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Abbazia di San Galgano (Chiusdino), Siena [0]

 

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L'Abbazia di San Galgano, la bellezza della decadenza in un'antica rovina toscana

   
   

L’abbazia cistercense di San Galgano è l’icona più forte della Val di Merse. Storicamente e architettonicamente è uno degli edifici religiosi più importanti del senese e costituisce l’espressione più autorevole in Italia dello stile gotico-cistercense.

Un tempo, molto tempo fa, la comunità di San Galgano a Montesiepi era la più ricca e potente fondazione cistercense in Toscana. I più grandi costruttori e scultori del Ducento si dice che abbiano abbiano lavorato alla sua grande chiesa abbaziale, e diversi cardinali lasciarono importanti lasciti alla comunità. Tuttavia, non rimane molto di questa gloria: l'ultimo gruppo di monaci se ne andò nel 1652, dopo che una serie di abati commendatari avevano preso tutto ciò che era di valore, compreso l'intelaiatura che teneva insieme il tetto della chiesa gotica chiesa abbaziale[2].


Gli affascinanti resti dell'Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana

Gli affascinanti resti dell'Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana [2]

Storia


Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini[4] nel luogo della morte di san Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185[4]. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero[5]. Negli ultimi anni della sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro a essere chiamati a fondar la prima comunità di monaci che risulta già attiva nel 1201[5]; a quel tempo la chiesa di Montesiepi risultava come una filiazione dell'abbazia di Casamari[6].

Sotto l'impulso di questo primitivo nucleo monastico, ai quali si erano uniti molti nobili senesi e alcuni monaci provenienti direttamente dall'abbazia di Clairvaux[7] nel 1218 si iniziarono i lavori di costruzione dell'abbazia nella sottostante piana della Merse. Il progettista sembra sia stato donnus Johannes[7] che l'anno precedente aveva portato a termine i lavori nell'abbazia di Casamari.°

 

 

Particolare della finestra nord e del suo arco inscritto della sala capitolare (visto dall'interno),
Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana

Particolare della finestra nord e del suo arco inscritto della sala capitolare (visto dall'interno),
Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana [2]

 

I lavori andarono avanti speditamente, nel 1227 sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore[7]. Nel 1228 una delle infermerie era stata completata e l'anno successivo terminarono i lavori di costruzione della cella abbaziale[7]. A dare l'impulso ai lavori fu soprattutto l'enorme patrimonio fondiario che i monaci erano risusciti ad accumulare, grazie a donazioni e lasciti e anche grazie a numerose concessioni ecclesiastiche che permise loro di entrare in possesso dei beni delle abbazie benedettine dei dintorni[5], tanto che alla metà del XIII secolo l'abbazia di San Galgano era la più potente fondazione cistercense in Toscana. Essa fu inoltre protetta e generosamente beneficiata dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV[5] e dallo stesso Federico II, che confermarono sempre i privilegi concessi aggiungendone via via degli altri, ivi compreso il diritto di monetazione. Il papa Innocenzo III esentò l'abbazia dalla decima.°

 



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Un muro rovinato dal tempo nel chiostro dell'bbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana [13]

 

Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata[8]. La grande ricchezza dell'abbazia portò i suoi monaci ad assumere una notevole importanza economica e culturale tanto da spingere la Repubblica di Siena a stringere stretti legami con la comunità[9]. Già nel 1257 il monaco Ugo era stato nominato camerlengo di Biccherna[9], cioè responsabile dell'erario della Repubblica. Il monaco Ugo fu solo il primo di tutta una serie di monaci di San Galgano che occuparono quella carica. Ma i rapporti non furono solo economici. La Repubblica dette infatti ai monaci il compito di studiare un acquedotto che dalla valle della Merse dovesse portare l'acqua a Siena e inoltre i monaci furono tra i primi operai della cattedrale senese[6]; tra gli operai va segnalato frate Melano che nel 1266 stipulò il contratto con Nicola Pisano per la realizzazione del celebre pulpito della cattedrale[9]. Anche nel territorio circostante i monaci fecero degli interventi: dettero inizio ai lavori di prosciugamento e bonifica delle paludi circostanti e regimentarono il corso della Merse per sfruttarne l'energia idraulica; il monastero infatti possedeva un mulino, una gualchiera per la lavorazione dei panni e una ferriera[9]

 

 

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Gli affascinanti resti dell'abbazia cistercense di San Galgano, una colonna intemperie nel chiostro[13]

 

Nel XIV secolo la situazione incominciò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio[9]. Nella seconda metà del secolo l'abbazia, come tutto il contado senese, venne più volte saccheggiata dalle compagnie di ventura, tra le quali per ben due volte da quelle di Giovanni Acuto[6], che scorrazzavano per il territorio. Tali vicende portarono a una profonda crisi nella comunità monastica, tanto che alla fine del secolo essa si era ridotta a sole otto persone[9].

La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1474 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero[9]. Il patrimonio fondiario rimaneva tuttavia intatto e tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena e il Papato. Nel giugno del 1506 papa Giulio II scagliò l'interdetto contro Siena perché aveva contrapposto il cardinale di Recanati al candidato papale Francesco da Narni per l'assegnazione dei benefici abbaziali. In questo contrasto politico, la Repubblica di Siena, guidata da Pandolfo Petrucci, resistette ordinando ai sacerdoti la celebrazione regolare di tutte le funzioni liturgiche.°


Gli affascinanti resti dell'abbazia cistercense di San Galgano, Chiusdino, Toscana

Gli affascinanti resti dell'abbazia cistercense di San Galgano, Chiusdino, Toscana [2]

 

Nel 1503 l'abbazia venne affidata a un abate commendatario[9], una scelta che accelerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Il governo degli abati commendatari si rivelò scellerato, tanto che uno di loro, alla metà del secolo, fece rimuovere per poi vendere la copertura in piombo del tetto della chiesa[10][11][12]: a quel punto le strutture deperirono rapidamente. Risulta da una relazione fatta nel 1576 che abitasse presso il monastero un solo monaco, che neanche portava l'abito di frate[12], che le vetriate dei finestroni era tutte distrutte, che le volte delle navate erano crollate in molti punti e che, presso il cimitero, rimanevano solo parte delle rovine delle infermerie, demolite all'inizio del Cinquecento. Nel 1577 furono avviati dei lavori di restauro[8], ma furono interventi inutili che non riuscirono minimamente ad arrestare il progressivo degrado. Nella relazione fatta nel 1662 si legge che "La chiesa non può essere tenuta in peggior grado di quello che si trova e vi piove da tutte le parti"[12].

Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte[4] e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile[8]; si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata[12]. I locali del monastero invece diventarono la sede di una fattoria e vennero parzialmente restaurati già nei primi decenni del XIX secolo[6].

Verso la fine dell'Ottocento l'interesse verso il monumento riprese. Si iniziò a ipotizzare il restauro, si fece un rilievo delle strutture architettoniche e tutto l'edificio fu al centro di un corposo studio storico al quale si accompagnò una campagna fotografica eseguita dai Fratelli Alinari di Firenze[12].

Nel 1924 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo[12] per opera di Gino Chierici, che si ispirò ai principi di John Ruskin. Non furono, quindi, realizzate ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.°




La rotonda di Montesiepi nei pressi dell'abbazia di San Galgano, località Chiusdino, Siena
La rotonda di Montesiepi nei pressi dell'abbazia di San Galgano, località Chiusdino, Siena [14]

 

Nella Cappella di San Galgano a Montesiepi (la rotonda di Montesiepi) è conservata la spada che, secondo la tradizione, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia in segno di rinuncia alla vita mondana.


   
   

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Album San Galgano

 

Abbazia di San Galgano, abbazia a cielo aperto (Chiusdino), Siena   Interno dell'abbazia di San Galgano (Chiusdino)   Viale dei cipressi all'abbazia a cielo aperto di San Galgano (Chiusdino), Siena

Abbazia di San Galgano, abbazia a cielo aperto (Chiusdino), Siena

 

 

Interno dell'abbazia di San Galgano (Chiusdino)

 

Viale dei cipressi all'abbazia a cielo aperto di San Galgano (Chiusdino), Siena

Galgano Sala   Galgano Abtei2   La suggestiva cupola dell'eremo di Montesiepi (Chiusdino, Siena)

Chapterhouse[2]

 

 

Eremo di Montesiepi

 

La suggestiva cupola dell'eremo di Montesiepi (Chiusdino, Siena)

 

Interno dell'abbazia di San Galgano (contrafacciata)   Galgano Sword    

Interno dell'abbazia di San Galgano (contrafacciata)

 

 

 

San Galgano sword

   
Ambrogio Lorenzetti e bottega, affreschi della cappella della Rotonda, vista della parete dell'altare. Circa 1334-36 (?). Ex Abbazia di San Galgano, Montesiepi   Ambrogio Lorenzetti, Apparizione di San Michele a Castel Sant'Angelo, chiesa di San Galgano a Montesiepi (Chiusdino)   La spada nella roccia, Rotonda di Montesiepi, Abbadia di San Galgano

Ambrogio Lorenzetti e bottega, affreschi della cappella della Rotonda, vista della parete dell'altare. Circa 1334-36 (?). Ex Abbazia di San Galgano, Montesiepi

 

 

Ambrogio Lorenzetti, Apparizione di San Michele a Castel Sant'Angelo, chiesa di San Galgano a Montesiepi (Chiusdino)

 

La spada nella roccia, Rotonda di Montesiepi, Abbadia di San Galgano

Bibliografia possibile


Antonio Canestrelli, L'Abbazia di San Galgano, monografia storica con documenti inediti e numerose illustrazioni, Tellini Editore, Pistoia, 1986.

Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.

Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.

Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.

Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1º luglio 1893 al 30 giugno 1894. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1895.

Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1º luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.

Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.

AA. VV., Toscana paese per paese, Firenze, Bonechi, 1980.

Albergo Vito – Vatti Renzo. La splendida storia dell'eremo e dell'Abbazia di San Galgano, Firenze 1985.

Massimo Marini, Chiusdino. Il suo territorio e l'abbazia di San Galgano, Siena, Nuova Immagine editrice, 1995.

Franco Cardini, San Galgano e la spada nella roccia, Siena, Cantagalli, 1999.

Paul Pfister, La rotonda sul Montesiepi. San Galgano un santo insolito, Siena, Cantagalli, 2001.

Rosanna Rossi, Vita di San Galgano e origini di Montesiepi, Siena, Cantagalli, 2001.

Ivan Rainini, L'Abbazia di San Galgano. Studi di architettura monastica cistercense del territorio senese, Milano, Sinai edizioni, 2001.

Goffredo Viti, L'Abbazia cistercense di San Galgano, Firenze, Certosa Cultura, 2002.

AA. VV., Siena e San Galgano percorsi magici fra arte mito e scienza, Bologna, Hermatena, 2004.

AA. VV., La spada nella roccia. San Galgano e l'epopea eremitica di Montesiepi, Mandragora, 2004.

Mario Moiraghi, L'enigma di san Galgano. La spada nella roccia tra storia e mito, Milano, Editore Ancora, 2005.

AA. VV., Da Montesiepi a San Galgano, Nuovi Autori, 2005.

AA. VV., Toscana, Milano, Touring Club, 2005.

Boris Gomba?, Atlante storico delle diocesi toscane, Sommacampagna (VR), Cierre Grafica, 2015; ISBN 978-88-98768-03-5 (p. 430).

Mario Tassoni, Architettura, Mito e Astronomia nel territorio senese, Ed. Cantagalli (SI), 2017, ISBN 978-8868793708.°

 


[0] Foto di Quinok, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
[1] Anne Dunlop, Once More on the Patronage of Ambrogio Lorenzetti's Frescoes at S. Galgano, Montesiepi, Zeitschrift für Kunstgeschichte, 2000, p. 387.
[2] Foto di giovanni, licenziato in base ai termini della licenza Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0).
[3] Foto di giovanni licenziato in base ai termini della licenza Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0).
[4] Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846, pag. 14.
[5] Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846, pag. 13.
[6] AA. VV., Toscana, Milano, Touring Club, 2005, pag. 829.
[7] Massimo Marini, Chiusdino. Il suo territorio e l'abbazia di San Galgano, Siena, Nuova Immagine editrice, 1995, pag. 89.
[8] AA. VV., Toscana, Milano, Touring Club, 2005, pag. 830.
[9] Massimo Marini, Chiusdino. Il suo territorio e l'abbazia di San Galgano, Siena, Nuova Immagine editrice, 1995, pag. 91.
[10] Il tetto della chiesa di San Galgano: la verità è diversa da come narrata da Alberto Angela - Accademia San Galgano |  www.accademia.sangalgano.eu
[11] La vera storia del tetto di San Galgano  | confraternita-sangalgano.it
[12] Massimo Marini, Chiusdino. Il suo territorio e l'abbazia di San Galgano, Siena, Nuova Immagine editrice, 1995, pag. 93.
[13] Foto di Zyance,  licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5 Generico
[14] Foto di Ivan Vighetto, licenziato in base ai termini della licenza Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0).

 

 

° Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Abbazia di San Galgano dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.