Pinacoteca
La pinacoteca vera e propria si trova al secondo piano. La prima sala è detta della Trinità, dall'affresco di Pier Francesco Fiorentino del 1497; vi si trovano anche una Madonna col Bambino e santi di Leonardo da Pistoia e la Pietà con i simboli della Passione, trittico di Sebastiano Mainardi. In una teca è inoltre esposto un raro tappeto mamelucco del XIV secolo, annodato al Cairo con un'inconsueta forma a croce che simula la soprammissione di tre tappeti.
Il vano delle scale della torre ospita a questo piano un gradino d'altare scolpito con Cherubini di Benedetto da Maiano.
Taddeo di Bartolo
Taddeo di Bartolo, figlio di Bartolo di Mino (un barbiere senese) nacque a Siena intorno al 1362. Il pittore fu attivo e prolifico anche a San Gimignano, dove nella Collegiata di Santa Maria Assunta realizzò il Giudizio Universale sulla controfacciata e sulle pareti attigue (1393).
Questo dipinto, databile al 1401, costituiva l’antependium (ovvero il paliotto) dell’altare maggiore della collegiata di San Gimignano: a questa funzione si deve il curioso formato che, rifacendosi a modelli medievali, associa alla figura del santo centrale otto episodi della sua agiografia. Il vescovo modenese Geminiano siede in veste di patrono, a reggere tra le mani il modellino della cittadina di San Gimignano, che da lui aveva derivato il nome (pur in versione toscana), in conseguenza della presenza di una venerata reliquia. All’austera rigidezza della figura del pannello centrale si contrappone nelle storiette laterali una più felice dimensione coloristica e narrativa, consona al divertente racconto. Oltre all’antependium, che ancora oggi rappresenta un vero e proprio simbolo della cittadina valdelsana, Taddeo di Bartolo lasciò altre opere a San Gimignano: dal polittico del museo che porta la sua firma, agli affreschi con una grottesca raffigurazione dell’Inferno che si conservano in prossimità dell’ingresso della collegiata.
San Geminiano (noto anche come San Gimignano) fu un diacono del IV secolo e poi vescovo di Modena. Viene menzionato nell'anno 390 quando invia un delegato di nome Aper a partecipare a un consiglio chiamato da Sant'Ambrogio a Milano. Dal suo nome, è stato dedotto che Geminiano probabilmente apparteneva alla casta dei senatori romani. Morì nel 397.
Il Geminiano raramente appare nell'arte, ma quando viene mostrato viene tipicamente raffigurato come un vescovo con uno specchio in cui si riflette la Madonna; un vescovo con in mano un modello della città di Modena; un uomo che calma una tempesta in mare; o un uomo che esorcizza la figlia dell'imperatore bizantino Gioviano.
Il santo è anche venerato in Toscana, in particolare in Pontremoli e nella sua omonima città di San Gimignano.
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Taddeo di Bartolo, San Gimignano e storie della sua vita |
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Guido di Graziano (Guido da Siena?), Maestà con un santo vescovo e un santo domenicano
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Il Pintoricchio, La Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto
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San Gimignano, galleria fotografica |
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San Gimignano, Manhattan mediaevo
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San Gimignano, città delle torri |