Stefano di Giovanni di Consolo da Cortona, detto il Sassetta, è stato un pittore italiano del Quattrocento. Fu una delle figure più importanti della Scuola senese del secondo quarto del XV secolo.
Nonostante lavorasse all'interno della tradizione senese, ne innovò lo stile introducendo elementi derivati dallo stile decorativo gotico e dal realismo dei contemporanei innovatori fiorentini. Raggiunse un alto livello di raffinatezza tecnica e fu al passo con le innovazioni artistiche di pittori come Gentile da Fabriano, Masaccio e Masolino.
Questo precoce dipinto va interpretato come il frutto "dell'incontro del Sassetta con Masaccio" (Paolo Dal Poggetto). La potente figura del piccolo Gesù della tavola di Masaccio e di Masolino, oggi agli Uffizi, è tradotta e rivisitata dal Sassetta in forme concrete ma eleganti, che riassumono tutta la cultura di un già maturo pittore legato alla grande tradizione della scuola locale. Rimandano infatti agli esempi dei maggiori maestri di primo Trecento, come Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, i lineamenti sottili, le dita affusolate, i tratti filamentosi della stesura pittorica a tempera, i delicati rialzi di luce nella definizione delle labbra. Per lo scorcio del pavimento non sono ancora adottate le regole della prospettiva geometrica rinascimentale, ma l'efficace effetto di profondità spaziale è ottenuto seguendo la pratica della 'prospettiva' intuitiva, della quale era stato insuperato maestro Ambrogio Lorenzetti. Questa tavoletta, originariamente destinata alla devozione familiare, era inserita in una cornice all'antica a tabernacolo architettonico [2].
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