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Art in Tuscany

Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo (particolare del Cristo (Christus patiens)

 

Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo (particolare del Cristo (Christus patiens) [1]

 

Toacana ] Galleria di immagini  
     
   
Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo (particolare del Cristo, Christus patiens)

   
   

La Basilica di San Francesco, famosa soprattutto per le Storie della Vera Croce, un ciclo di affreschi di Piero della Francesca, contiene anche un crocifisso magnifico del Maestro di San Francesco, un contemporaneo di Cimabue.
Come il Crocifisso di Castiglion Fiorentino, la rappresentazione della Croce dipinta, riprende la tipologia del Christus Patiens, d’ispirazione bizantina, dove il dolore e la morte di Gesù sono sottolineati dalla testa reclinata sulla spalla e dall’arcatura del corpo [3].

 

Interno della Basilica di San Francesco, Arezzo, con il Crocifisso del Maestro di San Francesco

Interno della Basilica di San Francesco, Arezzo, con il Crocifisso del Maestro di San Francesco (2)

 

Nell'Italia centrale del XII secolo nacque la tradizione delle croci dipinte, destinate ad essere appese nell'arco trionfale delle chiese o al di sopra dell'iconostasi, ovvero la struttura che separava la navata adibita ai laici dal presbiterio adibito al clero; le tavole venivano dipinte direttamente su legno, oppure su fogli di pergamena o cuoio, successivamente incollati sul supporto ligneo sagomato a forma di croce.


Christus Patiens

Agli inizi del XIII secolo compare una nuova tipologia, quella del Cristo morto, l'iconografia deriva dal Christus patiens d'ispirazione bizantina, ma anche dalla coeva predicazione francescana. Il Cristo sofferente ha la testa reclinata sulla spalla e gli occhi chiusi e il corpo incurvato in uno spasimo di dolore. Forse uno dei primi a recepire questa novità iconografica fu Giunta Pisano, del quale restano tre crocifissi firmati e uno attribuitogli dalla critica, tra cui il Crocifisso della basilica di San Domenico a Bologna, dove il corpo del Cristo è inarcato sulla sinistra, invadendo il tabellone laterale, da cui spariscono quindi le scene della Passione. Tra Giunta e Cimabue irrompe Coppo di Marcovaldo, primo innovatore non solo dell'arte definita ancora grottesca da Longhi, ma primo vero pittore espressionista della storia. La recessione stilistica era già alle spalle, al contrario delle affermazioni di Longhi, Coppo non stava a Rouault, Rouault cercava un imbarbarimento del segno nel secolo scorso, Coppo al contrario una classicità, una forma di bellezza da qui l'importanza di Coppo come pittore di "frontiera", forme riprese da Cimabue nel Crocifisso di Arezzo del 1270 circa (che venne dipinto per la locale chiesa domenicana, quindi verosimilmente richiesto simile al Crocifisso della chiesa madre a Bologna) e sviluppate ulteriormente nel Crocifisso di Santa Croce del 1280 circa [4].

 

   
   

Immagini Grande croce del Maestro di San Francesco

 

   
Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo   Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo (particolare)   Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo (dettaglio)

Dettagli del Grande croce del Maestro di San Francesco, Chiesa di San Francesco Arezzo

 

 

Crocifissi dipinti nel basso Medioevo italiano

 

 

   
Crocifisso del Cristo trionfante, Castiglion Fiorentino, Pinacoteca Comunale   Maestro di San Francesco, 1272, tempera e oro su tavola, 410 × 328 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia   Crocifisso dipinto, Chiesa di sant'Angelo al Cassero( Pinacoteca), Castiglion Fiorentino
Crocifisso del Cristo trionfante, Castiglion Fiorentino, Pinacoteca Comunale   Maestro di San Francesco, 1272, tempera e oro su tavola, 410 × 328 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia  

Crocifisso dipinto, Chiesa di sant'Angelo al Cassero (Pinacoteca), Castiglion Fiorentino

 

 
   


[1] Foto tratta da Isabella Droandi, Per la pittura del Duecento nell’Aretino, in “ARTE IN TERRA D’AREZZO. IL MEDIOEVO” a cura di Marco Collareta e Paola Refice, Firenze 2010.
[2] Damien Wigny, Toscane. 1, Arezzo, Cortone, Casentino, Sancepolcro, Fonds Mercator, Brussel, 2013, p.
[3] Pinacoteca Comunale e Museo della Pieve di San Giuliano a Castiglion Fiorentino | Diretta da Antonio Paolucci - Piccoli Grandi Musei [PDF]
Christus patiens: immagine iconografica derivata dall’arte bizantina che si afferma nelle croci dipinte dal xiii secolo e secondo la quale Cristo viene rappresentato con la testa reclinata sulla spalla e gli occhi chiusi.
Christus triumphans: immagine iconografica nella quale Cristoè rappresentato con gli occhi aperti, come trionfatore sulla morte.
[4] Tratto dalll'articolo Iconografia della Crocifissione dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.


Bibliografia

Damien Wigny, Toscane. 1, Arezzo, Cortone, Casentino, Sancepolcro, Fonds Mercator, Brussel, 2013

Nicoletta Matteuzzi, Affreschi agiografici iconico-narrativi in Toscana (1320-1490), Università degli studi di Firenze, Firenze, 2013

Isabella Droandi, Per la pittura del Duecento nell’Aretino, in “ARTE IN TERRA D’AREZZO. IL MEDIOEVO” a cura di Marco Collareta e Paola Refice, Firenze 2010, pp. 181-206

Elvio Lunghi, Il Crocefisso di Giunta Pisano e l'icona del Maestro di San Francesco alla Porziuncola, Assisi 1995. ISBN 8827003002

Enio Sindona, Cimabue e il momento figurativo pregiottesco, Rizzoli Editore, Milano, 1975.

Ilaria Ceragioli, Dal Christus Triumphans al Christus Patiens: un passaggio capitale per l'evoluzione dell'arte occidentale, su termopolio.com, 2 agosto 2016. URL consultato il 1º aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2017).

F. Massaccesi, Dal Christus triumphans al Christus patiens, su oilproject.org. URL consultato il 1º aprile 2018 (archiviato il 2 giugno 2017). 
«La dottrina della doppia natura – umana e divina – di Cristo, affermata nei grandi concili di Nicea (325), Costantinopoli (381) ed Efeso (431), fornisce il quadro .. . Nell’immagine si condensano concetti importanti già dall’epoca paleocristiana: la vittoria di Cristo crocifisso sulla morte, la sua conseguente apoteosi sulla croce, la croce come segno di trionfo e di parusía (il ritorno di Cristo al tempo del Giudizio finale), infine l’analogia fra sacrificio eucaristico e sacrificio sulla croce.».

 



Art in Tuscany | Master of Saint Francis


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Podere Santa Pia è un casolare interamente in pietra, è posto in posizione estremamente panoramica con ampia vista sulla Maremma Grossetana