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Guido da Siena, tavoletta di Biccherna, Don Bartolomeo, Monaco di San Galgano, Camarlingo (1276), inv. 7, Siena, Archivio di Stato [1]
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Guido da Siena, tavoletta di Biccherna, Don Bartolomeo, Monaco di San Galgano, Camarlingo (1276), inv. 7, Siena, Archivio di Stato
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Dal 1278 al 1302 si conoscono poi numerosi pagamenti a un pittore di nome Guido, soprattutto per la decorazione dei libri del camerlengo o dei quattro provveditori (biccherna 76 del gennaio-giugno 1280, biccherna 93 del luglio-dicembre 1286, biccherna 96 del gennaio-giugno 1288, biccherna 99 del gennaio-giugno 1289, biccherna 103 del luglio-dicembre 1290), oltre a spese per pitture su vessilli e libri notarili.
Due note di spesa poi lo ricordano come autore di due perduti affreschi nel Palazzo Pubblico raffiguranti la Maestà e i Santi Pietro e Paolo. Sul fatto che tutte queste voci di spesa si riferiscano alla medesima persona si è molto discusso: Romagnoli (ante 1835) e Milanesi (1859) ne erano convinti, ma la critica successiva ne è stata più cauta.
Di tutte queste opere documentate comunque resta oggi la sola tavoletta di biccherna con Don Guido monaco di San Galgano (primo semestre del 1280), a partire dalla quale Luciano Bellosi, nel 1991, ha ricostruito un gruppo di opere tra le quali spiccano il Dossale di san Pietro e la tavola di San Francesco e storie della sua vita. A queste si sono poi aggiunte la Madonna di San Regolo a Montaione, la Madonna col Bambino della Chiesa di Santa Maria a Campagnatico) ed altre ancora.
Le differenze ben nette tra questo gruppo di opere e quelle di Guido da Siena assicurano ormai la separazione tra i due artisti°.
La tavola raffigura nella parte superiore il monaco di San Galgano Don Bartolomeo, camarlingo nel primo semestre dell’anno 1276, in atto di contare denari divisi in mucchietti posti sopra ad un ampio tavolo, prima di essere sistemati in una borsa. Alle sue spalle è visibile l’arco a tutto sesto che doveva caratterizzare l’ufficio della Biccherna.
L’iscrizione occupa la metà superiore sinistra della tavoletta[3].
Iscrizione: LIBER CAMERARII COMUNIS SENARUM TENPORE DOMINI IACOPINI DE ROBILLIA, IN PRIMIS SEX MENSIBUS SECUNDA VICE SUI REGIMINISIS
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Don Bartolomeo conta alcune monete. Le monete sono esibite senza vergogna. Il denaro è segno di forza politica. Non hanno senso i falsi pudori. Siena fu tra le prime città toscane ad avere una zecca. L’attività di conio viene fatta risalire al XII secolo [4].
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Guido di Graziano (?), Don Guido, monaco di San Galgano, camarlingo, biccherna, Siena, Archivio di Stato |
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Dietisalvi di Speme - Biccherna - Don Griffolo, Monaco di S. Donato, Camarlingo (1282) - Budapest, Szépm?vészeti Múzeum
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Monete di Siena |
Le monete di Siena sono le monete coniate dalla Repubblica di Siena a partire dalla seconda metà del XII secolo fino alla caduta della Repubblica di Siena riparata in Montalcino nel 1559, in seguito alla Pace di Cateau-Cambrésis.
Il lento declino dell'autorità imperiale ed il decadimento del potere vescovile portarono alla nascita di un governo laico a Siena. La città divenuta un libero comune in forte ascesa economica ormai sviluppato nelle sue istituzioni interne, non poteva ignorare i vantaggi derivanti dalla gestione di una propria zecca cittadina e quindi già nel XII secolo la nascente Repubblica Senese premeva per l'ottenimento del diritto di zecca. |
La prima documentazione esistente della moneta senese è datata 11 gennaio 1182, grazie ad una licenza di costruzione di un monastero emanata dal vescovo della città, a cui era posta una penale di 100 lire in denari senesi. La Repubblica di Siena ha sempre tradizionalmente escluso dalle monete qualsiasi riferimento all'imperatore che le aveva dato la concessione. La monetazione senese è invece caratterizzata dalla ripetizione delle medesime iconografie nei secoli: raffigurando una S nel campo del diritto ed una croce nel campo del rovescio. Queste modalità continueranno fino alla fine del XV secolo con la sola eccezione del bolognino coniato con delibera del 1450[4].
A partire dal XVI secolo viene coniata sulle monete la lupa senese con Senio ed Aschio, la Madonna e infine lo scudo della Repubblica di Siena con su scritto LIBERTAS. Anche nelle leggende si ha una ripetitività plurisecolare delle raffigurazioni: fino al 1279 è presente la scritta SENA VETVS al diritto ed ALFA ET ω al rovescio, mentre dal 1279 al XVI secolo al diritto SENA VET CIVITAS VIRGINIS ed al rovescio ALFA ED O PRINCIPIV ET FINIS (frase di origine biblica).
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Sanese d'oro, coniato dalla zecca senese dopo la delibera del Consiglio Generale del 21 aprile 1376, fu la prima moneta d'oro emessa dalla Repubblica di Siena
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Archivio di Stato di Siena: Museo delle Biccherne | Percorsi tra le tavolette dipinte dell'Archivio di Stato di Siena | www.archiviodistatosiena.cultura.gov.it
Bibliografia Tavolette di Biccherna
Museo delle Biccherne - Mostra virtuale
0006. Archivio di Stato di SIENA. Collezione delle Tavolette di Biccherna. Inv. n. 6 | Guido da Siena, "Don Bartolomeo, monaco di San Galgano, camarlengo"
0007. Archivio di Stato di SIENA. Collezione delle Tavolette di Biccherna. Inv. n. 7 | Guido di Graziano, "Don Guido, monaco di San Galgano, camarlengo"
Le Tavolette di Biccherna nel SAN (Sistema Archivistico Nazionale)
Art in Tuscany | Guido da Siena (Guido di Graziano)
Toscane | Sienese Biccherna panelen in the Archivio di Stato van Siena
Bibliografìa
- Archivio di Stato di Siena, Le sale della mostra e il museo delle tavolette dipinte. Catalogo, a cura di G. Cecchini, Roma, 1956;
- Le Biccherne. Tavole dipinte delle magistrature senesi (secoli XIII-XVIII), a cura di L. Borgia, E. Carli, M.A. Ceppari, U. Morandi, P. Sinibaldi, C. Zarrilli, Roma, 1984;
- Le Biccherne di Siena. Arte e finanza all’alba dell’economia moderna, a cura di A. Tomei, voll. 2, Siena 2002;
- Archivio di Stato di Siena. Museo delle Biccherne, a cura di M.A. Ceppari, M.R. de Gramatica, P. Turrini, C. Zarrilli; coordinamento scientifico C. Zarrilli, Viterbo, 2008
Bibliografia Tavolette di Biccherna
[1] Art in Tuscany | Sienese Biccherna Covers | Biccherne Senesi
[2] Angelica Degasperi, Le tavolette delle "biccherne" come spunto per un'analisi della circolazione monetaria a Siena e nella parte centro-meridionale della Toscana nella seconda metà del XIII secolo, in Alessandra Molinari, Sauro Gelichi, Archeologia Medievale, XLV, All’Insegna del Giglio, 2018, p. 421-422.
[3] Archivio di Stato di Siena | www.archiviodistato.siena.it
[4] Roberto Barzanti, Le Biccherne come icone del potere, p. 3. | Scarica il PDF - Accademia dei Rozzi
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° Questo articolo è basato sull'articolo Guido di Graziano dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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