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Vista dell'Abbazia di San Pancrazio al Fango dal Padule

 

 

Abbazia di San Pancrazio al Fangoo [1]

Toacana ] Galleria di immagini  
     
   


L'Abbazia di San Pancrazio al Fango


   
   

L'Abbazia di San Pancrazio al Fango, la storia dell'antica abbazia


L'abbazia di San Pancrazio al Fango si trova ai confini del territorio comunale di Grosseto con quello di Castiglione della Pescaia, nel cuore della Riserva naturale Diaccia Botrona. L'edificio religioso è situato nei pressi dei Ponti di Badia, in località "Isola Clodia", originariamente un'isola dell'antico lago Prile. Da tempo si trova in stato di abbandono.

 

Storia

L'abbazia fu costruita in epoca altomedievale, quasi certamente tra l'VIII e il IX secolo, nel luogo in cui sorgeva una villa romana fatta costruire da Clodio verso la metà del I secolo a.C., circostanza ricordata anche da Cicerone nell'orazione intitolata In difesa di Milone: tale evento conferì anche la denominazione all'antica isola del Lago Prile su cui sorgeva.

Il complesso religioso era un antico possedimento dell'abbazia di Sant'Antimo, che poi lo cedette all'abbazia di Sestinga nella seconda metà del XII secolo.

Nella prima metà del Duecento l'Isola Clodia fu conquistata dai Lambardi di Buriano che aggiunsero questo territorio ai beni in loro possesso nella località di origine; da allora, l'abbazia fu ceduta all'Ordine dei guglielmiti che avevano la loro sede presso l'eremo di San Guglielmo di Malavalle, sulle colline castiglionesi.

Il Trecento fu l'ultimo secolo di splendore per l'antico complesso religioso. Dopo il temporaneo passaggio dell'isola ai Pisani, sorsero numerose controversie tra grossetani e castiglionesi per l'esercizio e il controllo delle attività di pesca e di raccolta del sale nell'antico Lago Prile; le controversie ebbero fine attorno sul finire del secolo con l'annessione di questa area al Principato di Piombino.

Nella prima metà del Quattrocento, il dilagare della malaria, le ricorrenti lotte tra varie fazioni per il controllo della pianura e l'impaludamento sempre maggiore del pescoso lago (con conseguente tracollo economico), portarono ad un rapido abbandono dell'isola, sia dagli abitanti, che preferivano le aree collinari più salubri, sia dai religiosi che si trasferirono in altre strutture conventuali.

Nell'estate 1448, l'avanzata dell'esercito di Alfonso d'Aragona, Re di Napoli, che muoveva assedio a Piombino, mise a ferro e fuoco il paese, distruggendolo. Esso rappresentò un colpo di grazia alla vita dello stesso, nonché un monito di sfiducia per i sempre più esigui abitanti che andarono a preferire definitivamente altre siti vicini, emigrandovi.

L'abbandono definitivo del luogo portò ad un degrado irreversibile dell'antica abbazia.



Come arrivare

I ruderi dell’abbazia si raggiungono lasciando la ‘Strada Provinciale del Padule’ in località ‘Ponti di Badia’, per la via sterrata che attraversa il Canale Allacciante ed il fiume Bruna. 

Coordinate: 42°46'49"N   10°56'57"E

 

   
   

Mappa Abbazia di San Pancrazio al Fangoo | Ingrandire mappa


 
   

SENTIERO AD ANELLO N° 31 (RET 010)

   

Per la visita escursionistica della Riserva Naturale Diaccia Botrona si deve seguire il sentiero ad anello segnalato con il n° 31 (RET 010) che ha inizio dall’area del Parcheggio antistante la Casa Rossa Ximenes per poi proseguire sull’argine del Fiume Bruna; l’altro lato del sentiero ha inizio direttamente dalla Casa Rossa Ximenes e segue, per il primo tratto, la sponda del grande canale (Canale Molla). Il sentiero della Riserva Naturale Diaccia Botrona ha una lunghezza totale di circa 14 km ; è percorribile dall’alba al tramonto, con ingresso gratuito, sia a piedi che in mountain bike.

Anello Riserva Naturale della Diaccia Botrona - La Casa Rossa Ximenes - Baddia al Fango | Il sentiero n° 31 o RET 010 | 14 km | 1,5 ore circa | gpx

  Casa dei pescatori (Anello Riserva Naturale della Diaccia Botrona, sentiero n° 31 o RET 010)
       

Anello Riserva Naturale della Diaccia Botrona, sentiero n° 31 o RET 010

 


Castiglione della Pescaia

Anello mbt Riserva Naturale della Diaccia Botrona - Baddia al Fango - Oasi San Felice | 27 km | 3 ore circa | gpx

Percorsi circolare da Tirli verseo l'Eremo di Sant'Anna, una chiesetta immersa nel bosco | 6 km| 13h 26m | gpx

Mappa Google | Isola Clodia e Ponti di Badia

Grosseto | La Riserva Naturale della Diaccia Botrona - The Natural Reserve of Diaccia Botrona


Il Lago Prile

Il Lago Prile (in latino: Prilis Lacus) è un lago oggi prosciugato che era situato nell'area a ovest della città di Grosseto.

Storia

Durante la preistoria, la piana di Grosseto era occupata da un grande golfo nel quale sfociavano i fiumi Ombrone e Bruna.

Nel periodo etrusco, il golfo divenne gradualmente un grande lago aquitrinoso comunicante con il mare che fu chiamato Lago Prile. Le città etrusche di Roselle e Vetulonia si servivano del lago per usi commerciali e logistici.

Quel che rimane oggi dell'antico lago Prile è l'area palustre della Diaccia Botrona.[3]

  Lago Prile
   

Lago Prile si estendeva fino a Grosseto e Roselle, da una parte, e Vetulonia dall'altra

 

Galería Fotográfica de Grosseto

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L'abbazia di San Pancrazio al Fango   Il Padule dall'Isola Clodia - panoramio  
Anello Riserva Naturale della Diaccia Botrona

L'abbazia di San Pancrazio al Fango

 

 

Il Padule dall'Isola Clodia

 

 
Anello Riserva Naturale della Diaccia Botrona
         

Bibliografia

Marcella Parisi, Grosseto dentro e fuori porta. L'emozione e il pensiero, Siena, C&P Adver Effigi, 2001.

Carlo Citter, Guida agli edifici sacri della Maremma. Abbazie monasteri, pievi e chiese medievali della provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 1996 (2 edizione 2002), ISBN 88-7145-119-8, pp. 36–37.

[1] Foto di Alessandro Gigliotti, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.
[2] Fonte: Parco degli Etruschi | www.parcodeglietruschi.it
[3] Questo articolo utilizza materiale preso dall'articolo Lago Prile della Grossetopedia Wiki su FANDOM ed è rilasciato su licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo.

Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Abbazia di San Pancrazio al Fango dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.