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Duccio di Buoninsegna e maestri vetrai non identificati, La Vetrata del Duomo di Siena,1287-1288,
(particolare Deposizione della Vergine), Museo dell’Opera del Duomo, Siena [1]
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Duccio di Buoninsegna e maestri vetrai non identificati, La Vetrata del Duomo di Siena, 1287-1288, (particolare Deposizione della Vergine) | Attribuzione
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La Vetrata del Duomo di Siena fu disegnata da Duccio di Buoninsegna, finalizzata da maestri vetrai non identificati e poi dipinta a grisaglia dallo stesso Duccio. Realizzata per coprire il grosso oculo di 5,6 m di diametro che è posto in alto nell'abside del Duomo di Siena, la vetrata è stata restaurata e posta nel vicino Museo dell'Opera del Duomo (nel Duomo è stata posta una copia nel 2007). Databile dalla documentazione scritta al 1287-1288 è una delle tre opere di Duccio databile con certezza e quindi molto importante per definire il percorso artistico del pittore.
'Si tratta di una finestra inusuale, aperta non sulla facciata della chiesa ma a est, al termine dell’area presbiteriale, e singolare nella struttura: non un rosone, come nella gran parte delle chiese nord europee, che, grazie a un’efflorescente trama di nervature di pietra, rendeva possibile suddividere le grandi finestre circolari in molte sezioni di modeste dimensioni, bensì una vetrata enorme, autoportante (in virtù di una cornice lignea e di una complessa armatura metallica), di ben 5 metri e sessanta di diametro, per una superficie invetriata complessiva di quasi venticinque metri quadrati (24,61 per l’esattezza), posta a colmare un’apertura rotonda (un “occhio”) entro il massiccio muro dell’abside [4].
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Rosone originale del Duomo di Duccio di Buoninsegna e maestri vetrai non identificati, Museo dell'Opera del Duomo, Siena [2]
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Stile
Nella scena della Morte della Vergine riportata in basso, dove sono ancora ravvisabili i contorni originali, è evidente la pittura di Duccio a grisaglia in punta di pennello a mettere in evidenza particolari quali i singoli ciuffi di barba o capelli.
Nella stessa scena emerge la drammaticità ed emotività dei personaggi, una drammaticità che è forse ripetitiva e meno espressiva rispetto a quella che esprimeranno nel secolo successivo Giotto e Simone Martini, ma che comunque è intensa per un pittore di questo tempo.
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Duccio di Buoninsegna e maestri vetrai non identificati, La Vetrata del Duomo di Siena,1287-1288,
(particolare del Deposizione della Vergine) [3]
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Nella scena in alto dell'Incoronazione della Vergine i volti della Madonna e del Cristo hanno la raffinatezza del miglior Duccio.
Sebbene la realizzazione delle figure in una vetrata non consentisse a Duccio di esprimere tutto il suo repertorio di dettagli gotici, quali le variazioni cromatiche e il tremolio del bordo dorato della Vergine che possiamo ammirare nella Madonna Rucellai, non mancano comunque virtuosismi di origine gotica, quali ad esempio le cornici dei 4 santi protettori di Siena e il linearismo delle sagome nella scena dell’Incoronazione.
Una delle caratteristiche più importanti ed innovative della vetrata sono comunque i troni architettonici marmorei, evidenti nella stessa scena dell’Incoronazione così come ai 4 angoli dove siedono i 4 evangelisti. Fino a questo momento il trono era stato ligneo, non solo per Duccio, ma anche per Cimabue e per altri pittori indipendentemente dal luogo di provenienza. Il trono marmoreo che vediamo qui è il primo dipinto da un pittore duecentesco ed avrà larga diffusione in tutto il trecento non solo presso Duccio e la sua cerchia, ma anche presso altri pittori.
La vetrata è singolare anche per essere l'unica opera di questo tipo attribuita a Duccio e una delle poche realizzate dai pittori di scuola senese.
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Duccio di Buoninsegna e maestri vetrai non identificati, La Vetrata del Duomo di Siena, 1287-1288, (particolare del Deposizione della Vergine), Museo dell’Opera del Duomo, Siena [3]
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Fenestra Rotunda Magna, prendendo forma con tutto il complesso di figure ieratiche che la compongono:
la Vergine, i quattro Santi protettori della Città ed i quattro Evangelisti[3].
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Luciano Bellosi, Duccio: la vetrata del duomo di Siena e il suo restauro, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2003(EN) Scheda nel sito ufficiale del museo di Boston, su mfa.org.
Nove da Firenze | Siena: in Duomo una riproduzione della vetrata di Duccio
Bibliografia
Enzo Carli, Vetrata, 1946.
Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini, Luciano Bellosi, Michel Laclotte Duccio, Silvana Editore, Milano 2003.
Camillo Tarozzi, La Vetrata del Duomo di Siena e il suo restauro, Silvana Editore, Milano 2003.
Luciano Bellosi, Duccio: la vetrata del duomo di Siena e il suo restauro, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2003
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 8837023154
Luciano Cateni, Maria Pia Lippi Mazzier, Duccio, Simone, Pietro, Ambrogio e la grande stagione della pittura senese, Betti Editrice, 2012. ISBN 8875763046, 9788875763046.
[1] Fonte: Traveling in Tuscany © Some rights reserved
[2] Foto di Joanbanjo - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.
[3] Foto: © José Luiz Bernardes Ribeiro, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
[4] R. Bartalini, "Maestranze in viaggio". Sulla vetrata duccesca della cattedrale di Siena, in Viaggi letterari. Per Catherine Maubon, a cura di M. R. Digilio, P. Pellini, A. Schoysman e R. Venuti, Editoriale Artemide, Roma 2016, p. 33.
Per l’insieme dei dati materiali si veda Alessandro Bagnoli, Camillo Tarozzi (a c. di), Duccio. La vetrata del duomo di Siena e il suo restauro, Cinisello Balsamo (Milano) 2003.
[5] Siena: in Duomo una riproduzione della vetrata di Duccio • Nove da Firenze | www.nove.firenze.it
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Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Vetrata del Duomo di Siena, dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free
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