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Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa di San Michele arcangelo
Chiesa di San Michele arcangelo, originaria del castello di Montepinzutolo, fu distrutta e ricostruita dopo l'incendio del 1240. Innalzata a prepositura nel 1264, ricevette poi il titolo di pieve nel XV secolo. Tra il 1815 e il 1832 è stata radicalmente ristrutturata dall'architetto Paglierini in stile neoclassico. Tra le maggiori opere contenute all'interno si segnalano: un'acquasantiera del Quattrocento; la tela raffigurante san Carlo Borromeo in preghiera (1600) di Rutilio Manetti; due statue del XVIII secolo in gesso di san Sebastiano e san Michele arcangelo; la tavola di Bartolomeo Neroni, detto il Riccio, con la Madonna col Bambino in trono incoronata da angeli con san Lorenzo e sant'Antonio abate adoranti (1535-1540); un tabernacolo marmoreo a muro decorato, databile intorno al 1470 e avvicinabile alla maniera dello scultore Antonio Ghini.[3] La parrocchia di San Michele conta circa 520 abitanti.[4]
Oratorio della Compagnia di San Sebastiano, risalente al XV secolo, è stato recentemente trasformato. All'intero sono custodite una tela di Domenico Manetti con la Madonna col Bambino in gloria con san Nicola da Tolentino e sant'Agostino (1650) ed una scultura in legno di san Sebastiano di fine Quattrocento.[5]
Cappella della Madonna del Lampino, situata poco fuori dal paese, in località Ripe, è stata costruita su di un tabernacolo affrescato del XVI secolo, oggi posto sulla parete di fondo, che raffigura la Madonna col Bambino, san Michele arcangelo e san Pietro.[7]
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Santuario della Madonna di Val di Prata, situato nel parco della Rimembranza poco fuori dal paese, è ricordato sin dal 1218. Trasformato tra il 1847 e il 1865, contiene due altari seicenteschi, dedicati a sant'Antonio (1692) ed alla Madonna del Carmine (1691), dove è posta la pala della Madonna del Carmine, santa Teresa d'Avila, santa Elisabetta d'Ungheria, san Filippo Neri e sant'Elena attribuita a Giuseppe Nicola Nasini. Inoltre è presente nella chiesa soprattutto una tavola di fine XV secolo della Madonna col Bambino, rimaneggiata nel corso dei secoli, molto venerata e ritenuta miracolosa.[4]
Palazzo Comunale, situato nella centrale via Grande, risale al XVII secolo ed era la sede del comune di Monticello Amiata. Sopra il portale bugnato è posto lo stemma degli Aldobrandeschi. Quando nel 1783 il granduca Leopoldo II sancì il trasferimento della sede municipale a Cinigiano, l'edificio divenne sede del tribunale fino al 1837. Successivamente fu abitazione della famiglia Maccherini, mentre oggi ospita la casa museo.[8]
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Santuario della Madonna di Val di Prata, nel parco della Rimembranza poco fuori dal paese, Montelicello Amiata |
Casa museo di Monticello Amiata
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Presso la frazione, nei locali dell'ex Palazzo Comunale, è situata la casa museo di Monticello Amiata, museo etnografico inaugurato nel 1989, che riproduce una tipica abitazione contadina ottocentesca e pone particolare attenzione agli antichi mestieri legati alla lavorazione dell'olio e delle castagne.[10]
Sono stati inoltre realizzati due percorsi naturalistici per la conoscenza del territorio circostante: la "via delle fonti" e la "via della castagna". La via delle fonti costituisce un itinerario storico-ambientale attorno al paese di Monticello Amiata, scendendo verso le sorgenti d'acqua conosciute con i nomi di Fonte vecchia e Fonte di sotto, utilizzate in passato come abbeveraggio per gli animali e per rifornimenti ad uso domestico. La via della castagna è un percorso naturalistico che si inoltra nei boschi sotto al paese fino a raggiungere una vasta area di castagneti da frutto: l'itinerario si caratterizza anche per elementi di tipo antropologico, grazie alla presenza di essiccatoi, capanne e muri a secco.
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Casa museo di Monticello Amiata |
Monumento ai Caduti
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Monumento ai Caduti [1]
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Il monumento ai Caduti di Monticello Amiata ha una forma monumentale composta di elementi architettonici su cui svetta un obelisco lapideo di medie dimensioni con una stella collocata alla sommità. Su due lati opposti del basamento sono apposte due targhe commemorative con i nominativi dei caduti della prima e della seconda guerra mondiale. Al di sopra della targa della seconda guerra mondiale è posta un’aquila in bronzo. Il tutto è racchiuso da una superficie perimetrata da un cordonato di pietre di forma regolare posate semplicemente a terra e, in elevato, da catene in ferro su tutti e quattro i lati all’interno di una corona di cipressi sul fronte della Chiesa della Madonna di Val di Prata [11] .
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Storia di Monticello
Anticamente chiamato Montepinzutolo, ricordato per la prima volta in un diploma del 5 aprile 1027 di Corrado II e poi feudo dei signori di Tintinnano, niente rimane oggi dell'antico borgo alto-medievale, completamente distrutto da un incendio nel 1240. Il nuovo borgo fu ricostruito dagli abitanti di Montepinzutolo con il nome di Monticlo, e nel 1261 divenne comune autonomo. Agli inizi del XIV secolo venne posto sotto la protezione di Siena e nel 1348, per insubordinazioni riguardanti il doppio pagamento di tasse all'abbazia di San Salvatore e a Siena, ricevette una scomunica che, curiosamente, ad oggi non è mai stata formalmente ritirata. Annesso al Granducato di Toscana nella metà del XVI secolo, nel 1783 perse la sua autonomia, venendo accorpato a Cinigiano, nuova sede comunale.[2]
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Mura di Monticello Amiata: dopo la prima cinta muraria dell'XI secolo, andata distrutta nell'incendio del 1240, ne fu costruita un'altra che è rimasta pressoché intatta fino ai giorni nostri, anche se in alcuni punti è venuta a saldarsi con abitazioni e costruzioni che edificate a contatto con la fortificazione. Al borgo si può accedere attraverso le due porte che si aprono rispettivamente nella parte occidentale (Porta Grossetana) e in quella orientale (Porta Senese) della cerchia muraria.[9]
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Galleria fotografica Monticello Amiata
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Monte Amiata Album |
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Monticello Amiata
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Monte Labbro |
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Santuario della Madonna di Val di Prata, itinerario verso Monte Labbro
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Santuario della Madonna di Val di Prata
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Santuario della Madonna di Val di Prata, itinerario verso la Riserva Naturale Poggio all'Olmo
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Porta San Francesco (Porta Piccina), porta difensiva (settentrionale) delle mura di Monticello Amiata |
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Porta Monticelli, porta difensiva delle mura di Monticello Amiata, frazione di Cinigiano
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Podere Santa Pia ligt in het hart van de Toscaanse Maremma, tussen Castiglioncello Bandini en Cinigiano. Het huis is authentiek Italiaans. De ruwe natuurstenen muren aan de buitenkant, de terracotta vloeren, de grote open haard in de keuken en hier en daar robuuste houten balkenplafonds zorgen voor een karakteristieke oude Toscaanse sfeer. Rond het huis staan negen oude eiken.
Onder het huis ontvouwt zich het onaangeraakte landschap van de Valle d'Ombrone en de Toscaanse Maremma.
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Vista sulla campagna maremmana, paese etrusco
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Suggestieve beelden van Podere Santa Pia in het hart van de Toscaanse Maremma
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Over het mythische doel van het reizen schreef Cees Nooteboom:
‘Misschien is het wel zo dat de ware reiziger zich altijd in het oog van de storm bevindt. De storm is de wereld, het oog is datgene waarmee hij naar de wereld kijkt. In het oog is het stil en wie zich daarin bevindt kan juist dingen onderscheiden die de honkvaste ontgaan.’
Maar deze heuvel is een plaats om te blijven. Hier verliest de blik zich tot aan de kustlijn. In zee het mythische eiland Montecristo. De kuststreek van Maremma Toscane, die loopt van Principina a Mare tot Talamone, werd in 1975 tot nationaal park benoemd.
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Monticello Amiata, sito ufficiale.
Casa Museo | Via della Castagna | Via delle fonti
www.museidimaremma.it | Casa Museo
The Museums of Maremma | Monticello Amiata - Museum House
Emanuele Repetti, «Monticello Amiata», Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, volume III, Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1839, p. 567.
Grosseto: Amiata e Geotermia - Comunicato Nazionale | http://newsdeicomitati.blogspot.it
Da quando è iniziato lo sfruttamento dei vapori geotermici, il grande serbatoio di acqua potabile del Fiora si è ridotto, peggiorando notevolmente la qualità delle acque e dimezzando l'altezza della falda che alimenta la galleria di approvvigionamento del Fiora. Per rendere l'idea lo stesso professore ha esemplificato affermando che, fino ad oggi, la Geotermia in Amiata ha consumato tanta acqua potabile sufficiente a dissetare la popolazione mondiale per 100 giorni.
SOS geotermia | Movimento per la salvaguardia del Monte Amiata dai danni provocati dalla Geotermia | sosgeotermia.noblogs
Monticello Amiata. Progetto centrale geotermica Monte Labro: LA LOTTA PAGA!
Con il Decreto regionale n.893 del 27 gennaio 2020 sembra definitivamente scongiurata la realizzazione della centrale geotermica relativa al progetto Monte Labro della soc.Renewem.
Con un atto della Regione datato 27 gennaio 2020 si chiude definitivamente il procedimento per il permesso di ricerca per risorse geotermiche “Monte Labbro”.
Amiatanews | Cinigiano. Deciso "NO" al progetto geotermico Monte Labbro | AMIATA Geotermia, Monte Labro: «Con il no della Regione messa la parola fine su un progetto sbagliato» | CINIGIANO La Regione dice no al progetto geotermico Monte Labro. Sani «Abbiamo vinto»
Trekking sul Monte Amiata | Sentieri per scoprire le meraviglie del Monte Amiata
Trekking in Toscana | Sentieri per scoprire le meraviglie di Monticello Amiata
Anello Monticello Amiata - Poggio all'Olmo | 7,96 km | 1h 35m | Download gpx tracks here
Anello Monticello Amiata - Monte Labbro | 30.41 km | round trip | 6h 4m | Download gpx
Bibliografia
Ildebrando Imberciadori, Constitutum Montis Pinzutuli. Monticello Amiata, secolo XIII, Siena, Lazzeri, 1937.
Luigi Martini, Montepinzuto, Monticello Amiata. Cronaca di mille anni, Monticello, 1985.
Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995.
Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere, Firenze, 1997.
Giuseppe Guerrini, Torri e castelli della provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1999.
Odile Redon, Neda Mechini, Un comune medievale e le sue scritture. Da Montepinzutolo a Monticello Amiata, Cinigiano, 1999.
[1] Foto di Mongolo1984, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale
[2] Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995, p. 172.
[3] Santi, op. cit., pp. 172-173.
[4] La parrocchia di San Michele sul sito della CEI.
[5] Santi, op. cit., pp. 173-174.
[6] Santi, op. cit., pp. 174-175.
[7] Santi, op. cit., p. 175.
[8] Andrea Semplici, La Maremma dei musei. Viaggio emozionale nell'arte, la storia, la natura, le tradizioni del territorio grossetano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2012, p. 240.
[9] Giuseppe Guerrini, Torri e castelli della provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1999.
[10] La casa museo di Monticello Amiata sul sito di Musei di Maremma.
[11] Pietre della Memoria | Monumento ai Caduti di Monticello Amiata – Grosseto
Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Monticello Amiata dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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