|
|
|
|
|
E N G |
Biancane nel deserto di Accona, Crete senesi, veduta del versante de Le Fiorentine, di fronte a Leonina
[1]
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Crete Senesi, biancane nel deserto di Accona
|
|
|
|
|
|
Il deserto di Accona è un'area desertica in provincia di Siena all'interno del territorio delle Crete senesi compresa nella parte occidentale e meridionale del territorio comunale di Asciano. |
Caratteristiche
Il territorio tra Buonconvento, Asciano e Montalcino era conosciuto nel Medioevo come il limitare del deserto di Accona. L'area fu il fondale del Mar Tirreno nel Pliocene. In quell'era si formò lo strato di argilla che oggi caratterizza in prevalenza il terreno. Vi è inoltre la presenza di salgemma e gesso, detto mattaione, che conferisce il tipico aspetto "lunare" a biancane e calanchi che in passato discriminava totalmente il territorio delle Crete Senesi ma più recentemente si ritrova solo in aree molto più limitate a causa delle attività antropiche che hanno teso a convertire i terreni alle attività agricole e all'allevamento. Attualmente solo alcune aree hanno conservato in modo diffuso le originarie caratteristiche naturali: la biancane di Leonina e i calanchi di Chiusure e di Monte Oliveto.
La particolare morfologia e la composizione del terreno hanno reso difficile la coltura di viti e olivi; le coltura praticate sono quelle del grano, girasoli e foraggio grazie alle secolari opere antropiche che in parte hanno modificato l'originario aspetto paesaggistico e all'intensa attività irrigua che sfrutta le acque dei fontoni e dei torrenti che vi scorrono.
|
|
Vista ravvicinata di alcune biancane nel sito Leonina [1]
|
Sono due i principali tipi di badlands[7] che si trovano nell'area delle Crete Senesi (nonché della Val d'Orcia di Volterra in Toscana): i campi di biancane (dal colore chiaro dell'argilla e dell'efflorescenze saline) e le aree calanchive. Entrambe le tipologie sono collegate a processi di erosione idrica con scavo di fossi. Nelle biancane l’erosione superficiale si unisce principalmente con l'erosione sotterranea (tunnel) mentre nei calanchi dominano i movimenti di massa. Le biancane si trovano anche in Basilicata e in Calabria mentre il paesaggio calanchi è comune lungo tutto l'Appennino e in molte parti delle Alpi. Sia i calanchi che le biancane venivano usati come pascolo, con bruciatura annuale della vegetazione per rimuovere i cespugli e favorire la copertura erbacea più appetibile per pecore, capre e bovini. Entrambe le pratiche sono state abbandonate negli anni '90 per favorire misure volte a preservare la biodiversità e le geoforme nell'ambito del programma Natura 2000 dell'UE. Questo nuovo uso ha quasi fermato l'erosione in entrambi i tipi di badlands e la vegetazione ora copre la maggior parte dei pendii un tempo spogli. Poiché esiste una forte interrelazione tra biodiversità vegetale e processi di erosione/deposizione, anche la biodiversità è attualmente minacciata e si prevede che il paesaggio a biancana scomparirà completamente entro 20-40 anni con l'espansione vegetazione[8][9][10].
I punti in cui è ancora possibile osservare le forme tradizionali sono dispersi nelle Crete Senesi e nella Valdorcia, inclusi nel quadrangolo dei vertici [43° 16'10.58" N; 11° 15'59.30" E], [43° 18'28.68" N; 11° 39'4.92"E], [42° 43'32.58" N; 11° 42'22.98 "E], [42° 45'49.22" N; 11° 58'41.90"E]. Leonina [43°17'27.11"N; 11°26'40.01"E] e Lucciola Bella [43° 2'4.85 "N; 11° 45'35.75 "E] sono due dei migliori siti per passeggiare tra le biancane, mentre Chiusure- Monte Oliveto Maggiore (cioè l'antica Accona; [43°10'40.21"N; 11°33'7.85"E]) e Radicofani [42° 55'8.14" N; 11° 44'38.82. E] ospitano i calanchi più interessanti.
|
|
Calanchi in the Accona desert, Crete Senesi, Monte Oliveto Maggiore, Chiusure [4]
|
Note Storiche
Le mappe archeologiche della provincia di Siena mostrano che tutta l'area delle Crete Senesi era abitata in epoca etrusca e romana poiché quasi ogni versante contiene resti di quel periodo. I periodi dell'invasione barbarica, le guerre gotiche e la peste di Giustiniano causarono un declino demografico che ridusse l'impatto antropico sull'ambiente e favorì il naturale rimboschimento dell'area.
Nel 714 d.C. Asciano era un Curtis Regia longobarda[11], quindi un villaggio con un territorio in cui l'agricoltura e l'allevamento convivevano con le riserve di caccia utilizzate dai signori longobardi. Nell'anno 998 l'imperatore Ottone III riconfermò l'area di Leonina come Curtis appartenente all'Abbazia di Farfa[12]. Altra documentazione, frammentaria, vede un villaggio stabile in Leonina nel 1200-1300[13][14]. A seguito della peste bubbonica del 1348 (e ai sui ritorni ad intervalli di circa 10 anni nel periodo successivo[15][16]) la popolazione di Leonina dimezzò da circa 150-160 abitanti a scarsi 60-70. e non tornò mai ai livelli pre-pestilenza. Questo dinamica fu condivisa con Siena, Asciano e l'intero territorio della repubblica senese: la popolazione di Siena diminuì da circa 50.000 prima della morte nera a 14-16.000 nel 1400-1450[17] e tornò ai livelli pre-pestilenza solo alla fine del ventesimo secolo.
Asciano, con i suoi dintorni, rappresentò a lungo una delle principali città del territorio senese e contribuì in modo sostanziale all'economia della Repubblica[18], cosicché i suoi abitanti ottennero la cittadinanza senese nel 1369.
|
|
|
|
|
|
|
Mappa Deserto di Accona (Crete Senesi) | Ingrandire mappa
Il nome deserto di Accona si riferisce a una zona collinare nella provincia di Siena nel comune di Asciano [43° 14' 4.30" N; 11° 33'37.48" E] spesso ampliata per includere l’area di Le Fiorentine - Leonina ([43° 17' 32.95" N; 11° 26'54.07" E] [8].
|
|
|
|
|
La zona era nota con questa denominazione fin dal periodo medievale ed è stata raffigurata anche negli affreschi del Buon Governo del palazzo comunale di Siena dove Lorenzetti divide, con mura di argilla, la città dal contado inizialmente fertile fino a lasciare spazio al Deserto di Accona. Nel Medioevo, ai margini meridionali del deserto di Accona, fu costruita l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, inizialmente prevista con funzioni eremitiche. I monaci olivetani intorno all'Abbazia piantarono per decine di anni cipressi, perché era l'unico sistema per consolidare la stabilità del terreno ed evitare le frane. Tangente a Monte Oliveto passa la via Francigena che porta a Roma alle tombe di Pietro e di Paolo.
|
|
Ambrogio Lorenzetti, ciclo di affreschi "Allegorie del Buon e Cattivo governo" nella Sala Consiliare dei Nove, Palazzo Pubblico a Siena, scena: Effetti del buon governo sulla campagna [3]
|
A pochi chilometri a sud di Asciano il borgo di Chiusure, cresciuto intorno alla settecentesca chiesa di Sant'Angelo in Luco, aveva un'economia basata principalmente sull'agricoltura e la zootecnia, nonostante il fatto che la collina su cui si trova il villaggio fosse già allora minacciato dall'avvicinarsi delle teste di grandi (e profondi) canaloni che si ritiravano verso monte. L'importanza di Chiusure è dovuta principalmente alla sua vicinanza ad Accona (meno di 1 km nel periodo 1300-1500, circa 2,5 km ora a causa dell'espansione dei canali del sistema di fossi e calanchi che hanno quasi totalmente separato le due località). I membri di tre importanti famiglie senesi (Tolomei, Patrizi e Piccolomini) fondarono nel 1313 quello che divenne l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore (1320-1344) nel sito del podere di Accona appartenente alla famiglia Tolomei[19]. Papa Pio II (Enea Piccolomini) visitò l'abbazia durante il suo papato (1458-1464) descrivendo la zona come ricca di ulivi, alberi da frutto, mandorle, viti, frutteti, piccoli boschi di cipressi, querce e ginepri. Inoltre, aggiunge Pio II, qui c'era l'acqua: una fonte perenne, pozzi, vasche, cisterne[19].
Da questo momento fino al 1796 l'abbazia ha svolto un ruolo di leadership spirituale ed economica nell'area con le sue chiese, monasteri e fattorie. Durante la dominazione francese tutti i beni della Chiesa furono confiscati e venduti. Solo dopo la Restaurazione i Benedettini Olivetani recuperarono il Monastero e ripresero lentamente il loro ruolo di leader locali.
|
|
Crete Senesi e l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore [10]
|
Ambiente e influenze antropiche
La prima metà del 1300 fu caratterizzata da disordini sociali dovuti al passaggio da una agricoltura condotta da contadini proprietari del terreno a una agricoltura condotta da salariati o mezzadri per grandi proprietà terriere[23]. Sempre nel 1300, eserciti stranieri (ad es. Enrico VII, compagnie di ventura) che attraversavano il (o stazionavano nel) territorio senese interferirono negativamente sulle normali attività nelle campagne. Siena incoraggiò i lavori di bonifica come testimoniano diversi documenti dei primi del 1300[24][25] anche con modifiche dei corsi d'acqua. Per un qualche tempo, ogni anno veniva nominata una commissione per il controllo della bonifica dei terreni. Gli affreschi del Buongoverno (1340) di Lorenzetti mostrano probabilmente delle biancane mentre si ha notizia di frequenti, intense inondazioni e grandi carichi di sedimenti nella prima metà del 1300[24]. È nel 1300 che una serie di siccità[24][21] portò a una carenza di cibo in Toscana e, più in generale in Italia, rendendo necessarie importazioni dall'estero. Ciò spinse Siena a investire parte della sua ricchezza nell’affrontare queste difficoltà sottraendo risorse da altre priorità come la prevenzione delle inondazioni.
Nella seconda metà del XIV secolo la brusca e grossa riduzione demografica dovuta alle pestilenze portò la popolazione agricola di piccoli proprietari e mezzadri a dover gestire forse più del doppio di bestiame e terra pro capite. Senza risorse per l'attività di manutenzione, l'unico uso per un campo gravemente eroso era il pascolo degli animali. Quindi, i campi erosi divennero ancora più erosi fino a essere irrecuperabili. La mancanza di personale persistette per circa due secoli durante i quali le aree erose si espansero raggiungendo il massimo nel diciannovesimo secolo.
|
|
Gli splendidi dintorni di Monte Olivetto Maggiore e Crete di Asciano [21]
|
Questo quadro è sostanzialmente confermato dai tassi di denudazione del suolo stimati usando l'erosione media nel bacino del fiume Ombrone che drena l'area e sui tassi di denudazione delle due più grandi biancane del sito di Leonina e del fosso che le separa[7].
La bonifica delle aree a biancana iniziò alla fine del XIX secolo e si concluse nella seconda metà del XX secolo, quando i bulldozer rimossero quasi tutte le biancane e alcuni dei calanchi più piccoli, aiutati dai sussidi allora disponibili nell'ambito delle PAC-UE[22][26]. Quindi si può dire che il danno causato principalmente da un'epidemia (la peste bubbonica) fu infine risolto dalla PAC UE del 1960-2000.
Il deserto di Accona
La storia naturale e sociale delle Crete Senese non lascia molto spazio, sia temporale che spaziale, ad un qualche deserto fisico. Ciononostante vi furono certamente vaste aree che progressivamente furono seriamente erose e con scarsa copertura vegetale. Il podere Accona quando Bernardo Tolomei vi si ritirò nel 1313 potrebbe essere stato in cattive condizioni e probabilmente senza alcun mezzadro. Quindi, con ogni probabilità termine deserto si riferì inizialmente all'assenza di agricoltori nella fattoria/podere e/o alla mancanza di una forte leadership spirituale, un ruolo che gli Olivetani ricoprono da allora. Più tardi, nel 1830-50 quando le aree erose erano al massimo della loro espansione, l'etichetta "Deserto dell'Accona" fu adottata da studiosi e dotti[24][25] per trasmettere la sensazione di desolazione provata in mezzo a terreni ricoperti da biancane o incisi da calanchi.
|
|
Deserta di Accona, veduta del versante de Le Fiorentine, di fronte a Leonina [3]
|
La Toscana è protagonista indiscussa nel panorama turistico mondiale. I paesaggi, il patrimonio artistico e le importanti città, rendono questa regione unica al mondo.
Immerso nelle campagne Maremmane, circondato dagli aromi della macchia mediterranea, Podere Santa Pia si trova in una fortunata posizione collinare da cui si gode di una vista a 360° che vi lascerà senza fiato, un panorama eccezionale fino al mare e l’Isola Montecristo.
E questi paesaggi – come nostro poeta Giuseppe Ungaretti scrisse – “mi illuminarono di immenso”.
Turismo in Toscana | Case vacanze | Podere Santa Pia
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Follow us on Instagram
|
|
|
|
|
|
Castiglioncello Bandini, Calanchi nella valle tra Podere Santa Pia, Federano e il torrente Rancida
|
|
Calanchi nella valle sotto Podere Santa |
|
Calanchi nella valle sotto Podere Santa |
Trekking in Toscana
Castelnuovo Berardenga, tra il Chianti e le Crete Senesi | Anello delle Biancane di Leonina
Hiking track around the Leonina Lake, starting in Castelnuovo Berardenga Scalo, Percorso di trekking Castelnuovo Berardenga | Anello delle Biancane Leonina.
There is a shorter track around the Leonina Lake, starting at the Parking at the SS Lauretana, Anello tra i calanchi e le biancane di Castello Leonina (Asciano).
Anello Asciano | 10,63 km | gpx
Anello Chiusure - Monte Oliveto Maggiore, Asciano | 5,64 km
Biancane of badlands in de Crete Senesi, een wandeling langs de laghetti van Santa Caterina en Menchiari | 12,66 km - 2,5 hours
|
|
|
|
|
|
|
Crete Senesi (laghi tra Castello Leonina e Vescona, Crete Senesi, Asciano)
|
|
The arid landscape of the Crete Senesi
(Asciano anello)
|
|
Album Monastero di Monte Oliveto Maggiore
|
Bibliografia
Folco Giusti (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi Editore, 1993, ISBN 978-88-366-0440-1.
Gilberto Madioni (a cura di), Dalla scuola di Siena al deserto di Accona - Artisti per San Bernardo Tolomei, Siena, Betti Editrice, 2009, ISBN 978-88-7576-145-5.
Serena Puosi, The Crete Senesi and the Accona Desert, turismo.intoscana.it, 12 giugno 2013. URL consultato il 25 aprile 2014.
[1] Photo by Dinobito, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
[2] Il termine deserto è inappropriato dal punto di vista fisico e climatico, piuttosto il clima è mediterraneo con un'estate calda e secca e quasi 800 mm/a di pioggia (Csa nella Classificazione dei climi di Köppen). Un vero deserto non è mai esistito qui, a meno che il termine "deserto" non fosse un modo per descrivere le aree gravemente erose, più propriamente chiamate "badlands" o “mauvais terres” (terre cattive, non atte ad alcuna produzione, difficili da percorrere come diverse zone del Nord America furono definite dai primi esploratori europei) anche se temporanee.
[3] SOURCE: The Yorck Project: 10.000 Meisterwerke der Malerei. DVD-ROM, 2002. ISBN 3936122202. Distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH.
[4] Foto di Gunther Tschuch, unter den Creative-Commons-Lizenzen „Namensnennung – Weitergabe unter gleichen Bedingungen 3.0 nicht portiert“, „2.5 generisch“,„2.0 generisch“ und „1.0 generisch“ lizenziert.
[5]
[6]
[7] Torri, D., Rossi, M., Brogi, F., Marignani, M., Bacaro, G., Santi, E., Tordoni, E., Amici, V., Maccherini, S., 2018, Badlands Dynamics in a Context of Global Change, Elsevier, 2018, pp. 111–153, DOI:10.1016/b978-0-12-813054-4.00004-6, ISBN 978-0-12-813054-4. URL consultato il 15 maggio 2020.
[8] D. Torri, E. Santi e M. Marignani, The recurring cycles of biancana badlands: Erosion, vegetation and human impact, in CATENA, vol. 106, 2013-07, pp. 22–30, DOI:10.1016/j.catena.2012.07.001. URL consultato il 12 maggio 2020
[9] Marignani M., Rocchini D., Torri D., Chiarucci A., Maccherini S., 2008, Planning restoration in a cultural landscape in Italy using an object-based approach and historical analysis, in Landscape and Urban Planning, vol. 84, n. 1, 2008, pp. 28–37, DOI:10.1016/j.landurbplan.2007.06.005. URL consultato il 15 maggio 2020.
[10] Maccherini, S., Marignani, M., Gioria, M., Renzi, M., Rocchini, D., Santi, E., Torri, D., Tundo, J., Honnay, O., 2011., Determinants of plant community composition of remnant biancane badlands: a hierarchical approach to quantify species-environment relationships, in Applied Vegetation Science, vol. 14, n. 3, 2011, pp. 378–387, DOI:10.1111/j.1654-109X.2011.01131.x. URL consultato il 15 maggio 2020.
[11] Brogi, Francesco., Sessiano 714 Asciano 2014 : una storia di 1300 anni, Venerabile confraternita di Misericordia e S. Chiodo, 2014, ISBN 978-88-908035-3-6, OCLC 1151722492. URL consultato il 15 maggio 2020.
[12] Cammarosano, P., Passeri, V., Repertorio delle strutture fortificate dal medioevo alla caduta della Repubblica Senese, In: Città, Borghi e Castelli Dell’area Senese-Grossetana. Monte dei Paschi di Siena, Siena, 2006.
[13] Lusini, V., I confini storici del vescovado di Siena, in Bullettino Senese di Storia Patria, VIII, 195–273.
[14] Ginatempo, Maria., L'Italia delle città : il popolamento urbano tra Medioevo e Rinascimento (secoli XIII-XVI), Le Lettere, 1990, ISBN 88-7166-011-0, OCLC 22732581. URL consultato il 15 maggio 2020.
[15] Bowsky, William M.,, The Black Death: a turning point in history?, Holt, Rinehart and Winston, [1971], ISBN 0-03-085000-2, OCLC 204448. URL consultato il 15 maggio 2020.
[16] Piccinni, G., Siena e la peste del 1348, In: Storia di Siena, I, Dalle origini alla fine della Repubblica.Edizioni ALSABA, pp. 225–238, 1995, ISBN 88-85331-07-6, OCLC 36112448. URL consultato il 15 maggio 2020.
[17] Ginatempo, M.; Sandri, L., L'Italia delle città : il popolamento urbano tra Medioevo e Rinascimento (secoli XIII-XVI), Le Lettere, 1990, ISBN 88-7166-011-0, OCLC 22732581. URL consultato il 15 maggio 2020.
[18] Barlucchi, Andrea., Il contado senese all'epoca dei Nove : Asciano e il suo territorio tra Due e Trecento, L.S. Olschki, 1997, ISBN 88-222-4514-8, OCLC 37727962. URL consultato il 15 maggio 2020.
[19] Pccinni, G., Seminare, fruttare, raccogliere – mezzadri e salariati sulle terre di MonteOliveto Maggiore (1374–1430), Feltrinelli, Milano, 1982.
[20] Photo by JP Vets, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
[21] Calzolari, C., Ristori, J., Sparvoli, E., 1993, Soils of biancana badlands: distribution, characteristics and genesis in Beccanello farm (Tuscany, Italy), in Quaderni di Scienza del Suolo III, 119–142..
- [22] Borselli L., Torri D., Øygarden L., De Alba S., Martínez-Casasnovas J.A., Bazzoffi P., Jakab G., 2006, Land Levelling, In J. Boardman and J. Poesen (eds) Soil Erosion In Europe. John Willey & Sons Ltd, West Sussex. England pp. 643-658, 2006, ISBN 0-470-85920-2, OCLC 85785028.
- [23] Piccinni, G., La politica agraria del comune di Siena, In: Cortonesi, A., Piccinni, G. (Eds.), Medioevo Delle Campagne, pp. 207–292 Viella, Roma, 2006, ISBN 88-8334-143-0, OCLC 65497978. URL consultato il 16 maggio 2020.
[24] Piccinni, G., 1993, L’antropizzazione del paesaggio naturale: l’intervento dell’uomo sul paesaggio dal Medioevo all’Età moderna, In: Giusti, F. (Ed.), La Storia Naturale Della Toscana Meridionale. Monte dei Paschi di Siena, pp. 469–487.
[25] Bowsky, William M. (ed.) 1971, A medieval Italian commune : Siena under the Nine, 1287-1355, University of California Press, 1981, ISBN 0-520-04256-5, OCLC 6649682. URL consultato il 16 maggio 2020.
[26] Bauch M., 2018, Contextualizing Drought in Medieval Italy: A Case-study of the 1302-1304 Events in Siena, su The Dantean Anomaly Project. URL consultato il 16 maggio 2020.
[27] Torri D., Poesen J., Rossi M., Amici V., Spennacchi D., Cremer C., Gully head modelling: A Mediterranean badland case study: Gully head topographic threshold for badlands, in Earth Surface Processes and Landforms, vol. 43, n. 12, 30 settembre 2018, pp. 2547–2561, DOI:10.1002/esp.4414. URL consultato il 16 maggio 2020.
[28] Amici V., Maccherini S., Santi E., Torri D., Vergari F., Del Monte M., Long-term patterns of change in a vanishing cultural landscape: A GIS-based assessment, in Ecological Informatics, vol. 37, 2017-01, pp. 38–51, DOI:10.1016/j.ecoinf.2016.11.008. URL consultato il 16 maggio 2020.
[29] Zaccagni-Orlandini A. 1841, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, corredata di un atlante, di mappe geografiche e topografiche, e di altre tavole illustrative. Italia media o centrale. 8, Granducato di Toscana, vol 9. ,, in Firenze, pagg. 726-728.
[30] Gigli, G., 1854, Diario sanese, in Tip. dell’Ancora di G. Landi e N. Alessandri., Siena, pag 114..
|
Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Deserto di Accona dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|