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Guido da Siena was een schilder die actief was in de tweede helft van de 13e eeuw. Hij wordt traditioneel beschouwd als een van de de grondleggers van de hele Sienese School.
Madonna Galli-Dunn (Madonna in trono col Bambino), 1265
La Madonna in trono col Bambino è stata a lungo considerata un'opera di Guido da Siena, fino a quando Luciano Bellosi ha chiarito le differenze stilistiche tra Guido e Dietisalvi e l'ha attribuita a quest'ultimo[2]. La tavola potrebbe essere stata originariamente collocata sull'altare maggiore del Duomo di Siena dopo lo spostamento della Madonna degli occhi grossi su un altare secondario e prima dell'installazione della Maestà di Duccio nel 1230 [4].
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Dietisalvi di Speme, Madonna Galli-Dunn (Madonna con Bambino in trono e angeli), Pinacoteca Nazionale, Siena [Alinari, Fratelli — Mostra d'antica arte senese. Siena - Proprietario Cav. M. Galli Dunn. La Madonna col Figlio. (Arte Bizantina.)] [2]
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Storia
Deve il suo nome alla collezione romana di Marcello Galli-Dunn dove si trovava prima di essere donata al museo senese nel 1906.
Fu a lungo ritenuta un lavoro secondario dell'ambito di Guido da Siena, copia della Maestà di San Domenico, finché fu ritenuta credibile per quest'ultima la data del 1221 (realativa invece, probabilmente, a un altro evento simbolico, come la fondazione della chiesa). Alcuni la riferirono al maestro (Valvalà, Garrison), finché Luciano Bellosi (1991) non chiarì le differenze stilistiche tra Guido e Dietisalvi, assegnandola a quest'ultimo.
La datazione è riferita a poco dopo la Madonna di San Bernardino, del 1262. Rispetto a tale opera, la Madonna Galli-Dunn ha un'impostazione più severa, che meglio si adatta alla dolce tristezza della protagonista, che presagisce la sorte del figlio[0].
Descrizione e stile
La tavole è in condizioni scadenti, per via di un vecchio restauro troppo aggressivo.
Il tipo di Maestà deriva dalla Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo, ispirato però al tipo bizantino della Odigitria, la Madonna, simboleggiante la Chiesa, che indica la via della salvezza, cioè Gesù. Rispetto all'opera di Coppo (datata 1261), qui si trovano altre innovazioni, quali il maggiore scarto laterale delle gambe di Maria e l'abbigliamento del Bambino, che ha smesso i panni del piccolo filosofo per indossare una tunichetta meno formale, tenuta in vita da un laccio annodato.
Il trono è ligneo, vistosamente decorato, e mostra una precoce impostazione a scorcio ribaltato: i lati infatti, invece di convergere allontanadosi, si aprono come quelli di un trapezio, rivelandosi allo spettatore in maniera sfasata, con più evidenza a sinistra che a destra. Anche la pedana dove Maria poggia i piedi è in una prospettiva intuitiva, questa volta con un'angolazione per lo meno corretta[0].
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Sontuoso e appariscente è l'aspetto decorativo: gli smaglianti blu, rosso e bianco sono arricchiti nei panneggi dall'agemina in oro, e le aureole di Gesù e Maria sono impreziosite da castoni ovali ora in rame, ora in argento, di cristalli di rocca che, nel caso di Maria, proseguono idealmente nella spilla rotonda al collo, dello stesso materiale. Pur nell'estro generale, le pieghe mostrano una certa rigidità, a voler ricondurre il tessuto in schemi geometrici, che semplificano e ritmano con eleganza la casualità delle ricadute. Per aumentare la luminosità inoltre i panneggi erano inoltre ritoccati con lacche e il risvolto della manica di Maria era dipinto sopra all'oro, di un verde brillante oggi ossidato. La stessa tecnica è usata nel trono, ad esempio nelle aquile imperiali dipinte nei medaglioni del trono.
Gesù benedice alla greca, con il mignolo sollevato, ed incrocia la gambe, proprio cole nella Maestà di San Domenico di Guido da Siena che deriva evidentemente da questa (e non viceversa come si è creduto a lungo). Le fitte ciocche della sua capigliatura rimandano direttamente a Coppo.
Il coronamento della tavola è dotato di un archetto trilobato, oltre il quale si affacciano due piccoli angeli. La tavola cuspidata è poi chiusa da una corncie originale, con decori dorati e fiorellini a rilievo (in pastiglia) su fondo blu[0].
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Dietisalvi di Speme, Madonna Galli-Dunn, particolare, 1265, tempera e oro su tavola, 120 × 70 cm, Pinacoteca Nazionale, Siena [4]
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De Madonna Galli-Dunn is gedateerd kort na de Madonna di San Bernardino uit 1262, waarin al een voorliefde spreekt voor verblindende kleuren en intense tinten, voor een opzichtige en overvloedige versiering met bergkristallen en geëmailleerde stenen in de aureolen, in Maria's diadeem en de rand van de troon.
Vergeleken met dit werk heeft de Galli-Dunn Madonna een strengere setting, die beter past bij de ingetogen droefheid van Maria, die het lot van haar zoon voorspelt.
Luciano Bellosi, in 1991, prees Dietisalvi di Speme door te verwijzen naar enkele belangrijke werken op paneel die heen en weer schommelden tussen zijn naam en die van Guido da Siena. Dit zijn onder andere de Madonna di San Bernardino, gedateerd 1262, de Madonna met kind in het Staatsmuseum voor Middeleeuwse en Moderne Kunst in Arezzo, de Galli-Dunn Madonna en de Madonna del Voto, die bestemd was voor een altaar in de kathedraal van Siena. In deze werken is een geleidelijke onthechting te zien van de invloeden van Coppo di Marcovaldo, Dietisalvi was op zoek naar een grotere lichamelijke expressie en een meer verfijnd kleurgebruik.
La Madonna di Galli-Dunn è di poco successiva alla Madonna di San Bernardino del 1262, che già mostra una predilezione per i colori abbaglianti e le tinte intense, per la decorazione vistosa e sfarzosa con strass e pietre smaltate nelle aureole, nel diadema di Maria e nel bordo del trono.
Rispetto a quest'opera, la Madonna Galli-Dunn ha un'impostazione più severa, più adatta alla sommessa tristezza di Maria, che preannuncia il destino del figlio.
Luciano Bellosi, nel 1991, elogia Dietisalvi di Speme facendo riferimento ad alcune importanti opere su tavola che oscillano tra il suo nome e quello di Guido da Siena. Tra queste la Madonna di San Bernardino, datata 1262, la Madonna con Bambino del Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo, la Madonna Galli-Dunn e la Madonna del Voto, destinata a un altare del Duomo di Siena. Queste opere mostrano un progressivo distacco dalle influenze di Coppo di Marcovaldo; Dietisalvi cercava una maggiore espressione fisica e un uso più raffinato del colore.
Alle origini della pittura senese
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La Madonna del Bordone, situata nella Chiesa dei Servi a Siena, è uno dei dipinti più importanti della storia dell'arte. Coppo di Marcovaldo fu il più importante pittore fiorentino prima di Cimabue, e anche uno dei più grandi del suo tempo, e in questo dipinto, firmato e datato 1261, l'autore cerca per la prima volta di rompere con la tradizione bizantina. Cerca di dare volume alla Madonna con un risultato innovativo per i pittori ispirati e influenzati dall'arte bizantina. Si tratta di un primo tentativo, che si nota chiaramente nel panneggio con cui il pittore vuole far capire allo spettatore che sotto le vesti c'è un corpo vivente. Questi drappi sono certamente ancora un po' spigolosi e dipinti in modo irrealistico, ma prima di lui nessuno aveva raggiunto questo livello....
I panneggi sono decorati con una tecnica nota come agèmina: si realizzavano piccole scanalature che venivano poi riempite con fili d'oro. Si notano infatti le strisce dorate che creano e seguono l'andamento del panneggio e che ritroviamo in altre opere di Coppo di Marcovaldo. Anche Dietisalvi di Speme utilizza questa tecnica di agèmina nella sua Madonna Galli-Dunn. |
Coppo di Marcovaldo, Madonna del Bordone,Siena, Chiesa dei Servi, 1261
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Guido da Siena, Maestà, c. 1270, tempera e oro su tavola, 283 x 194 cm, Chiesa di San Domenico, Siena
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Dietisalvi di Speme, Madonna di San Bernardino, 142 × 100 cm, tempera e oro su tavola, Pinacoteca nazionale, Siena
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Dietisalvi di Speme, La Madonna del Voto, 1267, kathedraal van Siena
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Arte in Toscana | Dietisalvi di Speme e Guido da Siena, Dossale di Badia Ardenga
Bibliografia
Duccio. Alle origini della pittura senese, catalogo della mostra (Siena 2003-2004), Silvana, Milano 2003. ISBN 88-8215-483-1
AA.VV., Duccio, Simone, Pietro, Ambrogio e la grande stagione della pittura senese, Betti editrice, Siena 2012. ISBN 978-88-7576-259-9
[1] Publiek domein. Quest'opera è nel pubblico dominio. Fonte: Art in Tuscany People and places[www.aiwaz.net/panopticon/dietisalvi-di-speme]
[2] Fonte: © Copyright Università di Bologna | La Fondazione Federico Zeri, foto licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
[3] Photo by Traveling in Tuscany © Copyright All rights reserved
[4] Guide artistique de la Province de Sienne | Guido da Siena or Dietisalvi di Speme, “Madonna in trono col Bambino”
[0] Quest articolo è basato parzialmente sull'articolo Madonna Galli-Dunn dell' enciclopedia Wikipedia, il testo di questi paragrafi è disponibile sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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