Il Santa Maria della Scala è un complesso museale di Siena, situato in piazza del Duomo 2, proprio davanti alla cattedrale. Già uno dei più antichi e grandi ospedali europei, fu uno dei primi xenodochi ed oggi, esaurite le proprie funzioni sanitarie, è uno dei più importanti centri museali e culturali della città.
La spazio maggiormente caratterizzante l'ospedale medievale è senza dubbio il pellegrinaio, grande ambiente a sviluppo longitudinale destinato ad accogliere quanti si rivolgevano alla struttura ricettiva. [2]
Il Pellegrinaio
Il Pellegrinaio contiene uno dei più importanti cicli di affreschi del Quattrocento senese, a cui lavorarono Domenico di Bartolo, Pietro d'Achille Crogi, Priamo della Quercia, Lorenzo Vecchietta e, dopo il 1570, Giovanni di Raffaele Navesi; esso illustra la missione dell'ospedale, spesso con scene, uniche in Europa, della vita quotidiana al suo interno, che rappresentano straordinari documenti storici, oltreché artistici.
Domenico di Bartolo, Celestino III concede privilegi di autonomia all'ospedale
La scena rappresenta uno dei momenti fondamentali della vita dell'istituzione ospedaliera senese e precisamente quello della risoluzione - anche se temporanea - della “vertenza” tra i canonici della cattedrale e i frati laici che quotidianamente operavano, con dedizione assoluta, all'interno dell'ospedale. Celestino III attraverso una sua bolla dette infatti ragione ai laici (1193), consentendo loro di dare nuovo impulso, autonomia, migliore organizzazione all'ospedale, oltre alle possibilità di eleggersi il rettore. Anche per questa scena Domenico di Bartolo preferì uno spazio non precisamente identificabile nonostante gli evidenti riferimenti al pavimento del Duomo di Siena e una serie di elementi architettonici che richiamano direttamente i balconi e le case del Buongoverno di Palazzo Pubblico. L'artista sembrò puntare particolarmente l'attenzione sui caratteri dei vari personaggi - fortemente connotati e quindi probabilmente contemporanei al pittore - e sull'abbigliamento raffinato, prezioso e soprattutto rigorosamente alla moda del tempo.
L'affresco, potrebbe anche fare riferimento a un avvenimento contemporaneo, ossia la presenza a Siena, da marzo a settembre 1443, del pontefice Eugenio IV con tutta la curia, ospite in un palazzo adiacente a Santa Maria della Scala. Sono stati letti alcuni frammenti (che sembravano compromessi) del cartiglio tenuto in mano dal papa, che documenta parte di una preghiera per la festa dell'Annunziata, ricorrenza importantissima per l'ospedale, celebrata due settimane dopo l'arrivo di Eugenio IV a Siena.
|