|
|
La Natività della Vergine è un dipinto a tempera su tavola (187 × 182 cm) di Pietro Lorenzetti, databile al 1335-1342 e conservato nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena. È l'ultima opera documentata dell'artista°.
Storia
La tavola, dipinta nella fase matura dell'artista, faceva parte del ciclo di tavole sulle storie di Maria per gli altari del Duomo di Siena, commissionate tra gli anni trenta e quaranta del XIV secolo, e decorava l'altare di San Savino. Di questo ciclo fanno parte anche l'Annunciazione di Simone Martini e la Presentazione di Gesù al Tempio di Ambrogio Lorenzetti, fratello di Pietro.
La pala venne commissionata nel 1335, come ricorda la documentazione, ma consegnata solo nel 1342, a giudicare dalla firma. Alla pala, oggi smembrata, doveva appartenere una predella con Episodi della vita di san Sabino, di cui si conserva una tavola presso la National Gallery di Londra[2].
Lo stile di Ambrogio in quel periodo sembra influenzare anche il fratello maggiore Pietro, che stempera la monumentalità del giottismo in ricerche più attente alla realtà e alla luce°.
Stephane Mendelssohn:
«Diciamolo subito: la Nascita della Vergine è un capolavoro immenso, rivoluzionario, umano e monumentale, immutabile ed eterno come le colonne. Rivoluzionario lo è nella forma, nell'audacia con cui viene sfruttato il formato gotico del suo supporto tripartito per strutturare uno spazio figurato dove i personaggi possono evolversi naturalmente. Lo è attraverso l'incredibile sfrontatezza che, osando (quasi) tutto, traspone la rappresentazione di un tema immemorabile in un'attualità viva e vivace, all'interno della quotidianità senese, in un tempo e in una città allora giunta all'apogeo della civiltà europea. L'opera costituisce un modello di verità in pittura, riuscendo a raffigurare la naturalezza di sentimenti veramente umani che l'umanità, però, è capace di esprimere solo quando riesce a guardare se stessa con lucidità e benevolenza; è in tutto questo che sta quella sorta di miracolo dell'arte che il capolavoro di Pietro Lorenzetti rivela» [6].
|
Pietro lorenzetti, Natività della Vergine del Duomo di Siena (particolare), 1342,
tempera su tavola 187 x 182, Museo dell'Opera del Duomo di Siena [4]
|
L'opera è un trittico, ma la superficie pittorica è trattata in modo straordinariamente originale per quell'epoca, come se si trattasse di un'unica scena senza soluzione di continuità, ambientata in una stanza coperta da volte che ricalcano la forma della pala, con due pilastri che altro non sono che i bordi di separazione dei tre pannelli. La scena è così divisa in tre ambienti illusionisticamente contigui, due dei quali appartenenti alla stanza principale e uno, a sinistra, dove aspetta trepidante Gioacchino, il padre di Maria, con un anziano ed un giovane. Qui inoltre la presenza di un arco e di una lunetta aperti permettono di vedere oltre, dove si trova un cortile porticato di uno stupendo palazzo gotico.
Lo spazio è composto in maniera prospettica, con un preciso sistema di piani ortogonali, anche profondi, che sfruttano più punti di vista, raccordandosi in maniera ardita. La parte destra soprattutto tende ad aprirsi in profondità, invece di ridursi, secondo un effetto "a ventaglio", che assicura maggiore spazio alle figure laterali. Lo scomparto sinistro invece spicca per la profondità maggiore rispetto alla stanza al centro, con un arco sulla parete di fondo oltre il quale si intravedono, in un vero sfoggio di virtuosismo, gli archi e le bifore di un cortile intonacato di un rosa delicato.
|
|
Pietro lorenzetti, Natività della Vergine del Duomo di Siena (particolari)t,
1342, tempera su tavola 187 x 182, Museo dell'Opera del Duomo di Siena [5]
|
L'interno domestico però non si riduce ad una fredda struttura architettonica, anzi le figure vi si muovono a proprio agio ed i dettagli di mobilio e suppellettili sono curatissimi, dalle mattonelle del pavimento alle stelline dipinte sulle volte a crociera, dagli asciugamani ricamati, alle decorazioni dipinte sugli oggetti. Sant'Anna è sdraiata sul letto, un tipico letto a cassone medievale con lenzuola bianche e una coperta a scacchi, davanti ad una tenda bianca, mentre due donne l'assistono e altre due stanno lavando la bambina, in primo piano. Una dama vestita di rosso, tagliata in due dal finto pilastro, parla con la donna distesa e tiene in mano un ventaglio di paglia bianca e nera, finemente intrecciato.
Le figure, isolate e ben definite nel volume grazie alle sfumature delle luci sui panni colorati che le avvolgono, hanno la solennità delle opere di Giotto, ma la minuta attenzione al dettaglio e l'atmosfera quotidiana richiamano più le miniature transalpine. Secondo Enzo Carli, la sant'Anna ricorderebbe la Madonna della Natività di Arnolfo di Cambio già in una lunetta della facciata di Santa Maria del Fiore: innegabile è comunque una certa presenza scultorea della santa sdraiata, soprattutto nelle gambe, sopra le quali si tende elastica la veste, generando pieghe in cui si affossano le ombre. A Giotto farebbe invece pensare la figura naturale della levatrice che versa l'acqua con la brocca, ruotata di tre quarti offrendo le spalle°.
|
|
|
|
|
|
Arte in Toscana | Pietro Lorenzetti
Bibliografia
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.
AA.VV., Galleria degli Uffizi, collana I Grandi Musei del Mondo, Roma 2003.
Chiara Frugoni, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, in Dal Gotico al Rinascimento, Scala, Firenze 2003. ISBN 88-8117-092-2
[1] Quest'opera è nel pubblico dominio, tratta da © Traveling in Tuscany | www.travelingintuscany.com
[2] Saint Sabinus before the Roman Governor of Tuscany, Pietro Lorenzetti and Workshop, su nationalgallery.org.uk.
[3] Photo by National Gallery, London, licensed for non-commercial use under a Creative Commons agreement.
[4] Photo du Livre de Stefano G. Casu, Elena Franchi et Andrea Franci : Les Grands Maîtres de la peinture européenne, Paris : Hazan, 2003. ISBN 2850259063, Public Domain, Link
[5] Foto di Steven Zucker,, licenziata sotto una licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
- Creative Commons, Some rights reserved.
[6] Stephane Mendelssohn, Pietro Lorenzetti, « Nascita della Vergine » | Guide artistique de la Province de Sienne | www.provincedesienne.com
|
Vicino all'autentico paesino di Castiglioncello Bandini, si trova Podere Santa Pia, una splendida casa vacanze circondata da querce secolari e situata in una posizione strategica nella Maremma toscana. Potrete godere di una vista mozzafiato sulle valli dell'Ombrone e della Val d'Orcia che si fondono a Cinigiano. È una meta ideale per chi vuole trascorrere una vacanza nella natura: migliaia di ettari di natura incontaminata circondano Podere Santa Pia, che non ha perso nulla del suo fascino antico. Per questo motivo Podere Santa Pia viene spesso definito una casa nella natura.
La casa è autenticamente italiana e molto suggestiva. I muri in pietra grezza all'esterno, i pavimenti in cotto, il grande camino in cucina e, qua e là, i robusti soffitti con travi in legno creano una caratteristica atmosfera da vecchia Toscana. Gli interni semplici e i tocchi minimalisti si adattano perfettamente alla semplicità delle case di campagna toscane di un tempo. La casa ha tutto ciò che serve per una vacanza di successo.
Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
The vast and endless golden rolling hills of the Tuscan Maremma
|
|
|
|
|
|
Early morning light at the private swimming pool at Podere Santa Pia
|
|
A bigger splash in swimming pool at Podere Santa Pia, southern Tuscany
|
|
A bigger splash in the pool, Podere Santa Pia, Castiglioncello Bandini, Cinigiano, Tuscany
|
|
La Casa Vacanze Podere Santa Pia è un sogno che diventa realtà. Partendo da Montalcino e viaggiando in direzione di Monte Amiata, si arriva nel cuore delle nostre colline dove si trova l'abbazia di Sant’Antimo, e vicino da Castiglioncello Bandini, il magnificoPodere Santa Pia. Qui trovate il piacere della quiete e la bellezza della natura toscana.
|
° This article incorporates material from the Wikipedia article Natività della Vergine (Pietro Lorenzetti), these paragraphs are available under the GNU Free Documentation License.
|
|
|
|
|
|
|
|