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Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno, 1274, tempera su tavola, 280 × 245 cm, Cattedrale di San Zeno, Pistoia

 

Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno, 1274, tempera su tavola, 280 × 245 cm, Cattedrale di San Zeno, Pistoia [1]


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Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno, 1274, Cattedrale di San Zeno, Pistoia

   
   

Il Crocifisso di San Zeno è una delle pochissime opere certe del fiorentino Coppo di Marcovaldo, dipinta nel 1274 in collaborazione con il figlio Salerno. Si tratta di un crocifisso ligneo, sagomato e dipinto a tempera, misurante 280x245 cm. È tuttora conservato nel duomo di Pistoia.

Storia

Il crocifisso è l'unica opera superstite dell'attività di Coppo per la cattedrale pistoiese: secondo documenti di archivio gli erano stati commissionati a più riprese (tra il 1265 e il 1269) degli affreschi per la cappella di San Jacopo, che vennero distrutti nel 1786 quando venne demolita. Nel 1274 inoltre vennero commissionate a Coppo e a Salerno tre tavole per il coro della cattedrale (tutte disperse): si trattava di un ulteriore Crocifisso, di una Vergine, di un San Giovanni, e di una figura di San Michele.

La figura di Cristo è generalmente attribuita a Salerno.

 

Coppo di marcovaldo e salerno di coppo, crocifisso con storie della passione, 1275, 02.jpg

Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno (particolare di Cristo), 1274, Cattedrale di San Zeno, Pistoia [1]

 

Descrizione e stile

L'iconografia è quella del Cristo patiens, cioè morente in sofferenza sulla croce, una raffigurazione che nel corso del Duecento sostituì quella del Cristo triumphans (vincente, ad occhi aperti), per influenza degli ordini mendicanti, soprattutto i domenicani con il Crocifisso della basilica di San Domenico a Bologna.

Nei pannelli laterali sono raffigurate sei scene della Passione:

Cattura di Gesù (sinistra, alto)
Flagellazione (sinistra, centro)
Deposizione dalla croce (sinistra, basso)
Gesù davanti ai sacerdoti (destra, alto)
Pietà (destra, centro)
Pie donne al sepolcro (destra, basso)

La raffigurazione del Cristo ha tratti sentimentali e patetici: il suo corpo è inarcato, ma non ancora strabordante nel pannello sinistro come in Cimabue; il volto è sofferente, le ferite zampillano sangue. L'opera è ricca di dettagli preziosi, ma non presenta l'agemina.

La stesura pittorica non è tipica di Coppo, poiché morbidamente sfumata: potrebbe essere un'evoluzione nella sua produzione più tarda o potrebbe essere frutto della mano del figlio Salerno. In questo senso è molto diverso il Crocifisso di San Gimignano, dall'aspetto più arcaico e con passaggi di colore bruschi. L'opera rappresenta quindi un'evoluzione dal calligrafismo a tratteggi non sfumati della produzione medievale. La ricerca di plasticità appare già in atto in questa opera e avrà il suo culmine nella produzione di Cimabue e, in seguito, di Giotto.

 

Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno (particolare), 1274, Cattedrale di San Zeno, Pistoia

Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo, Crocifisso di San Zeno (particolare), 1274, Cattedrale di San Zeno, Pistoia [1]

 

 
   
   

 

 

 
   
Maestro di San Francesco, 1272, tempera e oro su tavola, 410 × 328 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia   Rinaldi da Siena, Crocifisso (dettaglio), 1276-1280 circa, tempera e oro su tavola, San Gimignano, Museo civico, dal convento di San Girolamo

  Cimabue, Crocifisso, 1268-71, 336 x 267 cm, San Domenico, Arezzo
Maestro di San Francesco, 1272, tempera e oro su tavola, 410 × 328 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia  

Rinaldi da Siena, Crocifisso, 1276-1280 circa, tempera e oro su tavola, dal convento di San Girolamo

  Cimabue, Crocifisso, 1268-71, 336 x 267 cm, San Domenico, Arezzo

 

Scheda nel restauro, su fondazionecrpt.it. URL consultato il 14 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

La scheda ufficiale di catalogo, su polomuseale.firenze.it.


 


Bibliografia

Angelo Tartuferi, La pittura a Firenze nel Duecento, Firenze, Alberto Bruschi Editore, 1990, p. 82.

Enio Sindona, Cimabue e il momento figurativo pregiottesco, Rizzoli Editore, Milano, 1975. ISBN non esistente.

G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, Giunti, Firenze 1568 (ed. a cura di G. Milanesi,Le Monnier, Firenze 1906)


[1] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[2] Tratto dalll'articolo Iconografia della Crocifissione dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.



 

 

Coppo di marcovaldo, madonna del bordone, siena, chiesa dei servi, 1261 tavola,.jpg

       

Coppo di Marcovaldo, Madonna del Bordone, Siena, Chiesa dei Servi, 1261

 

 



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Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Crocifisso di San Gimignano dell' enciclopedia Wikipedia ed è parzialmente rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.