro


Il Parco Archeologico Valle d'Oro ha alcuni interessanti siti archeologici etruschi e romani. Le più importanti sono la Villa delle Colonne e la Villa Settefinestre.

Villa delle Colonne

Nell’immediato entroterra di Cosa, a breve distanza dall’Aurelia, in prossimità del bivio che conduce lungo la strada pedemontana, si possono ammirare i resti di un’importante villa romana, chiamata villa delle Colonne.
Dell’impianto originario dell’edificio, databile tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., si conservano per intero le mura perimetrali, dotate di torrette circolari.
La cinta turrita, costruita a imitazione delle fortificazioni della città, è un elemento che caratterizza altre residenze del territorio di Cosa, come la celebre villa di Settefinestre. Oltre ad avere un impianto simile a quest’ultima, la villa delle Colonne doveva appartenere anche agli stessi proprietari, la famiglia senatoria dei Sestii [11].

Villa Settefinestre

Ricostruzione assonometrica della villa di Settefinestre nella seconda fase edilizia (fine I - inizi II sec. d.C.) [7]

 

Villa Settefinestre si trova fra Capalbio e Orbetello in Toscana, ed è il sito di una villa di età tardo-repubblicana, gestita da schiavi e di proprietà di una famiglia senatoriale dei Volusii, costruita nel I secolo a.C. e poi ampliata nel I secolo con la costruzione di un grande criptoportico. La villa venne fortificata in epoca successiva e la fortezza venne ricostruita come villa, nel senso moderno del termine, nel corso del XV secolo. Nel periodo 1976-1981 sono state condotte delle campagne di scavi, sotto la direzione di Andrea Carandini ed i risultati sono stati presentati in una pubblicazione. Villa Settefinestre è stata restaurata negli anni settanta e trasformata in una lussuosa residenza di vacanza e le rovine, aperte al pubblico, inserite scenograficamente in un giardino rigoglioso.



Villa di Settefinestre, Giardino, Capalbio
Villa di Settefinestre, Giardino, Capalbio. Foto Andrea De Maria [5]


Parco Archeologico e Paesaggistico Valle d'Oro, i siti interessati


Villa delle Colonne o di Sughereto i Ballantine
loc. Volle d'Oro/Le Colonne - Capalbio
Resti monumentali di villa romana emergenti dal terreno e allineati con la centuriazione romana

Centuriazione della Colonia di Cosa
loc. Volle d'Oro - Capalbio/Orbetello
Sul terreno sono conservati principalmente due allineamenti (decumani). Uno è stato distrutto dalle arature, l'altro è invece perfettamente conservato come muro a secco e ha tutt'ora la funzione di limite dei campi adiacenti.

Villa di Sette Finestre
loc. Sette(lnesrre - Orbetello
Resti monumentali di villa romana scavata dalle università di Pisa, Siena e Londra fra Il 1976 e il 1981. l saggi di scavo sono stati ricoperti; emergono dal terreno i terrazzamenti monumentali e i ruderi delle terme.

Casale Tricosto
loc. Tricosto, Capalbio
Resti di villa romana e fornace (materiali di superficie); fattoria fortificata del XVI secolo con torre e ampio recinto in muratura. Attualmente in fase di recupero.

Villa di Monte Alzato
loc. Monte Alzato, Orbetello
Terrazzamenti di una villa romana; torretta isolata; ampia area di frammenti fittili nei campi antistanti. Sulla collina tombe di età imprecisata (protostoriche o etrusche).

Villa delle Tombe
loc. Le Tombe/Poggio Torretta - Orbetello
Resti di una villa romana documentata da materiali di superficie e evidenti anomalie nelle fotografie aeree. Si tratta di un complesso di edifici stremamente esteso, ben visibile nelle fotografie aeree.

Castello di Tricosto - Capalbiaccio
loc. Capolbioccio - Capalbio
Ruderi di castello medievale.

Villa della Corsa
loc. Lo Corsa - Orbetello
Resti di villa romana. Segnalata solo da materiali di superficie, la villa in località La Corsa. Restituisce frammenti di anfore e
doli che documentano la produzione del vino in età romana sul sito.

Casa Colonica Repubblicana di Giardino Vecchio
loc. Giardino Vecchio • Capalbio
Resti di fattoria romana. La fattoria di Giardino Vecchio fu scavata negli anni 1980-81 nel quadro del Progetto Settefinestre
al fine di indagare un insediamento legato alla colonia e precedente l'affermazione delle ville nell'area. l'insediamento fu scelto sulla base del materiale di superficie raccolto nel corso della ricognizione archeologica.

Acquedotto
località Le Forane/Le Colonnette, Capalbio
Resti di acquedotto romano che si può seguire nella fitta macchia. L'acquedotto, sicuramente di età romana, possibilmente del periodo tardo-repubblicano che coincide con il massimo sviluppo delle ville, corre in alto sul Poggio delle Forane al livello del suolo e in più punti è possibile vedere la conduttura messa in luce dal taglio della strada attuale.

Romitorio Rovinato
loc Romitorio rovinato/Monte Nebbie/lo, Orbetello
Tombe etrusche e ruderi di un monastero medievale. Le tombe etrusche del Monte Nebbiello sono probabilmente riferibili a un vicino abitato rurale non
identificato. Non lontano nella macchia fitta è un insediamento monastico medievale che viene indicato con il nome di Romitorio Rovinato.

Insediamento di Monte Nebbiello
loc. Casal del Marchi, Capalbio
Villa romana o piccolo insediamento fortificato postclassico.[9].



 

La Riserva Naturale del Lago di Burano

 

Capalbio 2017 028

La Torre di Buranaccio, Lago di Burano, Capalbio [4]

 

Questa riserva naturale è stata la prima area protetta dal WWF (World Wildlife Fund). Il Lago di Burano è in realtà un lago artificiale collegato al mare da un canale parzialmente artificiale.
L'oasi si estende per oltre 400 ettari ed è ricca di piante e animali e ci sono dei bei percorsi a piedi con rifugi e torri.
Si può fare una passeggiata intorno al lago e poi verso Ansedonia.

 

Capalbio, Lago San Floriano

Il lago di San Floriano si trova nella pianura maremmana nel territorio comunale di Capalbio, nell'entroterra pianeggiante poco a nord del più vasto lago di Burano, ai piedi della collina sulla quale sorgono i resti del castello di Capalbiaccio.

Il bacino lacustre è attraversato da un corso d'acqua minore, che vi si immette dalla sponda sud-orientale; il medesimo emissario origina dalla sponda sud-occidentale e, dirigendosi verso sud raggiunge il tratto occidentale del canale emissario del Lago di Burano, dopo aver ricevuto la confluenza di un altro torrente.



Capalbio, Lago San Floriano

Capalbio, Lago San Floriano waarin witte waterlelies (Nymphaea alba) bloeien [3]

 

Castello di Capalbiaccio

Il castello di Capalbiaccio si trova sull'omonimo poggio nella parte sud-occidentale del territorio comunale di Capalbio, poco a nord rispetto al Lago di San Floriano. Il castello è in rovina rimanendo visibili solo alcuni ruderi.
Il complesso sorse nel corso del XII secolo come possedimento dell'abbazia delle Tre Fontane di Roma che, nei decenni successivi, lo cedette agli Aldobrandeschi.


 
   

Galería Fotográfica della Costa Toscana

Capalbio, Gallerìa fotogràfica

 

   
CapalbioPanorama Lago di Burano, Capalbio Torre di Buranaccio, lago di Burano, Capalbio

Capalbio

 

 

Lago di Burano, Capalbio

 

Torre di Buranaccio

The century-old cork tree of the Lago di Burano WWF Oasis        

The century-old cork tree of the Lago di Burano WWF Oasi, Capalbio

 

       
CapalbioMura1   Veduta di un tratto delle Mura di Capalbio   Capalbio - Camminamento sulle mura 01

Mura di Capalbio

 

 

Camminamento sulle mura

 

 

Veduta di un tratto delle Mura di Capalbio

 

Cosa, Spiaggia e Torre della Tagliata

 

   
Porto di Cosa (GR)   Panorama con Torre della Tagliata (Torre Puccini) dal Porto di Cosa (GR)   The Tagliata Tower, or the Puccini Tower

Cosa, porta

 

La porta di Cosa

 

 

Spiaggia e Torre della Tagliata

Cosa28   Cosa07   Cosa. Gate - west north

Cosa, Basilica in the forum

 

Capitolium - front, Cosa

 

Cosa. Gate - west north

 

  Cosa08   Cosa, casa di diana, 01

Map of Cosa, second century BCE

 

 

Cosa, celle

 

 

Casa si Diana

 

         
         

Mappa Valle d'Oro | Grotere kaart weergeven

 

Associazione Maremma Mare per il Progetto “Parco Archeologico e Paesaggistico Valle d’Oro” | www.valledorogiardino.com

L’Associazione ha prodotto il catalogo della mostraValle d’Oro – Studio di fattibilità (Edizioni Effigi – Arcidosso 2013), a cura di Mariagrazia Celuzza e Cecilia Luzzetti, con introduzioni di Andrea Carandini, oggi Presidente Nazionale FAI Fondo Ambiente Italiano e Franco Cambi del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena.

 

   
[1] Photo by aurelio candido,  published under a Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0) license.
[2] Valle d’Oro. Parco archeologico e paesaggistico - Studio di fattibilità, a cura di Mariagrazia Celuzza e Cecilia Luzzetti, edizioni Effigi, Arcidosso, 2013 | www.academia.edu
Storicamente, la Valle d’Oro era parte del territorio della metropoli etrusca di Vulci, che si estendeva dal viterbese fi no a Talamone e alle prime pendici del Monte Amiata. Dopo la conquista romana (280 a.C.) fu inclusa nell’ager Cosanus, territorio della colonia romana di diritto latino di Cosa, fondata nel 273 a.C., di cui era l’immediato retroterra. Fu poi compresa, probabilmente già dall’Alto Medioevo, nel grande feudo dell’Abbazia delle Tre Fontane ad Aquas Salvias di Roma, mentre il sito di Cosa, dopo alterne vicende, abbandoni e nuove occupazioni, acquisiva il nome di Ansedonia. Dopo l’incastellamento e diverse dominazioni (Orvieto, Pitigliano, Siena) entrò a far parte nel XVI secolo dello Stato dei Presìdi, a sua volta incluso nel 1815 nel Granducato di Toscana.
[3] Foto di LigaDue, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.
[4] Foto di Cannatà, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International.
[5] Andrea Carandini; M. Rossella Filippi (1985). Settefinestre: una villa schiavistica nell'Etruria romana. Panini.
[6] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[7] Carandini, A., Ricci, A. (a cura di), Settefinestre: una villa schia-vistica nell’ Etruria romana, Modena 1985, (2 voll.) [citato nel Settefinestre:la villa, lo scavo di Mariagrazia Celuzza come Settefinestre 1985].
[8] Tratto all'articolo Castello di Capalbiaccio da Wikipedia. Il testo di questo alinea è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.
[9] Capalbio, prende forma il.Parco Archeologico e Paesaggistico Valle d'Oro, Maremma Magazine - Ottobre 2013 - Numero 9
[10] fonte: La storia di Capalbio | www.comune.capalbio.gr.it
[11] FONTE: Villa delle Colonne | www.parcodeglietruschi.it

Valle d’Oro. Parco archeologico e paesaggistico - Studio di fattibilità, a cura di Mariagrazia Celuzza e Cecilia Luzzetti, edizioni Effigi

Valle d’Oro. Parco archeologico e paesaggistico - Studio di fattibilità, a cura di Mariagrazia Celuzza e Cecilia Luzzetti, edizioni Effigi