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Follonica ha qualcosa da offrire anche a chi vuole fare una pausa culturale tra una nuotata e un castello di sabbia, visitando il MAGMA - Museo delle Arti in Ghisa della Maremma, ospitato in una ex fonderia. Il percorso museale racconta la storia dell'industria del ferro e della ghisa di Follonica, a cui sono legate le sue origini, attraverso installazioni moderne, strumenti interattivi e proiezioni audiovisive, oltre a laboratori e giochi didattici.
Si può rimanere in tema visitando la Chiesa di San Leopoldo, un edificio neoclassico che rappresenta uno dei primi casi di “architettura del ferro” in Toscana: il pronao è in ghisa, così come le colonne, la balaustra, l'arco centrale e i fregi dello scultore Nencini.
Origini del nome
Vi sono differenti e possibili origini del toponimo:
- può derivare l'etimologia dall'etrusco fullona, o più probabilmente dall'equivalente latino fullonica (lavanderia), indica il luogo dove anticamente si lavoravano e si sbiancavano i panni;
- si considera come origine, per altri, il nome fullone, mulino, divenuto aggettivo con il nome di acqua fullonica e spesso anche sostantivo, fullonica;
- si può vedere anche una deformazione volgare di oficina fusoria dal latino follis, intendendo mantice da forno, dal momento che è nota l'attività mineraria e fusoria dell'antica città etrusca di Populonia.
Le ipotesi tornano periodicamente a prevalere, anche per la presenza dell'antica strada romana, la via Aurelia e i molti ruderi e reperti di datazione etrusca, che dimostrano l'esistenza in loco del corrispondente opificio.
Storia
Come centro abitato, Follonica è certamente giovane, la sua data di nascita infatti coincide con la costruzione delle Reali e Imperiali Fonderie volute da Leopoldo II di Toscana nel 1834. Ma come località e punto di approdo, Fullona viene menzionata per la prima volta nel 1038 in un atto di donazione di terreni all'abbazia di Sestinga centro religioso in prossimità di Vetulonia, proprietaria di gran parte dell'Alta Maremma. Il documento più probante e che sicuramente fa riferimento all'attuale, è quello che sancisce una compravendita di grano del 1312 alla foce della Fullona.
Nel 1399 l'area dell'attuale centro abitato entrò a far parte della Signoria di Piombino, seguendone gli eventi fino al 1815. Negli anni 70 del XV secolo, Iacopo III Appiani ricostruì, ampliando, la vecchia torre costiera. Nella prima metà del XVI secolo, Iacopo VI Appiani vi impiantò delle fonderie metallifere, facendo costruire un pontile.
Per tutta l'epoca medievale e moderna rimarrà sempre un piccolo villaggio costiero sprovvisto di fortificazioni murate, ad eccezione della prima menzionata torre d'avvistamento.
La storia di Follonica è soprattutto legata, in antico, a quella del Castello di Valli, i cui ruderi ancor oggi campeggiano a nord della città su un'altura che domina il Golfo e la cui prima traccia storica si ha addirittura nell'884: è senza dubbio l'unico centro abitato sino appunto al 1834 quando, attorno alle fonderie, si cominciò a sviluppare il villaggio, che comunque, sino al 1838, rimase sotto la giurisdizione di Valli. Da quell'anno, cominciò l'ascesa di Follonica di pari passo con l'importanza economica e culturale che venivano assumendo le sue fonderie, in un crescendo che ne ha fatto la città odierna; infatti la fonderia leopolda all'epoca era la seconda fonderia più importante d'Europa e faceva affari con tutte le città. Occorre inoltre precisare che l'uso del ferro e dei suoi derivati (ghisa in particolare) sono tipici della città sin dal tempo degli etruschi. Sono stati una grande risorsa per lo sviluppo siderurgico di tutta la zona e, ancora oggi, si possono vedere le tracce degli altiforni nelle vicine Colline metallifere.
Fino al 1923 fu frazione di Massa Marittima, poi venne elevata a comune autonomo, con il Regio Decreto n°1373 del 14 giugno 1923, divenendo così primo comune italiano nato durante il governo fascista. Lo sviluppo in tutto il territorio limitrofo di attività minerarie basata sull'estrazione e la spedizione della pirite, fece conoscere a Follonica un enorme incremento demografico, divenendo residenza di molti minatori immigrati in Maremma da varie regioni italiane. Durante la seconda guerra mondiale, la città fu pesantemente bombardata dagli Alleati e rimase inoltre in mano ai tedeschi fino al 24 giugno 1944. Il 22 febbraio 1960 segnò la fine della storica vocazione siderurgica della città, quando gli stabilimenti Ilva vennero trasferiti alle acciaierie di Piombino. Nel 1981 Follonica raggiunse la quota dei 21.000 residenti e la città si espanse con la costruzione di nuovi quartieri (Salciaina e Pratoranieri). Il titolo di città è stato conferito a Follonica giuridicamente nel 2006.
Chiesa di San Leopoldo
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Chiesa di San Leopoldo, edificio di culto di maggior pregio storico e architettonico della città, è stato realizzato per volere del granduca Leopoldo II di Lorena a partire dal 18 maggio 1836. Frutto della collaborazione tra l'ingegnere ed architetto Alessandro Manetti e suo genero architetto Carlo Reishammer, fu consacrata il 10 maggio 1838, anno riportato anche sul campanile, ma ultimata solamente negli anni tra il 1841 e 1842; subì successivi restauri e modifiche nel 1928, nel 1932, nel 1950 e nel 1988. La chiesa, a croce latina e di ispirazione neoclassica, è caratterizzata dall'utilizzo della ghisa: il pronao, la balaustra a traforo, le coppie di tre colonne che sorreggono la trabeazione, la cornice decorata dell'arco e i due fregi di Lorenzo Nencini. L'interno è a navata unica, con copertura a capanna e volta a crociera, con numerose rifiniture e arredi in ghisa: la base del pulpito, le colonne dell'abside, i candelabri dell'altare, la balaustra del presbiterio, una cornice nel transetto ed il piedistallo del fonte battesimale. Tra le varie opere si segnalano un busto in marmo di Raffaele Sivieri, primo direttore dell'amministrazione delle miniere e del ferro, realizzato nel 1839 da Leopoldo Arcangeli; la statua di san Giovanni Battista in marmo bianco scolpita da Nencini nel 1841; e due Madonne: la Madonna col Bambino in ghisa, detta Madonna Ilvania, fusa nelle fonderie, e il dipinto della Madonna del Soccorso.[4]
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La chiesa di San Leopoldo |
Area archeologica dei forni fusori di Rondelli
Nella primavera del 1997, durante i lavori per la costruzione di un parcheggio, vennero alla luce resti di un insediamento etrusco a carattere produttivo per la lavorazione dell'ematite grezza importata dall'isola d'Elba. L'insediamento era ripartito in due settori: una zona industriale che comprendeva forni siderurgici con strutture accessorie (tettoie e piattaforme di sostegno per mantici, vasche per impastare l'argilla) e un’area con resti di strutture utilizzate per attività connesse a quella fusoria (stoccaggio delle materie prime, magazzini ecc.).
Attualmente, protetti da una piramide realizzata con lastre di vetro, sono visibili i forni che erano situati nel settore industriale dell'insediamento, oltre a una vasca per impastare l'argilla.
Dei forni si conserva la parte inferiore, costituita da una fossa circolare scavata nel terreno e intonacata da uno strato di argilla. Non è conservato l'alzato, ma è possibile ipotizzare una copertura nello stesso materiale. La vasca scavata nel terreno era quindi probabilmente adibita alla lavorazione dell'argilla necessaria per il rivestimento del forno e per la copertura.
L'insediamento, in base alle ceramiche rinvenute, è databile in un arco cronologico compreso tra la metà del VI e la fine del V secolo a.C., con tracce di frequentazioni fino al IV secolo a.C.[5]
Indirizzo:
Loc. Rondelli, Via Massetana in direzione di Massa Marittima - Follonica (GR)
Torre Mozza
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Torre Mozza, Toscana (Italia). Torre costiera del XVI secolo [2]
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Galería Fotográfica della Costa Toscana
Scoprire la Maremma è un'esperienza che ogni volta si rinnova; è un alternarsi di lunghissime e attrezzate spiagge di sabbia finissima accompagnate da rigogliose pinete, di piccole calette dai nomi dolcemente sonori e dal mare cristallino, di spiagge deserte a ridosso di paradisi naturali, di isole incontaminate, di borghi e castelli austeri e nello stesso momento festosi. La nostra lettura del territorio vuole fare emergere e veicolare la ricchezza e la varietà di queste componenti attraverso una visione che integra tra loro i diversi aspetti.[6]
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Cala Violina e Le Bandite di Scarlino
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Cala Martina |
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Cala Martina, la mattina. Anello Puntone - Cala Violina
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Riserva Naturale Bandite di Scarlino
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Cala Violina
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Trekking Anello Cala Violina - Cala Civette
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Torre Mozza, Toscana (Italia). Torre costiera del XVI secolo
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Bibliografia
Alfeo Chirici,Storia di Follonica. Un golfo un territorio, ed. Tracceedizioni, 1992
Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995.
Enrico Collura, Mario e Stefano Innocenti, Follonica: briciole di storia, Editrice Innocenti, Grosseto, 2001.
Lombardi Falossi,Storia e guida ai territori di Massa Marittima, Scarlino,Follonica ed Il quadrato, 1966
Luca Tognaccini, Breve storia di Follonica, 2016
Emanuele Repetti, Follonica Archiviato il 15 luglio 2014 in Internet Archive., in Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, 1833-1846.
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La casa vacanze Podere Santa Pia si trova a Castiglioncello Bandini, un piccolo borgo nel cuore della Maremma toscana. È una delle zone più uniche e affascinanti della Toscana, non ancora invasa dal grande turismo. Affacciata sulla valle dove confluiscono i fiumi Orcia e Ombrone, rimarrete incantati dalla posizione eccezionale e dalla bellezza del paesaggio.
La spaziosa casa vacanze può ospitare 11 persone. La casa è autenticamente italiana, non è perfetta ma molto suggestiva. I muri in pietra grezza all'esterno, i pavimenti in cotto, il grande camino in cucina e qua e là robusti soffitti con travi in legno creano una caratteristica atmosfera da vecchia Toscana. Gli interni semplici e i tocchi minimalisti si adattano perfettamente alla semplicità delle case di campagna toscane di un tempo. I vicini italiani ci hanno raccontato che un tempo questo era un piccolo convento. Qui le giovani donne si ritiravano per dedicarsi a una vita spirituale in un ambiente incontaminato. E questi ambienti sono mozzafiato.
Piscina privata
Villa Podere Santa Pia dispone di una bellissima piscina privata di 12 metri per 5. La sua profondità varia da 1,50 m a 1,5 m. La profondità varia da 1,50 a 1,60 m. Intorno alla piscina si trova un'ampia terrazza solarium con comodi lettini, tavoli e sedie in stile. Gli ombrelloni forniscono l'ombra necessaria nelle calde giornate estive. La piscina ecologica è aperta da metà maggio a metà ottobre e viene mantenuta dai proprietari.
Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia overlooks a valley characterised by all the elements of the Tuscan landscape: vineyards, pastures, small forests, wheat fields, olive groves and downey oaks. On a clear day you can see as far as Corsica to the south.
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A beautiful early evening by the pool, in the resplendent Tuscan sun, time takes on a languid quality
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Colline sotto Podere Santa Pia |

[1] Photo bu Jacopo Marcovaldi, licensed under the Creative Commons Attribution 2.0 Unported license. Some rights reserved.
[2] Foto di Martin Belam, licensed under the Creative Commons Attribution 2.0 Unported license. Some rights reserved.
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[4] Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995, pp. 54-55
[5] L'insediamento di Rondelli Archiviato il 13 novembre 2013 in Internet Archive. sul sito Parco degli Etruschi.
[6] L'insediamento di Valle Petraia Archiviato il 29 gennaio 2019 in Internet Archive. sul sito Parco degli Etruschi.
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