Guido di Graziano (... – XIII secolo) è stato un pittore e miniatore italiano, documentato a Siena tra il 1278 e il 1302.
Dal 1278 al 1302 si conoscono poi numerosi pagamenti a un pittore di nome Guido, soprattutto per la decorazione dei libri del camerlengo o dei quattro provveditori (biccherna 76 del gennaio-giugno 1280, biccherna 93 del luglio-dicembre 1286, biccherna 96 del gennaio-giugno 1288, biccherna 99 del gennaio-giugno 1289, biccherna 103 del luglio-dicembre 1290), oltre a spese per pitture su vessilli e libri notarili.
Due note di spesa poi lo ricordano come autore di due perduti affreschi nel Palazzo Pubblico raffiguranti la Maestà e i Santi Pietro e Paolo. Sul fatto che tutte queste voci di spesa si riferiscano alla medesima persona si è molto discusso: Romagnoli (ante 1835) e Milanesi (1859) ne erano convinti, ma la critica successiva ne è stata più cauta.
Di tutte queste opere documentate comunque resta oggi la sola tavoletta di biccherna con Don Guido monaco di San Galgano (primo semestre del 1280), a partire dalla quale Luciano Bellosi, nel 1991, ha ricostruito un gruppo di opere tra le quali spiccano il Dossale di san Pietro e la tavola di San Francesco e storie della sua vita. A queste si sono poi aggiunte la Madonna di San Regolo a Montaione, la Madonna col Bambino della Chiesa di Santa Maria a Campagnatico) ed altre ancora.
Le differenze ben nette tra questo gruppo di opere e quelle di Guido da Siena assicurano ormai la separazione tra i due artisti°.
La tavola raffigura nella parte superiore il monaco di San Galgano Don Bartolomeo, camarlingo nel primo semestre dell’anno 1276, in atto di contare denari divisi in mucchietti posti sopra ad un ampio tavolo, prima di essere sistemati in una borsa. Alle sue spalle è visibile l’arco a tutto sesto che doveva caratterizzare l’ufficio della Biccherna.
L’iscrizione occupa la metà superiore sinistra della tavoletta[3].
Iscrizione: LIBER CAMERARII COMUNIS SENARUM TENPORE DOMINI IACOPINI DE ROBILLIA, IN PRIMIS SEX MENSIBUS SECUNDA VICE SUI REGIMINISIS
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