L'oratorio di San Bartolomeo (l’ Ermicciolo), Vivo d'Orcia [1]
Anello Vivo d'Orcia - Intorno all'Ermicciolo nel bosco di Vivo d'Orcia
Vivo d'Orcia è la più alta cittadina del Monte Amiata, nota per l'acqua delle sorgenti che disseta la provincia di Siena e Grosseto. L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea. Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini[2]. Una salita tra faggi e castagni porta alla chiesetta dell’Ermicciolo e ai caratteristici “seccatoi” o meglio, secondo alcuni esperti, il primo nucleo abitativo di Vivo d’Orcia.
Presso la Contea si trova anche la chiesa dedicata a San Marcello. Non distante dall’Eremo, in mezzo ai boschi, si trova l’oratorio di San Benedetto, chiamato Ermicciolo, probabilmente la prima sede dell’Eremo del Vivo, la cui fondazione è attribuita a San Romualdo all’inizio dell’XI secolo. Il monastero quindi sorse sotto la Regola di San Benedetto per poi passare a quella Camaldolese.
Il monastero camaldolese del Vivo era strutturato secondo il modello della casa madre, cioè un eremo (oggi Ermicciolo) in alto in posizione particolarmente isolata e un monastero più in basso a fare da filtro con la società (oggi Eremo).
Il monastero decadde già nel XIII secolo ed i suoi beni passarono prima ai Farnese e successivamente dal 1538 ai Cervini. I Cervini subentrarono ai Camaldolesi trasformando l’aspetto del monastero con la ricostruzione voluta dal Cardinale Marcello Cervini del palazzo-castello attribuita al noto architetto Antonio Sangallo il Giovane.[2]
Anello Vivo d'Orcia - Intorno all'Ermicciolo nel bosco di Vivo d'Orcia
Sentiero con un breve tratto di strada asfaltata nel paese di Vivo d’Orcia, poi
terreno boscoso, strada massicciata, sentiero di bosco attraverso una vegetazione mista con molta
ombra davanti alla sorgente del Vivo.
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Anello Vivo d'Orcia - Intorno all'Ermicciolo nel bosco di Vivo d'Orcia
Breve percorso suggestivo intorno all'Ermicciolo nel bosco di Vivo d'Orcia
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Lunghezza del percorso: 3,15 km
Tipologia del fondo: Misto Asfalto/sterrato
Difficoltà: Medio-alta
Stijgen: 1.015 m
Dalen: 860 m
Una passeggiata più ampia passa anché per Palazzo Cervini, e il piccolo borgo dell'Eremo del Vivo.
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La sorgente del Vivo, la sorgente dell'Ermicciolo (Vivo'Orcia) rifornisce di acqua potabile gran parte di Siena e Grosseto. La qualità dell'acqua era già nota nel Medioevo, durante il Rinascimento la carta papale veniva spalata nei mulini ad acqua del Vivo.
La sorgente è la vera meta di questa passeggiata. Nella lunga galleria sotterranea dove l'acqua sgorga dalle rocce, il contatto con la sorgente è molto diretto, il fragore della cascata e l'umidità dell'aria sono sensazioni speciali che rimarranno impresse nella memoria.
Pillole d'acqua: La sorgente dell'Ermicciolo, Vivo d'Orcia
L'acquedotto del Vivo attinge acqua dalla sorgente dell'Ermicciolo (la sorgente dell'Ermicciolo), nei pressi di Vivo d'Orcia. L'acquedotto del Vivo fu progettato alla fine dell'ottocento per garantire l'approvvigionamento idrico di Siena. A causa dell'industrializzazione, la popolazione era esplosa e la carenza d'acqua era molto reale.
Le sorgente dell'Ermicciolo, dove il progetto iniziò nel 1895, aveva una portata di 200 l/s. La costruzione dell'acquedotto lungo 70 km fu di fondamentale importanza per gran parte della regione ma soprattutto per Siena.
L’8 settembre 1897, il sindaco Enrico Falaschi e i conti Cervini ne stipularono un altro. Rispetto al precedente si prevedeva di aumentare il prelievo fino a 60 litri al secondo, che corrispondevano ai 3/7 della sorgente, per il prezzo di L.51.428. [3]
Il 15 maggio 1914, dopo anni di duro e scrupoloso lavoro, l'acqua che sgorga dalla sorgente del Vivo sul Monte Amiata raggiunse finalmente la Porta San Marco a Siena.
Le fonti di approvigionamento dell’acquedotto del Vivo, oltre alla sorgente dell’ Ermicciolo nel comune di Castiglione d’Orcia, sono costituite attualmente dalle sorgenti Ente, nel comune di Arcidosso, e Burlana, nel comune di Seggiano, captate negli anni 50, che hanno consentito di incrementare la risorsa idrica non più sufficiente a soddisfare i cresciuti bisogni della città e del territorio, un tempo servito unicamente dalla dolce ed inconfondibile Acqua del Vivo.(°)
Oggi si contesta anche questo impoverimento del suolo. Molte cascate naturali sono scomparse e durante i mesi estivi i torrenti Ente e Vivo, un tempo potenti, sono poco più che piccoli ruscelli.
L'oratorio di San Bartolomeo, denominato Ermicciolo, abside, Vivo’Orcia [5]
La fondazione del paese si deve a San Romualdo, che descrisse il luogo come “selvaggio e magnifico, una piccola altura protesa al limite fra il regno del faggio e quello del castagno, pochi metri pianeggianti presso una stretta sinuosa, improvvisa, dalla quale scaturivano con fragore di tuono due grosse e travolgenti polle d’acqua gelate”.
Nel XVI secolo i Conti Cervini si stabilirono a Vivo e sui resti di un monastero medievale fu edificata un'imponente fortezza.
Rossana Nicolò, La villa di Marcello Cervini al Vivo d’Orcia, in «Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura», n.s., 43, 2004 (2006), pp. 51-74 | www.academia.edu
Acquedotto del Vivo (Acquedotto di Siena) in Monte Amiata Scalo