Storia
Della chiesa si hanno memorie fin dal 1046 quando appare citata in una carta della Badia a Passignano[1]. La chiesa apparteneva alla diocesi di Siena e il 10 aprile 1056[2] il vescovo senese Giovanni concesse la pieve di Sant'Agnese a Tarciano (così era allora denominata) a tali Omincio, Martino e Alberto che vi fondarono una comunità di canonici che risulta ancora attiva il 3 aprile 1225[3]. Nell'XI secolo erano signori del territorio circostante sia dei laici che dei religiosi, tra i quali è rimasta testimonianza di un tale Venerello di Pietro[4] e dell'abate del monastero di Sant'Eugenio a Siena, al quale il piviere venne concesso in data 4 giugno 1081[5]. I rettori della pieve ricoprirono ruoli importanti all'interno della chiesa senese come ad esempio il pievano Bellino che nel 1108 fece da notaio in occasione di una compravendita di beni tra un sacerdote di Poggibonsi e l'abate di Marturi[6]. L'importanza della chiesa è testimoniata anche dalla nuova consacrazione della pieve che si tenne il 1º gennaio 1140 alla presenza del vescovo di Pistoia sant'Atto e del vescovo di Siena Raniero[4]; in quell'occasione il vescovo senese confermò alla pieve tutti i suoi diritti sui tributi del piviere escludendo la chiesa di Monternano ma concedendo delle terre poste nel popolo di santa Maria a Talciona[7].
Nel 1155 venne fondata dai conti Guidi la città di Podium Bonitii, posta in territorio fiorentino, e Sant'Agnese venne compresa nel suo distretto[4]; questa inclusione portò ad un conflitto di competenze tra la diocesi senese e quella fiorentina, conflitto concluso col la bolla di papa Clemente III datata 20 aprile 1189 in cui si confermò il possesso della pieve all'episcopato senese[8]. Il possesso di Sant'Agnese non interessava solo i religiosi ma anche la Repubblica di Siena e ciò portò all'
«interessamento delle autorità cittadine a mantenere, tramite i diritti diocesani, il controllo su una chiesa così importante per la sua collocazione strategica.[9]»
In occasione del Lodo di Poggibonsi, accordo sui confini tra Firenze e Siena pronunciato dal podestà poggibonsese Ogerio, il 4 giugno 1203 la pieve di Sant'Agnese veniva posta nuovamente in territorio fiorentino[4]. I senesi fecero ricorso al papa e Gregorio IX con breve dell'aprile 1230 la assegnava a Siena[10]; nel territorio assegnato ai senesi erano comprese anche le chiese poste all'interno del castello di Poggibonsi[4], chiese sulle quali il comune poggibonsese rivendicava dei diritti[11].
Come si vede la chiesa era oggetto di contese tra le due potenti città, contese che sfociarono anche in atti di guerra come quello per la conquista del vicino Castello di Monternano, ma nonostante ciò la chiesa ricavava dal suo territorio rendite economiche enormi. Il territorio a lei sottoposto comprendeva ben 23 chiese suffraganee[4] e le decime pagate lo dimostrano; nel 1276 paga 17 lire e 4 soldi senesi mentre dal 1277 al 1303 pagò sempre 20 lire[12][13]. Oltre a questo le rendite della chiesa permisero al suo pievano di poter partecipare, per dieci giorni e con sei cavalli, alla guerra che, nel maggio 1308, si combatté tra San Gimignano e Volterra, schierandosi con i sangimignanesi[4].
Nel 1378 venne irrobustita la torre campanaria dall'allora pievano Andrea Neri da San Donato in Poggio; questa notizia merita di essere citata perché ancora oggi alla base del campanile è murata una lapide in pietra che ricorda l'avvenimento e recita:
«A : D : MCCCL / XXVIII TEPOR / E: PLEBANI : D / DOMINI ADREAS / NERI : DE : SCO : DON / ATO : I : POGIO : MS : AG / P . F . DEOL . ENA +[14].»
Dal XVI secolo in poi la popolazione crebbe costantemente: nel 1551 furono censiti 124 abitanti, che divennero 308 nel 1745 e 287 nel 1833[15] ma nonostante ciò, in questo lasso di tempo, non si fecero mai lavori di ampliamento alla pieve ad eccezione del Seicento quando dopo un terremoto crollò il campanile e dopo la seconda guerra mondiale quando si dovette praticamente ricostruire quasi tutta la chiesa[16]. Attualmente presso la chiesa ha sede una casa di riposo.
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