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Pieve di Santa Maria a Lamula, Montelaterone [1]

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Monte Amiata | Pieve di Santa Maria a Lamula, Montelaterone

   
   

La pieve di Santa Maria a Lamula è un edificio sacro situato ai piedi della collina di Montelaterone, nel comune di Arcidosso (GR).

Santa Maria a Lamula, ricordata fin da IX secolo d.C., divenne il principale centro religioso e amministrativo dell'Amiata occidentale tra i secoli IX e XI.


Storia della pieve di Santa Maria a Lamula

Santa Maria a Lamula sorse come cella, ossia come filiale, dell'abbazia di San Salvatore al monte Amiata agli inizi del IX secolo, in una zona particolarmente ricca di risorse, quali la vicinanza del fiume Ente, la presenza di boschi di castagno e di terreni argillosi coltivabili.

Nel Medioevo l'edificio religioso si trovava vicino al villaggio di Lamule (da qui deriva l'appellativo a Lamula) e del quale non rimane alcun resto visibile.

Il villaggio di Lamule era detto anche di Lama (stagno o palude in latino medievale) in quanto sorgeva su una zona resa acquitrinosa dal ristagno dell'acqua piovana[1].

La prima attestazione documentaria di Santa Maria risale all'853 e si trova in una pergamena in cui l'imperatore Lotario II conferma la sua proprietà all'abbazia di San Salvatore al monte Amiata[2].

Nel corso del IX e dell'XI secolo l'importanza della pieve come centro economico e amministrativo crebbe, come ci testimonia un documento datato 14 settembre 892 in cui viene citato un mercato sabatino o annuale che si svolgeva nei pressi dell'edificio religioso[3].

Da ricollegare a questa crescita di importanza è anche il riconoscimento della chiesa di Santa Maria a Lamula come pieve battesimale da parte di papa Gregorio V nel 996[4].

Nel corso dell'XI secolo, proprio mentre Lamula è all'apice del suo potere, si manifestano i primi sintomi di un mutamento nella forma di amministrazione e di insediamento, ciò porterà al declino delle pievi come centro di aggregazione della popolazione a favore di nuovi villaggi fortificati[5]. Nel caso di Santa Maria a Lamula venne costruito su iniziativa del Monastero di San Salvatore il villaggio fortificato di Montelaterone, che piano piano assorbirà la popolazione dal villaggio che era sorto intorno alla pieve.

A partire dal 1070 nei documenti Santa Maria a Lamula non viene più associata con un centro abitato, ma viene citata solo come pieve.

Nonostante la perdita di importanza del centro, il mercato continuerà a tenersi vicino alla chiesa almeno fino alla metà del Duecento, come testimoniano due documenti datati 1240 e 1249[6].

 

   
   

Mappa Cassero senese in Montelaterone, Arcidosso | Ingrandire mappa


 
   

Nel 1264 le truppe di Siena, che erano in lotta con gli Aldobrandeschi, invasero la zona e incendiarono la chiesa di Santa Maria di Lamula e tutte le case vicine. La chiesa venne restaurata nel 1268 (non si sa se venne totalmente ricostruita o solo in parte), come testimonia un'iscrizione realizzata sul primo pilastro a destra dell'ingresso e che tradotta suona così: «Nell'anno del Signore 1268 nel mese di giugno al tempo del re Carlo Paganuccio fece sì che questa opera fosse portata a termine»[7].

Il re Carlo riportato sull'iscrizione era Carlo I d'Angiò, che ricevette nel 1265 dal papa l'investitura del Regno di Sicilia. Pur non essendo egli padrone di tutta l'Italia, il suo nome era nella bocca e nel pensiero di molti, e questo giustifica il fatto che sia stato citato nell'iscrizione.

Santa Maria a Lamula continuò ad essere utilizzata come pieve fino al Cinquecento, quando il fonte battesimale venne spostato nella chiesa di San Clemente a Montelaterone.

Dopo questo periodo Santa Maria a Lamula venne utilizzata come oratorio.

 

  Pieve di Santa Maria a Lamula, Montelaterano   Pieve di Santa Maria ad Làmulas, entrata

Pieve di Santa Maria ad Làmulas, viso dal pozzo

 

 

Abside della Pieve di Santa Maria a Lamula, Montelaterano

 

  Entrata della pieve
Pieve di Santa Maria a Lamula     Santa Maria a Lamula interno 8
Pieve di Santa Maria a Lamula  

Pieve di Santa Maria a Lamula, Montelaterone

 

  Pieve di Santa Maria a Lamula, interno, Montelaterone
Pieve di Santa Maria a Lamula   Pieve di Santa Maria a Lamula    

Pieve di Santa Maria a Lamula, pietra dove secondo la tradizione la mula lasciò le sue impronte

 

  Pieve di Santa Maria a Lamula, Iscrizione sul primo pilastro a destra dell'ingresso    


Architettura

La costruzione, in parte ricostruita tra il 1935 e il 1943, si presenta in stile romanico, caratterizzato dalla muratura in blocchi di trachite (pietra locale), da una pianta a tre navate terminante con tre absidi semicircolari e un tetto coperto da capriate di legno.

Tradizioni e folclore

La pieve è legata ad una leggenda secondo cui una mula si inginocchiò davanti al portale della pieve, per rendere omaggio alla statua della Madonna, lasciando miracolosamente le sue impronte sulla pietra[8]. Le impronte delle ginocchia della mula sono ancora oggi visibili sulla pietra di fronte all'ingresso.

 

Galleria fotografica Monte Amiata

Galleria fotografica Monte Amiata e Montelaterone

 

 

   
Monte Labbro   Monticello Amiata   Cassero senese in Montelaterone, Arcidosso
Monte Labbro  

Monticello Amiata

 

  Cassero senese in Montelaterone, Arcidosso
Montelaterone vista da arcidosso   MontelateroneArcidossoMadonnaDellaMisericordia2   Montelaterone

Montelaterone, Arcidosso

 

 

Chiesa della Madonna delle Grazie (Madonna della Misericordia), Montelaterone

 

 

Montelaterone

 

Note
  1. Gino Ambrogi, Arcidosso e i conti Aldobrandeschi, Roma, Scuola Tipografica Salesiana, 1928, p. 29.; Lilia Marri Martini, S. Maria ad Lamulas, in Bollettino Senese di Storia Patria, vol. 17, Siena, Stabilimento Arti Grafiche Lazzeri, 1939, p. 1.
  2. AA.VV., Le chiese di Arcidosso e la Pieve di Lamula, a cura di Carlo Prezzolini, Siena, Edizioni Periccioli, 1985, p.21.;Kurze Wilhelm (a cura di), Codex diplomaticus Amiatinus: Urkundebuch der Abtei S. Salvatore am Monteamiata. Von den Anfängen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz III. (736-1198) / im Aufrag des Deutschen Historischen Instituts in Roma bearb. Von Wilhelm Kurze., Vol. I, II, IV, Tübingen, 1974-1982-1998, p.280.
  3. Ceccarelli Bonelli Fiora, La pieve di S. Maria ad Lamulas presso Montelaterone (GR), Siena, Cantagalli, 1982, pp. 14- 15.; Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Roma, 1972.
  4. AA.VV., Le chiese di Arcidosso e la Pieve di Lamula, a cura di Carlo Prezzolini, Siena, Edizioni Periccioli, 1985, p.23.
  5. AA.VV., Le chiese di Arcidosso e la Pieve di Lamula, a cura di Carlo Prezzolini, Siena, Edizioni Periccioli, 1985, p.24-25.
  6. Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Roma, 1972.
  7. Fiora Ceccarelli Bonelli, La pieve di S. Maria ad Lamulas presso Montelaterone (GR), Siena, Cantagalli, 1982, pp. 18- 19.
  8. Ambrogio Paganucci, Montelaterone e la sua Pieve, Siena, Cantagalli, 1967, pp. 13.
 
Bibliografia
  • Gino Ambrogi, Arcidosso e i Conti Aldobrandeschi, Roma, Scuola Tipografica Salesiana, 1928.
  • Fiora Ceccarelli Bonelli, La pieve di S. Maria ad Lamulas presso Montelaterone (GR), Siena, Cantagalli, 1982.
  • Maria Grazia Celuzza (a cura di), Guida alla Maremma antica – Da Vulci a Populonia, dal Monte Argentario al Monte Amiata, Siena, Nuova Immagine, 1993.
  • Claudia Cinquemani Dragoni, Sacre Geometrie Simboli e Culti Pagani nella Pieve di Santa Maria ad Lamula- Le Antiche Dogane Aldo Sara ed.
  • http://www.duepassinelmistero.com/Lamula.htm
  • Ippolito Corridori, Arturo Santioli, L'Amiata – Turismo, storia arte, Siena, Cantagalli, 1987.
  • Carlo Citter (a cura di), Guida agli edifici sacri della Maremma – Abbazie, monasteri, pievi e chiese medievali della provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 1996.
  • Lilia Marri Martini, S. Maria ad Lamulas, in "Bollettino Senese di Storia Patria", vol. 17, 1939, Siena, Stabilimento Arti Grafiche Lazzeri.
  • Italo Moretti (a cura di), Romanico nell'Amiata – Architettura religiosa dall'XI al XIII secolo, Firenze, Salimbeni, 1990.
  • Nello Nanni, Il Castello di Arcidosso e la Valle dell'Ente nella formazione dell'Amiata medievale, Grotte di Castro, Ceccarelli, 1999.
  • Ambrogio Paganucci, Montelaterone e la sua pieve, Siena, Cantagalli, 1967.
  • Agostino Petri, Compendio di notizie storiche sulla immagine e pieve di Lamulas, e sul Castello di M. Laterone, compilato nella straordinaria ricorrenza del 15 agosto 1853: quando quella insigne, e prodigiosa immagine in solenne processione a quel castello trasportavasi, Firenze, Tipografia del Carcere alle Murate, 1853.
  • Carlo Prezzolini (a cura di), Le chiese di Arcidosso e la Pieve di Lamula, Siena, Edizioni Periccioli, 1985.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Roma, 1972, ed. on-line: https://web.archive.org/web/20110405200820/http://www.archeogr.unisi.it/repetti/index.html .
  • Bruno Santi (a cura di), Guida storico-artistica alla Maremma – Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 1995.
  • Wilhelm Kurze (a cura di), Codex diplomaticus Amiatinus: Urkundebuch der Abtei S. Salvatore am Monteamiata. Von den Anfängen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz III. (736-1198) / im Aufrag des Deutschen Historischen Instituts in Roma bearb. Von Wilhelm Kurze, Tübingen, 1974-1982-1998, Vol. I, II, IV.
  • Claudia Cinquemani. La Luce della Dea.iaggio tra Lamula e dintorni. Grosseto, pellegrinideisimboli, 2013.

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Arcidosso - Pieve di Santa Maria ad Lamulas, Montelaterone  | 3,01 km | 36 min | gpx

 




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[1] Foto Alienautic, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported.
[2]Santi, op. cit., pp. 212-213.
[3] Carlo Prezzolini, Le chiese di Arcidosso e la pieve di Lamula, Siena, Edizioni Periccioli, 1985, pp. 39-67.

 


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