L’architettura funeraria della necropoli di Poggio Buco, pertinente all’abitato rinvenuto sul pianoro Le Sparne, si presenta diversificata diacronicamente. Il tipo più antico è costituito da una fossa scavata nel tufo (terzo quarto dell’VIII secolo a.C.), successivamente evoluto nella variante che prevede una fossa con uno o due loculi ricavati nei lati lunghi e chiusi con blocchi di tufo (ultimo quarto dell’VIII – inizi del VII secolo a.C.). Intorno alla metà del VII secolo a.C. compaiono tombe a camera interamente scavate nella roccia tufacea con vestibolo e breve corridoio di accesso, mentre nella seconda metà del secolo, presumibilmente in concomitanza con i mutamenti sociali che portano all’emergere del ceto gentilizio, subentrano tombe a camera di più ampie dimensioni, con più celle funerarie che si aprono sul vestibolo. Sono inoltre attestate alcune tombe che riproducono nel tufo elementi architettonici lignei, come nel caso della cosiddetta tomba della Regina, il cui soffitto rappresenta un tetto displuviato con travature lignee. Attualmente nessuna delle tombe a fossa è visibile, mentre possono essere visitate le strutture funerarie a camera: la maggior parte di esse presenta ampi segni di riutilizzo per attività legate all’ambito agricolo-pastorale.
I numerosi materiali rinvenuti durante gli scavi, che si sono protratti in quest’area fin dall’Ottocento, hanno avuto diversa destinazione: alcuni nuclei sono approdati ai musei di Berlino, della California, di Philadelphia e di Chicago, altri sono rimasti in Italia e si trovano al Museo Archeologico di Firenze e al Museo della Civiltà etrusca di Pitigliano. La parte più cospicua dei rinvenimenti è costituita dalla ceramica, che spazia dalle produzioni a decorazione geometrica, al bucchero, alla ceramica etrusco-corinzia.[3]
Necropoli di Poggio Buco
| 3,78 km | 45 min | gpx
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