Il Museo civico
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l Museo civico di San Gimignano si trova ai piani superiori del palazzo e vi si può accedere sia dalla Piazza del Duomo che dal cortile dietro al Palazzo. Il cortile fu costruito nel 1323 ed è decorato da stemmi affrescati o scolpiti e, al centro, da una cisterna sistemata nel 1361. Da qui parte la scalinata esterna per l'entrata ai locali del museo, coperta da una tettoia sorretta da colonne in laterizio.
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La sala di Dante
La ala di Dante deve il suo nome al breve soggiorno del grande poeta del 1300: qui in veste di ambasciatore della Repubblica fiorentina egli perorò davanti al podestà e al consiglio generale la causa di una lega guelfa Toscana. La sala è decorata dalla grandiosa Maestà di Lippo Memmi. Altri affreschi nella sala di Dante ritraggono raffigurazioni di cacce e tornei, attribuite al pittore Azzo di Masetto (fine '200).
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Camera del Podestà
La cosiddetta Camera del Podestà è affrescata dagli Esiti positivi e negativi dell'iniziazione amorosa di un giovane, curiosa opera di Memmo di Filippuccio databile ai primi anni del Trecento.
Il singolare stile del pittore, identificato dal noto studioso Roberto Longhi col senese Memmo di Filippuccio, aveva stimolato la curiosità degli studiosi fin dalla scoperta degli affreschi. Memmo, probabilmente formatosi nel cantiere pittorico della basilica superiore di Assisi, presso la quale era attivo anche Giotto, fra il 1303 e il 1317 ricoprì a San Gimignano il ruolo di pittore civico. A lui veniva infatti commissionata la decorazione dei gonfaloni e delle cassette per le elezioni, ma anche la realizzazione di affreschi per i vari edifici sacri e civili della città. Si inaugurava così quella sorta di monopolio familiare che, successivamente, vedrà protagonisti della scena artistica sangimignanese proprio i figli di Memmo, Lippo e Tederigo: a loro si deve il “Ciclo del Nuovo Testamento” nella Collegiata di Santa Maria Assunta, tradizionalmente attribuito all’ipotetico pittore Barna da Siena, e la grande “Maestà” della sala del Consiglio del Palazzo Comunale, esemplata sul modello senese forse anche grazie all’influenza del genero di Memmo, il celebre Simone Martini. [2]
Memmo di Filippuccio, Ciclo di affreschi la culla dell'amore
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Memmo di Filippuccio (1250-1325) - gli sposi al bagno - Ciclo di affreschi la culla dell'amore: il matrimonio (1303-1310) - Camera del Podestà - Palazzo Comunale di San Gimignano [3]
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Gli affreschi furono riscoperti al di sotto di vari strati di imbiancatura durante gli anni Venti del Novecento e furono allora oggetto di un primo intervento di restauro; negli anni Settanta seguì una ulteriore campagna che ne ha garantito la conservazione fino ai nostri giorni.
In 2010 l'ultima campagna di restauro per le pitture della "Camera del Podestà" costituisce un’importante occasione non solo per la maggiore conoscenza del ciclo pittorico trecentesco, ma anche per una sistemazione complessiva della “Camera del Podestà”. [2]
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Memmo di Filippuccio, ciclo di affreschi prima del restauro |
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La Camera del Podestà, Il bagno degli sposi e Il letto nuziale |
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Memmo di Filippuccio - Scene d'amore profane - Gli sposi si ritirano a letto
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Memmo di Filippuccio (1250-1325) - Gli sposi al bagno - Camera del Podestà |
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San Gimignano, città delle torri, galleria fotografica
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San Gimignano, città delle torri |
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Piazza del Duomo Piazza del Duomo dalla Torre Grossa |
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Palazzo Comunale, I Musei Civici di San Gimignano
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Traveling in Tuscany | Palazzo Comunale (Museo Civico) di San Gimignano
Arte in Toscana | Palazzo del Podestà, San Gimignano | Il celebre ciclo di affreschi del Trecento sul tema dell'amore matrimoniale
[1] Fonte immagine
Traveling in Tuscany
[2] Fonte dati: Il Velino Cultura | LA “CAMERA DEL PODESTÀ” RIACQUISTA LA BELLEZZA ORIGINARIA | agvilvelino.it
[3] Fonte: Memmo di Filippuccio - http://www.casasantapia.com/arte/memmodifilippuccio.htm, Public Domain, Link
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia, view from the garden on the Ombrone Valley and the Tyrrhenian sea. To the south is the little isle of Montecristo. Alexandre Dumas visited the uninhabited island of Montecristo in 1842 and was inspired to use the craggy, windswept rock as the setting for his novel The Count Of Montecristo.
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