La Feniglia, situata nel comune di Orbetello, in provincia di Grosseto, è un tombolo che collega la collina di Ansedonia a oriente e il Monte Argentario a occidente. Si sviluppa per circa 6 km di lunghezza per una superficie totale di 474 ettari.
Acceso
L'accesso è libero a piedi ed in bicicletta ed è agevolato da una strada camionabile che percorre la riserva in tutta la sua lunghezza di circa 6 km. Lungo la strada sono presenti, ad intervalli di circa 1 km, pietre miliari e pannelli informativi che indicano le uscita a mare che portano verso la spiaggia.
La Riserva naturale Duna Feniglia è una area naturale protetta statale istituita nel 1971.
La Feniglia, situata nel comune di Orbetello, in provincia di Grosseto, è un Tombolo (spiaggia)|tombolo (ovvero, un cordone di sabbia) che collega la collina di Ansedonia a oriente e il Monte Argentario a occidente. Si sviluppa per circa 6 km di lunghezza per una superficie totale di 474 ettari. Da Orbetello, la duna Feniglia è raggiungibile mediante la diga granducale, mentre da Ansedonia è accessibile percorrendo la strada statale 1 Via Aurelia|strada statale Aurelia e poi imboccando la strada comunale che da questa deriva. La riserva è attraversata da una strada sterrata costruita tra il 1928 e il 1940, chiusa al traffico degli autoveicoli e dei motocicli, percorribile unicamente a piedi e in bicicletta; ulteriori strade la incrociano perpendicolarmente, a intervalli di circa 1 km, alcune hanno fondo naturale, altre artificiale. Il reticolo formato da queste strade concorre a dividere la foresta in comparti, e consente ai visitatori di accedere al mare sulla spiaggia omonima.
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Storia
Nel 1610 il celeberrimo pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio, detto il Caravaggio, giunse da Napoli sbarcando prima a Palo e poi a Porto Ercole; in fuga per problemi con la giustizia, egli si rifugiò tra i malsani acquitrini e i tomboli di cespugli della Feniglia e vi trovò la morte, sopravvenuta per stenti e febbri malariche. Una stele commemorativa è stata posta, su iniziativa della Società Storica Maremmana, poco distante dalla odierna postazione del Corpo Forestale, luogo del presunto ritrovamento del moribondo Caravaggio.
Fino a tutto il 1700, la Feniglia era completamente ricoperta di boschi con prevalenza delle specie tipiche della macchia mediterranea.
Il Comune di Orbetello nel 1804, a quel tempo proprietario dei terreni, procedette con la vendita della Feniglia a privati che ne avviarono l'utilizzo intensivo e spropositato come sede di pascoli e fonte di legname. Tale disordinato sfruttamento del territorio portò alla deforestazione: la sparizione della vegetazione lasciò la duna scoperta e priva di ripari montuosi, dando inizio un veloce processo di erosione soprattutto a causa del clima, dei venti e dell'azione antropica. Sotto l'azione del libeccio, le sabbie cominciarono a muoversi verso sud-est, cioè dal mare verso la laguna che iniziò ad interrarsi con la formazione di specchi d'acqua e acquitrini, che crearono condizioni favorevoli alla malaria. Al tempo, la laguna era risorsa primaria per Orbetello, grazie alle sue risorse per l'industria della pesca. Le condizioni favorevoli alla malaria, inoltre, preoccuparono fortemente l'amministrazione comunale. Un primo rimedio consistette nella costruzione di canali di sbocco per la laguna verso il mare.
Nel 1910 si intervenne con espropri, la Feniglia divenne Demanio Forestale e si procedette al rimboschimento del territorio: furono seminati diverse specie: il pino marittimo, il pino domestico e alcune specie erbacee adatte. Tali interventi hanno portato, nell'arco dei successivi 50 anni, alla creazione di un bosco di circa 460 ettari di estensione, di cui 320 ettari di pineta di pino domestico e 124 di pineta di protezione, mentre la rimanenza è costituita da latifoglie e piccoli terreni ancora da rimboschire.
Nel 1971, su Decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, la duna Feniglia fu dichiarata Riserva Forestale di Protezione in virtù delle importanti funzioni che essa svolge.
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