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Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa), Basilica di Santa Croce, Firenze [2]

 

Toacana ] Galleria di immagini  
     
   
Taddeo Gaddi, Albero della Vita, basiliek van Santa Croce, Firenze

   
   

L'Albero della Vita, Ultima cena e storie sacre è un grande affresco di Taddeo Gaddi, databile al 1355 circa e conservato nella parete ovest del refettorio della basilica di Santa Croce a Firenze.

Taddeo Gaddi (1300-1366), dopo la morte di Giotto, è il pittore fiorentino più importante, e lo sarà per almeno i tre decenni successivi. Nel 1332, e forse già nel 1328, inizia a lavorare con Giotto sulla decorazione ad affresco di Santa Croce a Firenze. Intorno al 1340 Gaddi decora le pareti del refettorio di Santa Croce, realizzando uno delle sue più imponenti opere: "Albero della Vita".
Il complesso affresco di Taddeo Gaddi è composto alla maniera di un’edicola votiva o ancor meglio di una gigantesca pala d’altare. Lo scomparto centrale è occupato dall’Arbor Vitae, allegoria del trionfo del sacrificio di Cristo e della missione della Chiesa (simboleggiata dalla femmina di pellicano che si squarcia il petto per dar da mangiare ai suoi piccoli), annunciati dai Profeti recanti cartigli e che vede alla base, abbracciato al legno della Croce, Francesco [3].


L'Albero della Vita, l'Albero della croce

Per l'Albero della croce Taddeo attinse a un'iconografia che ha il suo migliore esempio nell'Albero di Pacino di Buonaguida, qui tuttavia semplificata, con i profeti e gli evangelisti nei tondi al posto degli episodi della vita di Cristo i profeti e gli evangelisti. Le rispettive scritture dei personaggi sono legate al mistero della Passione al suo avverarsi.

La combinazione di questi soggetti risulta, fino ad allora, inusitata: furono probabilmente gli stessi frati a elaborare lo schema decorativo, come "summa" della teologia francescana. Risultano così combinate una forte elaborazione intellettuale, dovuta alla frequentazione colta dello "studium generale" dell'Ordine in Santa Croce, assieme a una certa chiarezza espositiva delle scene tipica delle commissioni francescane, tesa ad "istruire" lo spettatore.

 

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze ` Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze Taddeo Gaddi, Albero della Vita, Ultima cena e storie sacre, Basilica di Santa Croce, Firenze

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze [2]

 

Possiamo leggere i cartigli dei dodici profeti in questo ordine (da sinistra a destra, dal basso verso l'alto):

 

I Pedes meos subverterunt et oppresserunt. Iob (Giobbe 30,12)

II Afacie eius contremuit terra moti sunt celi. Yoel (Gioele 2,10)

III Ecce ego mitto angelus meu et preparabi (Malachia 3,1)

IV Ero mors tua ero mors tuus inferne. Osee (Osea 13,14)

V Foderu(n)t manus mea set (sic) pedes meos. Davit (Davide, Salmi 22,17)

VI In monte sion erit salvation[em] et erit santus. Abdias (Abdia 1,17)

VII Quid sunt plage i(n) manuum tuarum. Zacarias (Zaccaria 13,6)

VIII Afacie eius contremuit terra moti sunt cel[i] (Gioele 2,10)

IX Sole nube tegam et luna no(n) dabit lum(en) suu(m). Ezechiel (Ezechiele 32,7)

X Tradidit in mortem anima suam. Isaias (Isaia 53,12)

XI Christus domin(us) capt(us) est in potis [peccatis nostris]. Ieremias (Geremia, Lamentazioni
4,20)

XII Fac s(er)petem eneum et pone eus pro signo (Mosè, Numeri 21,8)[4].


Come generalemente accade per questa iconografia il corredo epigrafico che integra e completa la simbologia dell’immagine è ricchissimo. Nella tabella posta alla sommità della croce vi è l’iscrizione riferita a Cristo, Iesus nazarenus rex iudeorum, mentre poco più in alto, sopra il nido del pellicano, si trova un’altra tabella con la scritta Similis fact(us) sum pellicanus. Nella parte superiore del dipinto, sempre sull’asse centrale, vi è la tradizionale citazione del passo apocalittico Lignum vitae i (n) medio paradisi afferens fruct (us) XII [4].

Meno frequente, nella raffigurazione monumentale del Lignum vitae, invece, è la presenza dei quattro evangelisti, i quali recano un cartiglio con delle citazioni dai rispettivi testi biblici:


I Lucas fuit i(n) diebus herodis regis sacerdos quida nomine Sac[arias] (Luca 1,5)

II In princinio (sic) erat verbum et ve(r)bum erat apud deum et deu[s] erat (Giovanni 1,1)

III Initiu(m) eva(n)geli Iesu Christi (Marco 1,1)

IV Liber generationis Iesu Christi (Matteo 1,1)[4].


Per quanto riguarda la presenza dei santi ai piedi dell’albero si può notare come la figura di san Francesco che abbraccia il fusto della croce sia una frequente ricorrenza diffusa in ambito francescano fin dal XIII secolo. Tra i personaggi ai piedi dell’albero è singolare la raffigurazione di Bonaventura seduto, colto nell’atto di meditare mentre sta scrivendo l’inizio del suo trattato (in cui si intravede l’iscrizione O crux frutex salvificus), provvisto di nimbo. [4]



Taddeo gaddi, Albero della Vita, 10.JPG

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (particolare con la Vergine sorretta dalle pie donne e san Giovanni
Evangelista, posto sulla sinistra dell'Albero della Vita
), Basilica di Santa Croce, Firenze [1]

 

Lo scomparto centrale è occupato dall’Arbor Vitae, allegoria del trionfo del sacrificio di Cristo e della missione della Chiesa (simboleggiata dalla femmina di pellicano che si squarcia il petto per dar da mangiare ai suoi piccoli), annunciati dai Profeti recanti cartigli e che vede alla base, abbracciato al legno della Croce, Francesco. Il gruppo storico delle Marie e di Giovanni è posto sulla sinistra.

Recenti approfondimenti interpretativi hanno suggerito l’identificazione della figura inginocchiata alle spalle di Francesco con quella di Vaggia Manfredi, terziaria francescana, appartenente alla famiglia committente dell’affresco[3]. I quattro stemmi della famiglia sul bordo dell'affresco sembrano confermarlo.




Taddeo Gaddi, Lignum vitae, particolare con sant’Antonio di Padova, san Domenico e san Ludovico di Tolosa, Santa Croce, Firenze

Taddeo Gaddi, Lignum vitae, particolare con sant’Antonio di Padova, san Domenico e san Ludovico di Tolosa, Santa Croce, Firenze [1]

 

Sulla destra spiccano i santi francescani Bonaventura da Bagnoregio (intento a prender nota di tutto quanto sta accadendo su di un lungo cartiglio scaturito dalla stessa base della croce, da quel Lignum Vitae che diverrà titolo e oggetto di una profonda riflessione in una delle opere più famose del teologo francescano), Ludovico da Tolosa, Antonio da Padova [4].



 

 

   
   
 
   
Taddeo Gaddi, Albero della Vita, Ultima scena e quattro scene con miracoli (1336-1366 circa), Basilica di Santa Croce, Firenze   Taddeo gaddi, Albero della Vita, 12   Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (particolare con la Vergine sorretta dalle pie donne e san Giovanni
Evangelista, posto sulla sinistra dell'Albero della Vita), Basilica di Santa Croce, Firenze [1]
Taddeo Gaddi, Albero della Vita, Ultima scena e quattro scene con miracoli (1336-1366 circa), Basilica di Santa Croce, Firenze  

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (particolar di San Bonaventura da Bagnoregio ), Basilica di Santa Croce, Firenze

 

 

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (particolare con la Vergine sorretta dalle pie donne e san Giovanni
Evangelista, posto sulla sinistra dell'Albero della Vita
), Basilica di Santa Croce, Firenze


Taddeo gaddi, Albero della Vita, 07   Taddeo gaddi, Albero della Vita, 08   Taddeo gaddi, Albero della Vita, 09

Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa) particolari, Basilica di Santa Croce, Firenze [2]

 



   
Museo Santa Croce: Taddeo Gaddi, Albero della Vita, Ultima cena (1336-1366 circa) - Bezoek is betalend, je koopt een ticket voor het volledige complex van Santa Croce.

Piazza di Santa Croce, 30/15
Bekijk hier de openigsuren.

In het museum Museo dell'Opera di Santa Croce, in de tweede kruisgang van de kerk, zijn diverse kunstschatten te zien, o.a.

  • de gerestaureerde, crucifix van Cimabue uit 1287-1288
  • de gerestaureerde fresco's van  Het Laatste Oordeel van Andrea Orcagna
  • de fresco's De boom van het Kruis en Het Laatste Avondmaal van Taddeo Gaddi uit 1333
  • de illustratie van Legno della vita, een tekst van de franciscaanse heilige Bonaventura, vervaardigd door Taddeo Gaddi
  • Saint Louis van Toulouse, (1423-1425), een verguld bronzen beeld van Donatello

 

Het laatste avondmaal in Firenze | Wandeling langs de mooiste cenacoli in Firenze

 

  Plattegrond van de Basiliek Santa Croce in FirenzePlattegrond van de Basiliek Santa Croce in Firenze.
Plattegrond van de Basiliek
Santa Croce in Firenze (N° 2 is het Refettorio)
         
Antonio Vite e collaboratore, Arbor Vitae, trasfigurazione e miracolo della madonna della neve, 1390-1400 ca.   Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa), Basilica di Santa Croce, Firenze   Andrea Orcagna, Crocifissione e ultima cena, Fondazione Salvatore Romano, Santo Spirito (1365)

Antonio Vite e collaboratore, Arbor Vitae, trasfigurazione e miracolo della madonna della neve, 1390-1400 ca., chiesa di San Francesco, Pistoia


  Taddeo Gaddi, Albero della Vita, (1336-1366 circa), Basilica di Santa Croce, Firenze  

Andrea Orcagna, Crocifissione e ultima cena, Fondazione Salvatore Romano, (1365), Santo Spirito, Firenze

Bibliografie

Anna C. Esmeijer, L'Albero della vita di Taddeo Gaddi. L'esegesi geometrica di un'immagine didattica, Ed.EDAM, 1985.

Damien Wigny, Au coeur de Florence : Itinéraires, monuments, lectures, 1990

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori ed architettori, Volume 1, by Giorgio Vasari, Editor G. C. Sansoni, (1906); page 609.

Guida d'Italia, Firenze e provincia ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.

C. Acidini Luchinat e R. C. Proto Pisani (a cura di), La tradizione fiorentina dei Cenacoli, Calenzano (Fi), Scala, 1997, pp. 120 – 122.

A. Labriola, Taddeo Gaddi, voce del Dizionario Biografico degli Italiani, 51, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1998, 168-173.

Ladis, A., ?Taddeo Gaddi Critical reappraisal and catalogue raissonné,? University of Missouri Press, Columbia 1982 66; Borsook, E., ?The mural painters of Tuscany From Cimabue to Andrea del Sarto, Clarendon Press Oxford 1980

Alessandro Simbeni, Gli affreschi di Taddeo Gaddi nel refettorio: programma, committenza e datazione, con una postilla sulla diffusione del modello iconografico del Lignum vitae in Catalogna, in Santa Croce. Oltre le apparenze, [Andrea G. De Marchi, Giacomo Piraz (Publ.)], Gli Ori, 2011


         

[1] Scanned by Michael Hurst from Florence at the Dawn of the Renaissance, this work is in the public domain.
[2] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.
[3] Santa Croce, Mini Guida (Un accompagnamento alla visita) | www.santacroceopera.it | 2014 | I testi delle schede, composti da Adriano Antonioletti Boratto, sono stati revisionati e condivisi da un team dell’Opera di Santa Croce formato da Giuseppe De Micheli, Donata Grossoni, Claudia Timossi, Paola Vojnovic
[4] Andrew Ladis, nella sua monografia dedicata a Taddeo Gaddi, ha proposto di identificare lo stemma, ripetuto per quattro volte all’interno delle cornici che delimitano il Lignum vitae, con quello della famiglia Manfredi. Lo studioso avanzò l’ipotesi che il personaggio potesse essere Vaggia Manfredi, moglie di Filippo Manfredi; questa possibilità è stata esclusa dallo stesso Ladis, il quale riteneva che l’esecuzione del Lignum vitae fosse un’opera degli anni sessanta del Trecento, mentre Vaggia Manfredi risulta essere morta il 10 novembre 1345, data che credo valga come termine ante quem per la sistemazione cronologica degli affreschi, come si preciserà meglio in seguito [Fonte: Alessandro Simbeni, 2011, p. 117].
[4] Alessandro Simbeni, Gli affreschi di Taddeo Gaddi nel refettorio: programma, committenza e datazione, con una postilla sulla diffusione del modello iconografico del Lignum vitae in Catalogna, in Santa Croce. Oltre le apparenze, [Andrea G. De Marchi, Giacomo Piraz (Publ.)], Gli Ori, 2011, p. 115.
Sa

 

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