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Giuliano di Baccio d’Agnolo
Baccio d'Agnolo (vero nome Bartolomeo d'Agnolo Baglioni; Firenze, 19 maggio 1462 – Firenze, 6 marzo 1543) è stato un architetto e scultore italiano.
Baccio è l'abbreviazione di Bartolomeo, e d'Agnolo si riferisce ad Angelo, il nome di suo padre.
Architetto
Dopo aver raggiunto una notevole fama come scultore, in un periodo imprecisato della sua vita, iniziò ad occuparsi anche di architettura compiendo degli studi a Roma ma già all'inizio del XVI secolo venne assunto come architetto dal Cronaca per alcuni lavori in Palazzo Vecchio e nel Palazzo della Signoria, nel 1503 raggiunse una certa fama grazie al palazzo Taddei e nel 1502-1505 gli venne commissionato il completamento del tamburo della cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Quest'ultimo lavoro, tuttavia, non venne completato a causa delle avverse critiche di Michelangelo, che defininì l'opera come una gabbia per grilli.
Baccio d'Agnolo realizzò anche la chiesa di San Giuseppe, Villa Borgherini e Palazzo Bartolini. Nel 1503-1504 fece palazzo Taddei in via de' Ginori e, nello stesso periodo, realizzò il campanile di Santo Spirito. Seguirono i lavori al pavimento del Duomo, la cappella dei Priori in palazzo Vecchio (1511-1514), il palazzo Borgherini e la chiesa di Santi Apostoli in Borgo Santi Apostoli, e il campanile di San Miniato al Monte (1523).
Il palazzo Bartolini Salimbeni fu il primo palazzo fiorentino ad avere sulla facciata principale delle colonne ad incorniciare porte e finestre, precedentemente limitato alle chiese; è stato ridicolizzato dai fiorentini per la sua innovazione. Altri suoi lavori molto ammirati sono stati la chiesa di San Giuseppe (1519), i palazzi Torrigiani, Stiozzi Ridolfi, Lanfredini (1520-1523), Bartolini di via Valfonda.
Dal suo studio passarono, Michelangelo, Andrea Sansovino, i fratelli Antonio da Sangallo il Vecchio e Giuliano da Sangallo e il giovane Raffaello. Morì a Firenze nel 1543, lasciando tre figli, tutti architetti, il più noto fu Giuliano di Baccio d'Agnolo.
Giorgio Vasari ha incluso Baccio d'Agnolo nel volume IV delle sue Vite, affermando che molte furono le opere commissionate al Baccio, gran parte delle quali, però, sono andate perdute.
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Colle di Val d'Elsa, Colle Alta, Palazzo Campana (3)
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Veduta del Palazzo Campana da sotto il ponte omonimo |
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Palazzo Campana, veduta da sotto il ponte omonimo
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Colle, arco del Palazzo Campana |
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Colle di Val d'Elsa, panorama del centro storico
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Chiesa di Santa Maria in Canonica
(Colle Val d'Elsa)
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Colle di Val D'Elsa - Colle, Palazzo Pretorio, retro del Duomo
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Area naturale protetta di interesse locale Parco fluviale dell'Alta Val d'Elsa
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Sentiero Colle di Val d'Elsa - Gracciano |
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Sentiero Il Sentierelsa |
Bibliografia
AA.VV., Colle di Val d'Elsa nell'età dei Granduchi medicei, Centro Di (a cura di), Grafiche Piccardi, Firenze, 1992
Alessandro Naldi, Mille e una Toscana: paesaggi, città, borghi, castelli, ville, abbazie dagli Appennini, alle colline, al mare, Certaldo 2001
Pietro Nencini, Colle di Val d'Elsa: diocesi e città tra '500 e '600, Società storica della Valdelsa, Siena 1994
Paolo Portoghesi, Dizionario enciclopedico di architettura e urbanistica, Roma 1968
Giorgio Spini, Architettura e politica da Cosimo I a Ferdinando I, L. S. Olschki, Firenze 1976
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Podere Santa Pia, situated in a particularly scenic valley
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[1] LigaDue - Own work, CC BY-SA 4.0, Link
[2] Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. I, pag.503-504
[3] Foto di Robyfra1, lasciato nel publico domino.
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