Le fonti maggiori di Siena sono Fonte Gaia, Fontebranda, Fonte d'Ovile, Fonte Nuova d'Ovile, Fonte di Follonica, Fonte del Casato, Fonte di Pescaia. Tra le fonti senesi la più antica è Fontebranda, menzionata nei documenti già a partire dal 1081 e secondo ipotesi assai poco attendibili costruita addirittura al tempo di Brenno, re dei Galli.
Fontebranda è inserita nel Terzo di Camollia, nel territorio della Nobile Contrada dell'Oca e nella conca di Vallechiara, a poche decine di metri dall'omonima porta di Fontebranda.°
I Bottini sono una rete di acquedotti sotterranei, che alimentano le fonti storiche della città. Da sempre Siena, per la sua posizione collinare e la mancanza di importanti corsi d’acqua, ha dovuto ricorrere a scelte alternative per l’approvvigionamento, di quella che per ogni civiltà è il bene primario, l’acqua, realizzando un ingegnoso sistema di cunicoli scavati, che oggi è possibile percorrere a piedi, e dove l’acqua piovana, raccolta nel gorello - un piccolo canale alla base del camminamento - scorre fino a raggiungere le fonti storiche[2].
Il nome di ‘bottini’ viene utilizzato perla prima volta nel 1226 [3].
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In quel tempo la città era dotata solo di alcunimodesti rami di acquedotto che rifornivano di ac-qua alcune delle fonti principali. Verso la metà del’200 si iniziò a pensare al potenziamento di alcunedi esse, e nel 1246 si parlava per Fontebranda di unsecondo bottino da aggiungere a quello vecchio.La data non è casuale: intorno alla metà del secolo Siena stava per aumentare notevolmente il suogrado di sviluppo economico, uno sviluppo chel’avrebbe condotta sui mercati di tutta Europa. Eranecessario pertanto ottenere una maggiore portatadi acqua in Fontebranda, perché proprio questa erala zona della città dove si trovavano alcune delleimprese economiche che ne avevano maggiormen-te bisogno: proprio qui, infatti, svolgevano la loroattività i cuoiai, i pellai e i lanaioli [3].
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