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Paganico, Chiesa di San Michele Arcangelo, interno [1]
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L'interno della chiesa di San Michele Arcangelo, Paganico
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La chiesa di San Michele Arcangelo si trova nel centro storico di Paganico. La chiesa fu costruito in un lungo periodo di tempo a cavallo tra la fine del Duecento e la metà del Trecento.
In epoca barocca venne trasformata gran parte della navata interna, mentre una serie di interventi di ristrutturazione avvennero nel corso del Settecento, quando fu aggiunto il campanile nella parte laterale posteriore sinistra rispetto alla chiesa.
L'interno
Al suo interno, è conservato nell'abside un ciclo di affreschi trecenteschi attribuiti al pittore di scuola senese Biagio di Goro Ghezzi, uno dei più importanti dell'epoca realizzati in provincia di Grosseto: l'intero ciclo, completato nel 1368, copre tutte le pareti e la volta del coro e raffigura le Storie di San Michele Arcangelo tratte dai Vangeli apocrifi.
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Biagio di Goro Ghezzi, affreschi nel cuoro della Chiesa di San Michele Arcangelo, Paganico [2]
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Un'altra opera d'arte di rilievo è una tavola rinascimentale, raffigurante la Madonna in trono e santi, realizzata nel 1476 da Guidoccio Cozzarelli. Le altre tavole e gli affreschi spaziano tra il Trecento e il Quattrocento: la Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni Battista, Michele, Gregorio Magno e Sebastiano fu realizzata tra il 1470 e il 1480 da Andrea di Niccolò.
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Andrea di Niccolò, Madonna col bambino e santi , chiesa di San Michele Arcangelo, Paganico [2]
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Andrea di Niccolò (1440 – 1514) è stato un pittore italiano. Fu un seguace del Vecchietta, e autore di una Madonna in trono e Santi (1500) e di un'Adorazione dei pastori (1470).
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Nella chiesa è custodito anche un Crocifisso quattrocentesco, forse opera di un artista nordico, che secondo la tradizione in passato fu spesso al centro di contese tra gli abitanti di Civitella Marittima e quelli di Paganico; di pregevole fattura è anche un grande ciborio eucaristico a forma di tempio architettonico in legno intagliato e dorato con gli specchi interni dipinti dal Riccio (1538-40 ca.).
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Andrea di Niccolò, Madonna col bambino e santi, San Michele Arcangelo (Paganico) |
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Ignoto senese, San Cristoforo,
1400-50 circa |
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Biagio di Goro Ghezzi, Storie di San Michele Arcangelo, 1368, San Michele Arcangelo (Paganico)
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Biagio di Goro Ghezzi, affreschi di Paganico, 1368, l'Annunciaizone
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Bartolomeo Neroni (Il Riccio), ciborio |
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Paganico, San Michele Arcangelo, fonte battesimale
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Gallerìa fotogràfica Paganico
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Paganico, Corso e cassero senese
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Mura di Paganico |
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Paganico, Chiesa di San Michele Arcangelo
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Veduta del Cassero Senese in Paganico, frazione di Civitella Paganico
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Cassero Senese in Paganico |
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La passeggiata Ombrone di Paganico
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Veduta di Civitella Marittima
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Abbazia di San Lorenzo al Lanzo, Civitella Marittima
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Il fiume Ombrone nei pressi de Civitella Paganico
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FONDAZIONE ZERI | CATALOGO : Biagio di Goro Ghezzi, Episodi della leggenda di san Michele Arcangelo
Bibliografia
Freuler Gaudenz, Biagio di Goro Ghezzi a Paganico - L'affresco nell'abside della Chiesa di S. Michele, Electa Firenze, 1986
Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere Firenze, 1997;
Valentino Baldacci (a cura di), I luoghi della fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo (Regione Toscana), Firenze, 2000;
Carlo Citter, Guida agli edifici sacri della Maremma, Nuova Immagine Editrice Siena, 2002.
[1] Photo by LigaDue, licensed, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[2] Foto di Sailko, licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
[3] Il complesso pittorico di Paganico venne reso noto per la prima volta da Berenson e fu attribuito a Bartolo di Fredi (B. Berenson, Tesori artistici in un villaggio dilapidato della provincia di Grosseto, in Rassegna d'arte, V [1905], pp. 102 s.; E. Carli, Bartolo di Fredi a Paganico, Firenze 1968) o a un suo stretto seguace (Van Marle, 1934). [Fonte: Giuseppe Gullino, GHEZZI, Biagio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 53, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000. URL consultato il 22 aprile 2016].
Gaudenz Freuler ha scoperto che questo ciclo è datato 1368 e firmato da un pittore poco conosciuto di nome Biagio di Goro Ghezzi, artista attivo a Siena a partire almeno dal 1350.
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