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La volta della Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio, Siena, Duomo

 

Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio, Siena, Duomo. La Volta (1)


Toacana ] Galleria di immagini  
     
   


Siena, Duomo, Libreria Piccolomini, La volta


   
   

La Libreria Piccolomini è un ambiente monumentale della cattedrale di Siena. Situata lungo la navata sinistra, prima del transetto, fu fatta costruire nel 1492 dall'arcivescovo di Siena, cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III) per custodire il ricchissimo patrimonio librario raccolto dallo zio papa Pio II. Tra il 1502 e il 1507 circa venne completamente affrescata da Pinturicchio e aiuti [1].

La volta è composta da un lungo rettangolo centrale retto da spicchi (o vele) e pennacchi di volte a crociera dimezzate, che architettonicamente si definisce volta unghiata. La decorazione si ispira alle volte quadrate della Domus Aurea, riscoperte proprio in quegli anni e oggetto di frequentissima emulazione tra gli artisti della generazione, ma traspone il modello su una tipologia architettonica medievale, con le crociere. Il lati lunghi hanno quattro vele a sfondo oro-giallo e tre pennacchi a sfondo blu, mentre i lati brevi presentano un pennacchio giallo e due vele rosse. Gli sgargianti colori sono poi coperti da fitte grottesche all'antica[2].

Il rettangolo centrale è suddiviso in fregi e scomparti geometrici, ispirati alla Volta Dorata e alla Volta degli Stucchi della reggia neroniana, con al centro lo stemma Piccolomini entro una ghirlanda. Negli scomparti, attribuiti nell'esecuzione pittorica a Girolamo del Pacchia, si trovano le Virtù e miti pagani ispirati a rilievi sui sarcofagi. Per quattro delle Virtù si è anche proposto il nome del miniatore Littifredi Corbizi, a Siena nel 1494 e forse già a fianco del Pinturicchio nell'Appartamento Borgia[2].

 

Pinturicchio, La scenetta del Ratto di Proserpina

Pinturicchio, La scenetta del Ratto di Proserpina (4)

 

La scenetta del Ratto di Proserpina venne ripresa sicuramente da un disegno fatto da Amico Aspertini di una sarcofago romano, oggi nel Codice Wolfegg (cc. 36v-37r). L'Aspertini infatti aggiunse una figura maschile su un carro trainato da due serpenti nel punto in cui il rilievo del sarcofago è rotto (esso è visibile oggi al Louvre), dove invece, nell'integrità, si trovava la madre di Proserpina, Cerere. Il Pinturicchio o chi per lui vide e copiò il disegno, lo interpretò come Saturno, attribuendogli l'insolito traino di serpenti invece dei consueti cavalli neri[2].

La volta segnò una delle più complesse testimonianze della reinvenzione di temi antichi in quegli anni, all'insegna di una rinascenza reale in contrasto con l'erudizione capziosa e la reinvenzione fantastica del primo Quattrocento[3].

         
   
   

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Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio, Siena, Duomo   Biblioteca Piccolomini   Scultura delle Tre Grazie, Biblioteca Piccolomini, Siena

Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio 

 

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ORARI LIBRERIA PICCOLOMINI

1 marzo - 1 novembre: 10:30 - 19:00
2 novembre - 28 febbraio: 10:30 - 17:30
26 dicembre - 8 gennaio: 10:30 - 18:00

 

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[1] Foto di Miguel Hermoso Cuesta, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale
[2] Cristina Acidini, Pintoricchio, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004, p. 217.
[3] Cristina Acidini, Pintoricchio, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004, p. 230.

 

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