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Storia
Nonostante alcune ipotesi di origini notevolmente più antiche, addirittura paleocristiane, la chiesa appare documentata per la prima volta il 27 novembre 1183 quando viene confermata da papa Lucio III a Mauro abate dell'Abbazia di Spugna[1]; un certo Mercadante, chierico dell'abbazia, era rettore e cappellano alla data 9 dicembre 1218[1].
Poco tempo dopo, nel 1224, «in ecclesia S. Marie de Colle» venne rogato un atto di pace tra il Comune e l’arciprete di Colle «coram sacerdote Bono priore dicte ecclesie», mentre nel 1225 venne fusa la campana, collocata nella torre adiacente la chiesa, più antica e adattata a campanile, che reca l’iscrizione: «Ildibrandinus senensis fecit hoc opus MCCXXV tempore prioris Bono»; si può ritenere che anche Bono, come già Mercatante, fosse un benedettino dell’abbazia di Spugna.
Nel 1231 un contratto con l’abate di Spugna quale parte contraente venne redatto «Colle in claustro Canonice S. Marie».
L’identificazione con la chiesa di S. Maria in Canonica piuttosto che con l’omonima chiesa del borgo di Spugna appare certa, sebbene fino ad epoca recente si sia fatta confusione attribuendo i documenti sopra citati ad entrambe le chiese: sembra rilevante che questa è sempre definita come «S. Maria de Colle» o comunque specificando che si trova a Colle, mentre l'altra è sempre indicata nei documenti medievali come «S. Maria de Spongia».
Secondo la tradizione, Arnolfo di Cambio sarebbe nato intorno al 1245 nella casa-torre che da lui prende il nome, distante appunto poche decine di metri dalla Canonica, della quale sarebbe stato parrocchiano. Nella chiesa sono evidenti le varie fasi costruttive ma entro la prima metà del XIII secolo doveva aver già assunto l'aspetto attuale[1].
Il 18 ottobre 1232 Gottifredo de' Prefetti, cappellano e delegato papale, vi lesse forse la sentenza di scomunica contro i fiorentini[2]; le nascenti magistrature comunali vi tennero talvolta le proprie assemblee: così nel 1234, allorquando il podestà ed i consiglieri del Comune di Colle, radunati «in Canonica S. Marie Castri Abbatis», deliberarono circa il pagamento di un prestito; altra testimonianza importante sui primi anni di vita è quella del 24 febbraio 1239 quando vi venne redatto l'atto di concessione di autonomia consegnato dal vicario imperiale Pandolfo di Fasianella al comune di Colle[1].
La festa titolare di S. Maria si celebrava nel mese di settembre già dall’anno 1333. Da un documento del 5 agosto 1335 apprendiamo, inoltre, che il camerlengo del Comune di Colle stanziava annualmente tre lire «Canonice de Colle in festo S. [Marie] de mense septembris» per l’offerta pubblica di un quantitativo di cera da parte del podestà, del capitano del popolo e dell’ufficio dei Dodici.[3] Le magistrature comunali colligiane vi partecipavano al completo in veste ufficiale ed eleggevano un loro rappresentante, addetto all’offerta di «unum cereum sive torchium grossum, pictum armis Communis», «quod cereum teneatur in tali ecclesia et accendatur quando elevatur corpus Domini Nostri Yeshu Christi donec ipsum cereum durabit ad ipsius reverentiam in celebratione Missarum».[4]
Fin dai primi documenti compare con il nome attuale come canonica S. Marie e nelle decime del 1298-1299 viene indicata anche come canonica S. Marie castri Alberti de Colle[1]. Tuttavia i monaci dell'abbazia di Spugna continuarono a provvedere all'officiatura della chiesa, direttamente o con cappellani esterni, fino a tutto il XIV secolo.
Grazie al fatto di essere inserita all'interno del castello di Colle, la chiesa godette di buone rendite sempre comprese tra le 3 e le 6 lire annue tra il 1275 e il 1356, oltretutto esentasse[5][6]. La situazione economica migliorò ancora nel corso del XIV secolo, periodo in cui ricevette diverse donazioni testamentarie che furono usate per realizzare delle modifiche architettoniche[1]; ad esempio il 25 febbraio 1396 con i soldi ricavati dalla donazione di Piero di Luca venne costruita la cappella di santa Maria mentre con i soldi di Piero Capocchi da Colle il 19 gennaio 1400 venne fondata una cappella dedicata alla Santissima Annunziata[1].
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Pier Francesco Fiorentino, affresco da farsi sulla parete destra, raffigurante Dio Padre benedicente, Chiesa di Santa Maria in Canonica (Colle Val d'Elsa)[3]
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Nel corso del XV secolo divenne anche l'oratorio del Comune e vi fu collocata la campana detta la Martinella, fusa nel 1351 e strappata dai Senesi in battaglia[1]. Nella prima metà del XV secolo fu dato incarico a Pier Francesco Fiorentino di realizzare un affresco da farsi sulla parete destra e raffigurante Dio Padre benedicente[1]. Nel 1551 aveva il titolo di prioria e nel suo popolo vivevano 104 abitanti che aumentarono nei secoli seguenti[7]. Dopo l'elevazione di Colle a città e conseguente istituzione della diocesi, il rettore della chiesa Don Cheluzzo Fani fece restaurare l'interno: venne realizzato un soffitto a stuoia, furono fatti degli stucchi e aperte nuove finestre, tutti i lavori erano conclusi il 3 maggio 1603 quando il vescovo Usimbardo Usimbardi la consacrò. Pochi anni dopo, nel 1607, il campanile fu arricchito da una terza campana[8].
Nel 1937 venne iniziata una campagna di restauri diretta dal professor Ferdinando Silva che portarono alla rimozione di ogni intervento barocco[8]. Altri restauri all'interno sono stati fatti nel 1994[8].
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Colle di Val d'Elsa, panorama del centro storico
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Museo San Pietro, sale del Museo Diocesano
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Colle di Val d'Elsa, Duomo |
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La grande pala quattrocentesca, con al centro la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Lorenzo, Marco e Nicola, di Pier Francesco Fiorentino (XV secolo)
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Alcuni affreschi sono quasi spariti |
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San Gimignano, matina |
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Casole d'Elsa |
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Colle Val d'Elsa, le Caldane
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Bibliografia
Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
Luigi Biadi, Storia della città di Colle in Val d'Elsa, Firenze, Tipografia Campolmi, 1859.
Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
Antonio Canestrelli, Architettura medievale a Siena e nel suo antico territorio, Siena, Tipografia Sordomuti, 1904.
Alessandro Lisini, Inventario delle pergamene conservate nel Dipolmatico dall'anno 736 all'anno 1250, Siena, Lazzeri, 1908.
Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
Mario Salmi, Architettura romanica in Toscana, Milano-Roma, Bestetti&Tumminelli, 1927.
Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
Italo Moretti, Renato Stopani, Italia romanica. La Toscana, Milano, Jaca Book, 1982.
Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
Giovanni Cencetti, Medioevo in Valdelsa, Poggibonsi, Centro Studi Romei, 1994.
AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.
AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.
Luca Trapani, La chiesa di S. Maria in Canonica dalle origini alla consacrazione del 1603, in “Studi e memorie per Lovanio Rossi”, a cura di Curzio Bastianoni, (Biblioteca della «Miscellanea Storica della Valdelsa», n. 24) Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, 2011, pp. 353–373.
Leopoldo e Alessandro Malandrini, L'architettura della chiesa di S. Maria in Canonica: evoluzione o involuzione?, in “Studi e memorie per Lovanio Rossi” cit., pp. 375–390.
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[1] Foto di Vignaccia76, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.
[2] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[3] Photo by dvdbramhall, published under a Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0) license.
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