Le tavolette della Biccherna - denominazione medievale (dal secolo XIII al secolo XVIII) dell'Erario comunale di Siena e dei Registri (Libri della Biccherna) - sono preziosi dipinti su legno che costituivano le copertine dei codici delle Biccherne e di altre magistrature del Comune.
Per realizzare le biccherne vennero chiamati, di volta in volta, i maggiori artisti senesi del tempo. Sono quindi un gruppo di opere di grande valore artistico e dalle caratteristiche uniche. Sono la testimonianza figurativa delle origini del rapporto fra arte e finanza e della nascita dell'economia europea. Un oggetto che non trova analoghi in nessun altro angolo d'Italia. Quindi si tratta di una mostra unica nel genere, che merita senz'altro il prestigio riservata e l'onore di un tour mondiale.

Archivio di Stato di Siena, Biccherna 11

Nella parte superiore della tavola a destra è raffigurato il monaco cistercense di San Galgano Don Stefano inginocchiato davanti al Santo che, accompagnato dal suo cavallo, tiene la mano destra sulla spada conficcata nella roccia. La scena ambientata all’esterno è completata dalla presenza di due alberi posti ai lati del Santo. Sopra all’immagine di San Galgano è rappresentato lo stemma riferibile al podestà Ugo Guidi da Battifolle. Nella metà superiore sinistra sono raffigurati gli stemmi delle famiglie dei quattro provveditori: Andreuccio di Tuccio, Leoncino Maconi, Gualtieri Rinaldini, Cione di Mino Rosso[2].

L’iscrizione

L’iscrizione, che occupa la metà inferiore della tavola, ricorda i nomi e l’anno della carica dei provveditori e del camarlingo.

LIBRO DI DONO ISTEFANO MONACO DI SANTO GALGANO, ANDREUCIO DI TUCIO, LEONCINO DE’ MACONI, GUALTIERI DI MISSERE RENALDO, CIONE DI MISSERE MINO ROSSO, CAMARLENGO E QUATRO (SIC) DEL COMUNE DI SIENA DA CALENDE GIENAIO ANNI MCCCXVIIII INFINO A CALENDE LUGLIO ANNI MCCCXX, PODESTA’ CONTE UGHO DA BATE FOLLE[2].